Genestrerio

Dietro al quintale di khat, droga (non per tutti) illegale

La pianta, in Svizzera, sottostà alla Legge federale sugli stupefacenti dal 1992 ma in altri Paesi viene considerata legale – Come in Israele, nazione d’origine delle persone fermate perché implicate nel trasporto stroncato dalle autorità
© Keystone
Stefano Lippmann
12.02.2025 06:00

Per la realtà ticinese, il fatto di aver rinvenuto oltre 100 chilogrammi di khat, è sicuramente una rarità. Le autorità, anche nei loro rendimenti annuali sui sequestri di stupefacenti, non citano mai questa sostanza (il khat è una pianta coltivata prevalentemente nell’Africa orientale e nella penisola arabica). Come detto, però, lo scorso 23 gennaio cinque valigie piene di khat sono state trovate all’interno di un’auto abbandonata a Genestrerio. Secondo quanto riportato dalla RSI negli scorsi giorni, l’auto in questione aveva tentato di entrare in Svizzera, senza dare nell’occhio, dal valico di Brusata. Il tutto senza fare i conti con le Guardie di confine prima e con la Polizia poi. Circostanza che ha portato a un tentativo di fuga e, appunto, all’abbandono dell’auto.

Un caso – quello del 23 gennaio – che si è risolto in giornata con il fermo di quattro cittadini israeliani di età compresa tra i 19 e i 40 anni. Persone rilasciate qualche ora dopo, ma che dovranno comunque rispondere dell’ipotesi di reato di infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti. L’inchiesta, in tal senso, è coordinata dalla procuratrice pubblica Chiara Buzzi. Due in particolare le curiosità: come mai, malgrado il traffico di 100 chilogrammi di sostanza stupefacente, l’infrazione è «semplice» e non aggravata? Seconda curiosità: come mai sono implicati quattro cittadini israeliani? Nel primo caso, malgrado si tratti di un quintale, il valore della merce è piuttosto limitato: si parla di una cifra che si aggira attorno ai 10.000 franchi. E sul fatto che si tratti di cittadini israeliani? Vista la fuga probabilmente erano ben consapevoli che stessero commettendo un illecito. Ma va altresì detto che in Israele – così come nello Yemen e nei Paesi del Corno d’Africa – il khat è legale. Diverso, invece, il discorso per gran parte dell’Europa, Svizzera compresa, a causa delle proprietà psicostimolanti della pianta, che si avvicinano a quelle delle anfetamine. In Svizzera infatti dal primo luglio del 1992 sottostà alla Legge federale sugli stupefacenti.

Di passaggio

Tutto lascia pensare che lo stupefacente trovato a Genestrerio fosse di passaggio e non fosse destinato alla piazza ticinese. Diverso è invece il discorso oltre San Gottardo. A Zurigo, soprattutto all’aeroporto, i sequestri sono più frequenti. Anche in questo caso gran parte della sostanza è di passaggio, ma non in tutti i casi. La khat è infatti utilizzata da persone provenienti dal Corno d’Africa (ma pure dall’Africa in generale e dallo Yemen) e le comunità ad esempio eritree, oltralpe sono più presenti e numerose. Mentre le foglie fresche di khat vengono masticate, quelle essiccate sono piuttosto utilizzate per preparare infusi oppure fumate insieme a tabacco (o anche canapa). Il consumo di questa sostanza provoca allucinazioni ed euforia, ma anche inappetenza, insonnia e aritmia cardiaca. Un caso, dunque, che il khat si sia fermato nel Mendrisiotto. E pure una coincidenza: soltanto qualche giorno più tardi è stata fermata un’altra auto con il khat (40 chilogrammi) nel bagagliaio. Vettura pizzicata dai funzionari italiani al valico di Iselle di Trasquera, tra la provincia del Verbano–Cusio–Ossola e il Canton Vallese.

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