Il caso

Dietro anni di fallimenti i soldi per la bella vita

Il nuovo presidente delle Ladies, arrestato, è sospettato di aver usato numerose società per contrarre debiti che sapeva di non poter risarcire – Avrebbe anche ottenuto un prestito Covid senza averne diritto
© CdT/Gabriele Putzu
Federico Storni
08.09.2023 19:15

È una scia di fallimenti e liquidazioni molto lunga, quella che è chiamato a vagliare il sostituto procuratore generale Andrea Maria Balerna. Sono infatti una ventina a Registro di commercio le società – in buona parte radiate – riconducibili a Cesare Badila, 44.enne italiano residente nel Luganese finito in manette in quanto sospettato di numerosi reati in ambito finanziario commessi, appunto, su più anni. Per l’esattezza: truffa, bancarotta fraudolenta, cattiva gestione, diminuzione dell’attivo in danno dei creditori, omissione della contabilità, falsità in documenti e riciclaggio di denaro. Da qualche mese il 44.enne era presidente delle Ladies Lugano, squadra femminile di hockey su ghiaccio che si era affidata a lui per un rilancio che ora ben difficilmente avverrà. Le Ladies, va precisato, non risultano a oggi coinvolte nel procedimento penale e ormai da un quinquennio sono una realtà del tutto separata a livello gestionale, amministrativo e finanziario dall’Hockey Club Lugano.

Viveva sopra le sue possibilità

L’uomo si trova in carcerazione preventiva da fine agosto e la misura restrittiva della libertà è già stata confermata dal Giudice dei provvedimenti coercitivi. Il 44.enne, per cui vige la presunzione d’innocenza, è sospettato di aver commesso una serie di reati finanziari o, meglio, come si legge in un comunicato diramato oggi dal Ministero pubblico, «egli avrebbe utilizzato numerose società, poi fallite, per contrarre debiti che sapeva non avrebbe mai pagato. Egli avrebbe utilizzato gli importi e i servizi così ottenuti per finanziare uno stile di vita molto costoso, che non avrebbe altrimenti potuto permettersi». Tracce di questo stile di vita si scorgono nei suoi profili sociali, dove si trovano diverse immagini legate al lusso.

Le società a lui riconducibili, a sfogliare le ragioni sociali a Registro di commercio, erano attive prevalentemente nel settore edile, ma non ne mancano di relative ai settori automobilistici, del giardinaggio e più prettamente finanziari. Con una o più di essere avrebbe inoltre ottenuto indebitamente dei crediti Covid. Come si legge nella nota, è infatti anche accusato «di aver fornito false informazioni al fine di ottenere un credito Covid-19 garantito dalla Confederazione di 400 mila franchi».

Sequestrata documentazione

L’inchiesta a carico del 44.enne non è che agli inizi, e altro potrebbe emergere dalla «diversa documentazione» che la procura riferisce di aver sequestrato «nel contesto delle verifiche e delle perquisizione». Documentazione che «sarà oggetto di ulteriori approfondimenti».