Dietro la funivia del Serpiano chiusa c’è un futuro da ridefinire

Cosa succede alla funivia del Serpiano? È «chiusa fino a data da destinarsi». Questo è quanto ha comunicato la direzione dell’Hotel Serpiano – che gestisce anche il collegamento con Brusino Arsizio – negli scorsi giorni. Viaggi sospesi quindi, anzi che non sono mai ripresi dopo la pausa invernale della struttura turistica (l’albergo ha riaperto il primo aprile). E collegamento diretto tra il lago Ceresio e il Monte San Giorgio conseguentemente compromesso, almeno per il momento.
Altri dettagli in merito alla chiusura non sono stati comunicati. Né i motivi, né i tempi stimati per la riapertura. Di certo vi è però che non è la prima volta che la funivia deve restare momentaneamente ferma. Era già successo lo scorso anno a fine maggio; in quell’occasione lo stop era stato motivato con l’assenza del capo tecnico. Un precedente – se così si può chiamare – che ci ha spinti a cercare di capire cosa c’è dietro la nuova interruzione del servizio. E la nostra curiosità è stata ripagata, almeno da un punto di vista giornalistico.
«Motivi di budget»
Ma facciamo un passo indietro. I motivi della chiusura, o meglio non riapertura per l’inizio della stagione estiva, della funivia Brusino-Serpiano li abbiamo chiesti alla direttrice dell’Hotel Serpiano Linda Mazzoleni: «Non abbiamo potuto riaprire la funivia per motivi economici. Nel budget di quest’anno avevamo preventivato una perdita importante per quanto riguarda il collegamento con Brusino e la prospettiva purtroppo non era sostenibile».
La decisione di non riaprire la funivia insieme all’hotel a inizio aprile è però già stata seguita da altre decisioni. O meglio, da altre discussioni: «Si sta cercando di trovare una soluzione coinvolgendo diversi attori - prosegue Mazzoleni -. Per ora è presto per dire quale possa essere questa soluzione, le possibilità sono più di una. Personalmente sarei davvero contenta se si riuscisse a portare avanti un discorso di questo tipo, che garantisca continuità al collegamento e coinvolga più attori».
I nomi degli attori implicati in questa discussione la direttrice Mazzoleni non li fa. Trattandosi di un collegamento tra il lago Ceresio e il SanGiorgio Patrimonio Unesco non è però azzardato ipotizzare che in questo progetto sia coinvolto Mendrisiotto Turismo. La conferma ci arriva direttamente dalla direttrice dell’Organizzazione turistica regionale Nadia Fontana-Lupi, che per prima cosa ammette che il tema della funivia Brusino-Serpiano è nella loro agenda da diversi mesi: «Contatti e incontri con i responsabili dell’Hotel Serpiano sono in corso da dicembre. Stiamo cercando di capire se con una collaborazione, e in quel caso con quale tipo di collaborazione, sia possibile mantenere nel tempo il collegamento».
Novità potrebbero giungere a breve, ci viene detto. Perché la speranza è di poter riaprire il prima possibile, quindi di non perdere l’intera stagione estiva. E tale possibilità sembra ancora intatta.
Vendere o cedere?
Resta però da capire qual è la strada che si vuole prendere. Vendere l’impianto di risalita di proprietà dell’hotel? Cederne la gestione a dei privati? Coinvolgere il Comune di Brusino, sul cui territorio sorgono hotel e funivia? Sarà il tempo a dirlo. Una cosa sicura ad oggi è che la questione sta a cuore al Comune di Brusino, che è restato orfano del collegamento con il San Giorgio proprio alla vigilia di un periodo turisticamente importante come quello pasquale. «Seguiamo da vicino l’argomento, che sarà oggetto della prossima riunione di Municipio», ci viene spiegato dalla cancelleria comunale.
Le radici in Qatar
Il sospetto è comunque che la funivia non faccia parte dei piani attuali dell’Hotel Serpiano. Un hotel che aveva fatto parlare di sé anche perché al centro di un maxiprogetto di rinnovo ad opera di un gruppo internazionale con sede in Qatar. Del disegno non si parla da tempo, ma la proprietà è sempre in mani straniere. Stando al registro di commercio la presidente delle due società che gestiscono albergo e funivia è una cittadina libanese residente a Doha in Qatar.