Ticino

Diventa pompiere: lanciata la campagna di reclutamento

Due le principali novità di quest’anno: il focus sul pompiere di montagna, visto il rischio di incendi boschivi, e l'apertura alle persone fino a 60 anni
Red. Online
07.09.2023 13:47

La Federazione Pompieri Ticino (FPT) ha lanciato in queste settimane l’edizione 2023 della campagna informativa finalizzata al reclutamento di nuovi pompieri volontari urbani e di montagna a partire dal 2024. All’iniziativa, coordinata dal Segretariato della FPT, partecipano tutti i corpi pompieri del cantone confrontati con la necessità di completare i propri effettivi. La campagna è parte del progetto triennale volto a promuovere l’adesione al prezioso servizio che viene svolto a titolo volontario a favore della comunità e del territorio cantonale. La campagna, che coinvolge tutti i principali canali di comunicazione (stampa, radio, TV, cartellonistica e non da ultimo social media), intende indirizzare tutte le persone interessate al portale dedicato diventapompiere.ch, su cui è possibile trovare tutte le informazioni da sapere per accedere alla formazione di pompiere volontario.

Sono due le principali novità introdotte quest’anno: il focus particolare sul pompiere di montagna, una risorsa specialistica a protezione del patrimonio boschivo cantonale sempre più interessato dagli incendi, e l’apertura alle persone interessate di età compresa fra i 40 ed i 60 anni.

La campagna informativa pone l’accento su quanto questa attività sia preziosa non soltanto per la protezione della popolazione, ma anche per la crescita e l’arricchimento personale del pompiere stesso. Un’attività affascinante che gode giustamente di grande stima da parte della collettività. Sono inoltre state raccolte le testimonianze dell’esperienza vissuta da due giovani aspiranti pompieri volontari (vedi video sotto) che hanno aderito alla campagna di reclutamento dello scorso autunno (2022) e svolto quest’anno la formazione di pompiere volontario.

L’invito a tutti gli interessati (età minima 18 anni, massima 60 anni) è dunque quello di visitare diventapompiere.ch ed iscriversi alla serata informativa pubblica che si svolgerà martedì 12 settembre alle 20:00 presso le sedi dei corpi pompieri del cantone.

Infine, proponiamo l'intervista a Nelson Ortelli, direttore del Segretariato FPT.

Qual è la situazione odierna dei Pompieri in Ticino?
«La situazione oggi dei pompieri in Ticino è ritenuta soddisfacente. Gli effettivi di cui dispongono i corpi pompieri permettono di assicurare la copertura di tutti i compiti che la Legge ci affida. Ciò non di meno, come per tutte quelle attività che si appoggiano al volontariato, si constata di anno in anno una generale incostanza nel numero di aspiranti pompieri giudicati idonei iscritti alla formazione di base. Questa incostanza provoca qualche grattacapo per quanto attiene al mantenimento degli effettivi. Inoltre, la permanenza in un corpo pompieri è sempre più breve e questo induce ad un impoverimento di sapere ed esperienza che deve essere compensato con la formazione».

Cosa deve prevedere chi vuole intraprendere questo percorso per diventare pompiere volontario?
«La risposta è evidente ma non per questo scontata. Svolgere l’attività di pompiere volontario richiede del tempo da consacrare sia alla formazione che all’interventistica con l’aggravante che per quest’ultima non è possibile sapere quando e dove si sarà chiamati ad intervenire. In questo senso è richiesta flessibilità e disponibilità da parte della famiglia e del datore di lavoro. Il candidato deve essere in buona salute e fisicamente in forma ed infine servono altruismo, autodisciplina e disponibilità a lavorare in gruppo».

Ci parli del pompiere di montagna…
«Il pompiere di montagna è una risorsa preziosa a salvaguardia del nostro patrimonio boschivo. Bisogna pensare che il bosco non è solo sinonimo di svago e tempo libero ma funge anche da protezione del territorio in modo particolare nelle vallate alpine e prealpine. L’assenza di un bosco, soprattutto dopo un incendio, può avere gravi ripercussioni e generare costi molto importanti. L’assenza di una copertura vegetativa porta ad una maggior erosione del terreno e ad una perdita di stabilità dello stesso. Le forti piogge che purtroppo sempre più spesso accompagnano le nostre estati sono poi l’innesco per frane e colate detritiche che possono anche mettere in pericolo interi nuclei abitati. Per prevenire tutto questo, già da diverso tempo il cantone Ticino, unico in tutta la Svizzera, si è dotato di militi specializzati nella lotta contro gli incendi boschivi. Il pompiere di montagna è una persona che non teme il bosco, all’interno di esso sa muoversi con dimestichezza ed è formato all’impiego di attrezzi quali ed esempio motoseghe e soffiatori. La formazione del pompiere di montagna è incentrata sull’aspetto della sicurezza (tema per i pompieri in generale essenziale e parte della missione permanente) e permette di acquisire conoscenze sia teoriche che pratiche nel contesto del lavoro con l’elicottero (mezzi essenziali nella lotta antincendio) e nel contesto della lotta contro il fuoco in un ambiente particolare quale è quello boschivo. Allorquando l’intervento si protrae su più giorni e richiede tenacia e resilienza sia dal punto di vista fisico che mentale».

E del pompiere urbano?
«Tutt’altra cosa il pompiere urbano. In questo ambito in generale la durata degli interventi è molto breve, di regola entro le due ore, per contro l’onere formativo è molto più importante e spazia su molti più temi legati alle tecniche d’intervento e alle molteplici attrezzature in dotazione. La complessità e diversificazione degli interventi in ambito urbano non permette di dormire sugli allori, per questo motivo la formazione è una componente determinante al fine di assicurare efficacia ed efficienza allorquando chi ha bisogno compone il numero d’urgenza 118. Nel contesto urbano la fase iniziale richiede determinazione e prestazione fisica, poiché in questi primi frangenti si eseguono i salvataggi e/o la prima normalizzazione dell’evento a cui si è confrontati. Oltre alla chiara distinzione insita nei termini, a livello cantonale va precisato che il 90% dei pompieri sono attivi nella forma classica del volontariato, con tutte le implicazioni del caso. Quando invece ci addentriamo nell’ambito del pompiere professionista si deve considerare che a livello cantonale, solo la Città di Lugano ha una quarantina di militi che svolgono questa attività, a cui si aggiungono quelli del Centro d’intervento del Gottardo e quelli dei pompieri aziendali delle FFS. L’assunzione di un pompiere professionista avviene solo in caso di bisogno e passa per il tramite di concorsi pubblici aperti dai Comuni o dalle aziende. Sono poi possibili dei percorsi formativi sviluppati su tutte le competenze richieste ai pompieri, con l’ottenimento di un brevetto federale di pompiere professionista riconosciuto a livello nazionale».

Quali sono stati degli interventi più significativi di questo 2023 (in generale sia contesto urbano che montagna)?
«Allo stato attuale il 2023 nel contesto degli incendi boschivi possiamo dire che fino ad ora è stato un anno tranquillo. Complice un po’ le precipitazioni che sono giunte nei momenti opportuni non abbiamo avuto lunghi periodi di siccità estrema con grado di pericolo d’incendio elevato. Questo però non deve indurci ad abbassare la guardia. In questi ultimi anni la meteorologia ci ha abituati ad importanti e repentini cambiamenti ai quali dobbiamo essere in grado di reagire adattando la nostra risposta di conseguenza. Giusto annoverare nel contesto degli interventi più significativi l’ingaggio eccezionale fuori cantone a Bitsch (VS) a supporto dei colleghi vallesani nell’ambito delle operazioni di bonifica a seguito dell’importante incendio di bosco».

Il pompiere volontario viene retribuito per le sue prestazioni?
«La persona che intraprende l’attività di pompiere lo fa a titolo volontario. In questo senso in Ticino non esistono obblighi di leva o tasse da versare qualora uno decida di non fare il pompiere. Una volta però che la persona assume il ruolo di pompiere attivo ecco che scatta l’obbligo di presenza a esercitazioni, formazioni, turni di picchetto e, non da ultimo, alla chiamata in caso d’intervento. Per essere efficaci ed efficienti i corpi pompieri devono poter contare sulle loro forze nei tempi (brevi) dettati dall’allarme. Questo «obbligo» viene retribuito sulla base di un decreto cantonale che stabilisce e regola il compenso in funzione del grado e dell’attività svolta».

Rispetto allo scorso anno l’età è passata dai 18 ai 60 anni (era 40 anni)...
 «È corretto e la motivazione per questa decisione risiede nel fatto che nel recente passato abbiamo dovuto congedare "forzatamente" persone fisicamente ancora prestanti ed in ottima salute solo per raggiunti limiti di età. In un certo senso il generale innalzamento della speranza di vita media della popolazione ci viene in aiuto con persone in salute e fisicamente prestanti più a lungo. Inoltre, questo innalzamento d’età ci permette di dare spazio a quelle figure che, terminati gli studi e assunto una posizione professionale e famigliare stabile con un’età attorno ai 40 anni, hanno la disponibilità per fare il pompiere magari portando anche in dote competenze e capacità utili alla nostra attività. Questo permette di introdurre all’interno della nostra organizzazione un generale arricchimento di cui possiamo e vogliamo trarre profitto mettendolo a disposizione di chi, componendo il numero d’urgenza 118, chiede il nostro intervento».

Parlate di serata informativa, per quale motivo è importante?
«La serata informativa, lo dice la denominazione stessa, permette al singolo di informarsi compiutamente di tutte le questioni relative all’attività nel contesto vero e proprio dell’organizzazione in cui, se decide di aderire, sarà chiamato ad operare. In questo senso si tratta di un primo contatto con l’organizzazione pompieristica per, sostanzialmente, confermare il proprio interesse».

Cosa può dire a chi sta pensando di aderire a questo progetto?
«Dico che non può esserci decisione più saggia e corretta! Fare il pompiere è un’attività stimolante e appagante. La sensazione che si prova al rientro in deposito dopo aver prestato soccorso ad una persona è indescrivibile e ricompensa tutti gli sforzi fatti e dei sacrifici profusi. Si tratta di un'esperienza fantastica, non vi annoierete, promesso!».