Diventare procuratore pubblico: c’è chi passa dal Parlamento e chi no

La procedura di nomina dei procuratori pubblici è un tema dibattuto da anni sia nel mondo politico che nell’opinione pubblica. In particolare, ed è il caso del Ticino, laddove il sistema di elezione è strettamente connesso con la ripartizione partitica delle cariche, ossia con il celebre «Manuale Cencelli». Proprio mercoledì il PLR ha presentato un’iniziativa parlamentare che propone di modificare il processo di nomina, attribuendo le competenze a una sorta di Ufficio della Procura, organo Eletto, questo sì, dal Parlamento. L’iniziativa riprende il sistema in vigore a Basilea Città e al Ministero pubblico della Confederazione.
Ma qual è il sistema adottato negli altri Cantoni? Ebbene, ce ne sono diversi. Nella Svizzera orientale, i procuratori sono grossomodo scelti dalla Procura. Nei Grigioni, per esempio, il Gran Consiglio non gioca alcun ruolo in quanto i Governo nomina sia il primo procuratore che gli altri pp. I candidati vengono sentiti dal primo procuratore e dai suoi più stretti collaboratori in un paio di colloqui di lavoro. Dopodiché la direzione della Procura (primo procuratore e procuratori capi) decide di fatto chi prendere e propone la persona prescelta al Consiglio di Stato, che in seguito la nomina formalmente. Non è mai successo che il Governo sia andato contro la proposta della direzione della procura. Nel resto della Svizzera tedesca i pp sono eletti dal Gran Consiglio, mentre Zurigo ha un sistema misto: le cariche principali sono scelte dalla Procura mentre gli altri pp sono eletti dal popolo nei rispettivi «Wahlkreise» (circondari).
In Romandia
I sistemi in uso nella Svizzera francese, come illustrato in un articolo apparso sulla Richterzeitung e sulla Rivista di diritto ticinese (cfr. Manuel Borla, Procedura di nomina dei magistrati e aspetti problematici, con riferimento in particolare al Cantone Ticino) sono anch’essi divergenti. Nel Cantone Friburgo vige un’interessante innovazione a livello svizzero: i membri del Ministero pubblico sono infatti eletti per una durata indeterminata, ma possono essere revocati dall’autorità di nomina nei casi previsti dalla legge. Un ruolo importante è rivestito dal Consiglio della Magistratura che, oltre ad essere l’autorità di sorveglianza indipendente sul potere giudiziario, ha anche la competenza di preavvisare le nomine dei magistrati all’indirizzo del Gran Consiglio, quale autorità competente per la nomina.
Nel Canton Vaud è stata istituita una Commissione speciale, composta da deputati in Parlamento e da esperti indipendenti, che preavvisa e propone al Gran Consiglio i candidati fondandosi sostanzialmente sui criteri di formazione giuridica e di esperienza professionale. La ripartizione politica è però stata istituzionalizzata e garantita costituzionalmente con la formulazione «Le Grand Conseil veille en outre à une représentation équitable des différentes sensibilités politiques». Nel Canton Neuchâtel, l’autorità di nomina è solo il Gran Consiglio che si pronuncia sulla nomina del magistrato per un periodo di sei anni. Nel Canton Vallese e nel Canton Giura i procuratori sono eletti dal Gran Consiglio ogni quattro anni.

Una scuola ad hoc
Il sistema in vigore nel Canton Friburgo auspica per il candidato magistrato l’espletamento di una formazione specifica istituita presso l’Accademia svizzera della magistratura. Tale formazione è pure obbligatoria per i magistrati giudicanti che si candidano al Tribunale amministrativo federale (eventualmente da espletare dopo l’elezione). TAF e Friburgo hanno istituito un percorso di accompagnamento del nuovo magistrato da parte di un giudice «già nominato», sino ad integrazione acquisita. Un tema, quello della formazione, che in Ticino è stato sollevato nel maggio del 2014 in una mozione di Giovanna Viscardi e cofirmatari. In quel caso, il Governo aveva riconosciuto che «la frequentazione spontanea da parte del candidato di una formazione specifica quale il CAS in magistratura costituirebbe uno degli elementi da tenere in considerazione nel processo di selezione». Come auspicato nel suo studio dall’avvocato Borla, oggi cancelliere presso il Tribunale amministrativo federale e già giudice supplente al Tribunale d’appello, «sarebbe opportuno richiedere al magistrato candidato, il completamento di una formazione tesa a sviluppare capacità gestionali ed organizzative necessarie per espletare l’attività dirigente sull’ufficio giudiziario». «Una formazione come quella istituita dall’Accademia, istituto creato dall’Associazione magistrati svizzere e dalla Fondazione per la formazione permanente dei giudici svizzeri e/o un sistema di “mentoring” coadiuvato da magistrati di esperienza, che sappiano “guidare” il magistrato fresco di “elezione”, sarebbe la giusta risposta», spiega Borla. «Il magistrato deve però essere anche sollevato da quelle incombenze prettamente amministrative e gestionali che sono più attinenti ai servizi di risorse umane».