L'appuntamento

Dodici ore di musica non stop al LAC di Lugano: «Ma non chiamatelo rave»

Il prossimo 29 marzo, dalle 3 di pomeriggio fino alle 3 di notte, la struttura ospiterà l'evento «Space÷Division X L.A.C.» – Ospite d'eccezione Jane Fitz – Ne parliamo con Matteo Ermotti
©Gabriele Putzu
Marcello Pelizzari
06.03.2025 12:15

«In realtà, non parlerei proprio di un rave». Matteo Ermotti sorride. Vero, sabato 29 marzo – nella cornice del LAC di Lugano – non andrà in scena un cosiddetto rave. Ma ci sarà della musica. Anzi, tanta musica. Dalle 3 di pomeriggio fino alle 3 di notte. Una maratona denominata Space÷Division X L.A.C. che, attenzione, vedrà la partecipazione di una DJ d’eccezione: Jane Fitz.

Si tratta, spiega Ermotti, al centro del progetto Space÷Division, di una prima assoluta in un contesto come quello del LAC. «L’idea – dice – è far conoscere il lato artistico di questa musica». Parliamo, appunto, di techno e trance. Non esattamente i generi preferiti di chi, solitamente, frequenta il LAC. «Ma, ripeto, la musica sarà al centro di tutto. Rave, come parola, può assumere accezioni negative. Qui, per contro, prevale il lato artistico: avremo DJ che suoneranno in vinile, il lato festaiolo non c’entra». A mo’ di garanzia, in effetti, ci sarà nientepopodimeno che Jane Fitz: «Lei suona da oltre trent’anni, è un’autentica leggenda della scena, è molto underground. E, come detto, è una di quelle che predilige il vinile al computer».

La techno, in particolare in Europa, sin qui è stata confinata nei grandi spazi industriali, come a Berlino, contribuendo a disegnare e definire i confini e i contorni delle metropoli. Che cosa ha spinto Ermotti a proporre un connubio fra questo genere e il LAC? «Noi, come Space÷Division, da tempo organizziamo feste sul Monte Brè. Visto il successo riscontrato, ci siamo detti che non sarebbe stato male espanderci e trovare nuove, suggestive location. Magari con un panorama altrettanto importante. Il LAC ci è sembrato il posto adatto per far conoscere la nostra musica, una musica sì di nicchia ma comunque conosciuta in tutta Europa. Non appena abbiamo annunciato questa data, ci hanno contattato da Basilea e Zurigo. Significa che l’interesse, in Svizzera, c’è. Eccome, se c’è».

Gli stessi responsabili del LAC hanno accolto con sorriso e spirito collaborativo la proposta di Ermotti. «Da parte nostra, abbiamo spiegato i nostri obiettivi e la nostra filosofia. Loro sapevano già di noi, grazie alle citate feste al Monte Brè. Abbiamo giusto chiarito che l’appuntamento del 29 marzo non sarebbe stato un party, ma un evento artistico. Di qui la voglia, da parte del LAC, di sperimentare». Una sperimentazione che potrebbe estendersi oltre il 29 marzo. Ancora Ermotti: «Loro, in effetti, programmare date sull’arco di un anno. Da parte nostra, invece, preferiamo prima vedere che impatto avrà questa prima data. Per poi farne, eventualmente, un appuntamento regolare, diciamo tre volte all’anno».

Domanda – per certi versi – scomoda: il progetto, a lungo termine, è fare di Lugano un punto fermo della scena, al pari di altre città come Berlino e Londra? «Sicuramente, mi piace sognare» risponde il nostro interlocutore. «Detto ciò, conosco i limiti di Lugano. E, per questo, non mi faccio illusioni. Iniziamo da qui, dall’evento al LAC. E dallo spazio che ci è stato dato. La data, al di là delle richieste da Basilea o Zurigo, sin qui ha attirato un forte interesse. Sarà la location, o la presenza di un’artista come Jane Fitz».

A livello personale, com’è nata la passione di Matteo Ermotti per questo genere? «Un po’ per caso» chiosa il diretto interessato. «La mia non è certo una famiglia votata alla musica, tuttavia quando ero piccolo mi sono trovato davanti un DJ che suonava. Ecco, non saprei dire esattamente ma ricordo di esserne rimasto folgorato. Pian piano, con i primi soldi, mi sono comprato due giradischi, un mixer e, da autodidatta, ho imparato. Qualche amicizia nelle discoteche, in seguito, mi ha permesso di mettere le mani su alcuni dischi e impratichirmi ancora di più. Ma, ripeto, non sono certo il tipo che a tre anni aveva ricevuto una pianola e si era rivelato subito un prodigio».

Info e biglietti: qui.