Don Leo, la Curia esprime vicinanza «alle persone coinvolte»

Le vittime di Don Rolando Leo, come annunciato stamane, sarebbero nove secondo l'atto d'accusa nei confronti del religioso ora in espiazione anticipata della pena: si tratterebbe di quattro minorenni e cinque maggiorenni. I reati contestati all'ex cappellano del collegio Papio di Ascona (nonché docente e assistente spirituale della Pastorale giovanile diocesana, oltre che responsabile dell’Ufficio dell'istruzione religiosa scolastica cantonale) sarebbero – al termine dell'inchiesta condotta dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni – di coazione sessuale, atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, atti sessuali con fanciulli e pornografia. Il 55.enne era stato sospeso da tutti i suoi incarichi ed è tuttora in carcere alla Farera, in espiazione anticipata della pena dal 7 agosto 2024.
La Curia, dopo aver inizialmente preferito non commentare le indiscrezioni, tramite una nota ha infine preso posizione: «Avuta conferma ufficiale da parte della Procura Pubblica circa il rinvio a giudizio nei confronti del sacerdote don Rolando Leo, notizia anticipata per mezzo stampa, l'amministratore apostolico, il vescovo Alain de Raemy, ribadisce la vicinanza sua personale e della Diocesi alle persone coinvolte negli episodi per i quali il sacerdote è stato accusato e andrà a processo». E ancora: «Il vescovo Alain condivide con loro, con i loro familiari e con tutti coloro che sono toccati da questa vicenda dolorosa, la sofferenza vissuta e assicura la costante disponibilità di ascolto e di supporto. Mons. de Raemy attende l'esito del procedimento giudiziario esprimendo pieno rispetto nei confronti del lavoro della Magistratura».