Il caso

Don Leo: la Curia sapeva già da tre anni

È quanto scrive la Regione, riferendo che il giovane protagonista della denuncia dello scorso aprile si era confidato già nel 2021 con Valerio Lazzeri
© Archivio/CdT
Red. Online
18.09.2024 09:00

Le presunte molestie sessuali compiute dal cappellano del Papio Don Leo, che lo scorso agosto hanno portato alla sua denuncia e al suo arresto, erano note già nel 2021 alla Curia di Lugano. È quanto scrive la Regione, citando fonti proprie. Secondo il quotidiano, il giovane che ha scoperchiato il caso aveva informato l'allora vescovo Valerio Lazzeri dei comportamenti del sacerdote. La reazione, tuttavia, si limitò a una telefonata al giovane stesso. Telefonata nella quale vennero formulate le scuse del religioso, che ammetteva i fatti. Don Leo, docente e responsabile dell'insegnamento religioso cantonale, si trova in carcere dal 7 agosto.

La Regione riferisce altresì che il giovane, confidandosi con il vescovo Lazzeri, aveva sollevato preoccupazioni circa un approccio fisico nei confronti di un secondo giovane, minorenne. Lazzeri, sempre secondo il quotidiano bellinzonese, avrebbe promesso un intervento incisivo con un percorso di assistenza psicologica da imporre al religioso. Il ragazzo, però, non aveva più saputo niente. Nel frattempo, in questi tre anni al sacerdote sono stati affidati diversi incarichi in contesti giovanili.

Il giovane, dopo essersi confidato lo scorso febbraio con l’amministratore apostolico Alain de Raemy, il successore di Lazzeri, ha quindi sporto denuncia al Ministero pubblico in aprile. Il prelato, ricordiamo, è accusato di coazione sessuale, pornografia e atti sessuali con fanciulli, persone incapaci di discernimento o inette a resistere.