Bellinzona

Dopo la ‘Nuvola’ un «salotto a cielo aperto»

Il consigliere comunale Alessandro Lucchini (ri)lancia la proposta di trasformare piazza del Sole in uno spazio veramente a disposizione dei cittadini - Intanto l’opera effimera del designer Nicola Colombo sta spopolando sui social - FOTO
Uno spettacolo nello spettacolo. (Fotoservizio Reguzzi)
Alan Del Don
11.06.2019 06:06

BELLINZONA - È sotto il cielo ma sopra le vostre teste. In piazza del Sole in città, l’avrete notato, è spuntata la «Nuvola piovasca», installazione artistica del meccanico, designer e tecnico d’arte Nicola Colombo. Vi resterà fino al 31 agosto quale omaggio per i 150 anni dell’Azienda multiservizi Bellinzona (AMB). L’opera, inaugurata sabato alla presenza di autorità e popolazione, sembra piacere parecchio: sui social, Instagram in primis, sono già numerose le fotografie condivise dagli utenti. Non siamo ancora ai livelli dei fenicotteri di Locarno che nella primavera 2018 fecero parlare mezzo mondo o dei recenti «riflessi di luce» luganesi, tuttavia le premesse sono ottime. Si tratta senza dubbio di un’iniziativa azzeccata per veicolare il nome della capitale oltre i confini nazionali nella stagione turistica per antonomasia. Dopo la visita del segretario di Stato americano Mike Pompeo, insomma, per la Turrita potrebbero aprirsi altri interessanti orizzonti.

Dici nuvola e pensi alla pioggia. Non in questo caso. Anche se piazzandosi sotto la creazione dell’artista bellinzonese si può godere di un po’ di refrigerio, scattarsi un «selfie» oppure scambiare quattro chiacchiere con i passanti stando comodi sulle sedie rosse donate da AMB alla Città. L’opera di Nicola Colombo simboleggia il servizio universale dell’ente autonomo di diritto comunale: «È l’inizio del ciclo dell’acqua, liquido prezioso che dopo un lungo viaggio sgorga dai nostri rubinetti. La nuvola rimanda inoltre alle moderne cloud digitali e ai servizi di telecomunicazione offerti dall’azienda cittadina». Nel suo atelier di fabbricazione di via Vela ha lavorato giorno e notte districandosi in un groviglio di cavi e materiale vario: 130 chilogrammi di profili di alluminio, 300 metri di funi e acciaio e 500 metri quadrati di rete in tulle di polietilene ignifugo. In aggiunta il suo vero marchio di fabbrica, vale a dire 140 ugelli fog ultrasottili che producono l’effetto nebbia. Già, perché Nicola Colombo è diventato un «fabbricanebbia» come hanno potuto apprezzare, lo scorso mese, i visitatori della Biennale d’arte di Venezia. Il designer ha infatti dato vita, con Monica Sciarini, all’ammasso di goccioline d’acqua al centro dell’installazione «Thinking head» di Lara Favaretto.

Ma la creazione va oltre l’estetica. Mira a rivalutare la piazza come «cuore» nevralgico della Turrita. Obiettivo: socializzare. A questo proposito abbiamo interpellato il consigliere comunale Alessandro Lucchini (Partito comunista-Unità di sinistra) che ad inizio anno aveva chiesto al Municipio un concorso di idee per rivalorizzare l’agorà. L’Esecutivo aveva risposto che lo spazio va bene così com’è. Le piace la «Nuvola»? «Ho appreso con molto piacere che qualcosa si è mosso dopo la mia proposta di rivalorizzare piazza del Sole, e apprezzo il concetto artistico. Fa altrettanto piacere che con questa opera si voglia ‘riscoprire la piazza come luogo di aggregazione’, punto centrale della mia proposta in Consiglio comunale. Spero dunque che la ‘Nuvola’ possa riuscire in questo obiettivo aggregativo: essere soprattutto una nuova possibilità di incontro. Sarà dunque importante dare la possibilità di sostare attorno ad essa. Per questo, oltre alle 20 sedie previste nel progetto AMB, rilancio l’idea di un arredo urbano ‘mobile’, con un numero sufficiente di panchine, tavolini, sdraio, piante e decorazioni floreali rimovibili quando necessario da affiancare all’installazione. Penso ad un arredo urbano più verde. Una provocazione: nel periodo della nascita di una nuova sensibilità ambientale sarebbe concettualmente più significativo vedere la ‘Nuvola’ rilasciare il suo vapore acqueo su un arredo urbano della piazza un po’ più verde (fiori, alberi, ecc.) piuttosto che su una distesa di granito e cemento».

Visto il dibattito riaccesosi negli scorsi mesi crede che posare delle installazioni artistiche provvisorie possa essere una buona soluzione? «La più grande opera d’arte sarebbe quella di una piazza del Sole che vive ogni giorno. Ben vengano dunque installazioni artistiche che sappiano coinvolgere la popolazione, da vivere. Ci sono installazioni artistiche che mettono al centro dell’opera l’esperienza diretta con il visitatore. Credo che questa sia la direzione da perseguire: arte, cultura e aggregazione per far vivere la piazza. Dopo l’esperienza della ‘Nuvola’ perché non indire in futuro un concorso di idee?».

Oltre all’organizzazione di eventi e all’arredo urbano dall’impronta più verde, secondo lei si potrebbe osare con qualcosa d’altro? «Io credo in una piazza del Sole che favorisca innanzitutto l’aggregazione, dove giovani e meno giovani si possano fermare per godere di una delle migliori viste su Castelgrande. Come detto, per far questo serve innanzitutto un arredo urbano che invogli alla sosta. Penso ad un ‘salotto a cielo aperto’ che possa essere quotidianamente riempito dei contenuti creati dalla popolazione. Piccole attività delle associazioni, musica, biblioteca all’aperto, mercatini, intrattenimento per bambini, e così via».

E voi cosa ne pensate? Diteci la vostra, sulla «Nuvola», scrivendo un’e-mail al seguente indirizzo: [email protected]