Visletto

«Dopo le verifiche, costruiremo il ponte mobile nel giro di 72 ore»

L’esercito installerà la struttura mobile che sostituirà per lungo tempo il manufatto crollato – Si attendono l’analisi statica degli ingegneri e l’OK del Cantone – Il comandante Dattrino: «Siamo pronti»
©Gabriele Putzu
Giona Carcano
02.07.2024 21:00

Il ponte di Visletto è il simbolo della tragedia che ha colpito la Vallemaggia. Spezzato, come l’intera regione, dalla furia del maltempo. L’approvvigionamento elettrico e le telecomunicazioni sono stati ristabiliti nelle scorse ore: rimangono da «allacciare» le località più discoste, come Mogno e Pian di Peccia dove al momento le comunicazioni rimangono difficoltose. A livello logistico, tuttavia, il problema più grande rimane la via di collegamento stradale tra la parte bassa e quella alta della valle. L’unico accesso sicuro rimane la passerella ciclopedonale che, al contrario del ponte di Visletto, non ha subito danni rilevanti. I tecnici, anche oggi, hanno valutato la situazione. L’idea è quella di riuscire a far passare mezzi di trasporto dal peso massimo di 3,5 tonnellate in modo da facilitare il passaggio di piccoli veicoli adatti al trasporto di merci di prima necessità e macchinari da lavoro. Le prime valutazioni fatte dagli ingegneri civili sulla passerella sembrano positive, anche se l’ufficialità sull’apertura non è ancora arrivata.

Corsa contro il tempo

Parallelamente ai lavori di rinforzo della via pedonale, gli esperti stanno analizzando i fianchi del ponte stradale crollato. La forza del fiume non solo ha distrutto il manufatto, ma ha anche eroso parti delle due sponde del fiume Maggia. La riapertura al traffico è però essenziale per dare inizio allo sgombero vero e proprio. L’intenzione è quella di montare un ponte mobile dell’esercito in modo da trasportare macchinari di grandi dimensioni capaci di caricare il materiale che ostruisce le vie di collegamento a nord di Cevio, in val Bavona e in Lavizzara. È dunque una corsa contro il tempo, anche per garantire una parvenza di normalità agli abitanti.

In pochi giorni

Come detto, saranno le forze armate ad occuparsi dell’operazione di montaggio del ponte mobile. L’esercito, infatti, è attualmente impegnato su più fronti in Svizzera a causa del maltempo. In totale sono 135 i militari – appartenenti a parti della formazione d’intervento d’aiuto in caso di catastrofe e al battaglione del genio 6 – impiegati in questo momento. Molti di essi si trovano in Vallese. «Allo stato attuale, al di fuori delle forze aeree (con due Superpuma e un Eurocopter d’appoggio, ndr), non abbiamo ancora dei militi in impiego in Ticino», spiega al CdT Maurizio Dattrino, comandante della divisione territoriale 3. Si attende infatti l’OK da parte delle autorità per la costruzione del ponte mobile a Visletto. Prima di attivare l’esercito, dunque, il Cantone deve procedere con la messa in sicurezza delle due sponde e creare le condizioni per permettere il montaggio del ponte. «Restiamo di picchetto, nel nostro ruolo sussidiario, pronti a intervenire», ribadisce Dattrino. Il quale sottolinea che, una volta arrivati sul posto, «saremo in grado di montarlo in pochi giorni». Un altro aspetto da chiarire, per i tecnici civili che operano in queste ore a Visletto, è la questione statica. L’ipotesi, al momento, è quella di poter utilizzare il pilone centrale (rimasto a prima vista quasi intatto) come «appoggio» per la struttura mobile dell’esercito. Se così fosse, il ponte riuscirebbe a reggere carichi molto più pesanti. Facilitando di conseguenza il passaggio di camion e mezzi di grosse dimensioni. Ma per effettuare queste verifiche, spiega ancora Dattrino, «serviranno ancora alcuni giorni». Dopodiché, al massimo in quattro giorni, il ponte potrà essere piazzato e attivato.

Utilizzato anche a Glarona

Dalle ultime analisi, sembra che il modello più adatto per le condizioni delle due sponde a Cevio sia il modello «Mabey-Johnson», che verrebbe installato grazie a 35 militari del reparto d’intervento d’aiuto in caso di catastrofe. «Verosimilmente, prima della posa vera e propria, le autorità civili dovranno effettuare un lavoro di preparazione con del cemento su entrambe le sponde», evidenzia il comandante. «In questo modo si potrà appoggiare il ponte. Tutto questo serve a fornire le condizioni ideali alla struttura: con ogni probabilità, infatti, verrà utilizzata per parecchio tempo». Questo tipo di ponte mobile è già stato impiegato in situazioni simili in Svizzera, conferma Dattrino. «È stato smontato solo due mesi fa a Glarona, dove era stato posato lo scorso anno a causa di una frana. Ma se ben ricordo era stato utilizzato anche a Bondo».

Dattrino ha sorvolato la zona disastrata oggi pomeriggio, ed è rimasto colpito dalla situazione. «La cosa che impressiona è che all’entrata della valle la situazione è tranquilla. Ma dopo Cevio la distruzione è totale. È incredibile la forza della natura: vedere quel ponte così massiccio distrutto in poco tempo lascia davvero a bocca aperta».   

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