Lugano

«Dopo lo stadio, riscattate la torre»

C’è chi chiede al Municipio di ripetere l’operazione dell'AIL Arena – Foletti: «Fattibile, ma calma»
©Chiara Zocchetti

Subito lo stadio, e nel 2026 il palazzetto dello sport. Come anticipato ieri dal Corriere del Ticino, Lugano ha deciso di «pagare il riscatto» e diventare subito proprietaria della AIL Arena ricorrendo a un prestito obbligazionale (da 114,5 milioni) piuttosto che imboccare la via del leasing. E il prossimo anno, farà lo stesso per il Palaraiffeisen.

Per quanto riguarda lo stadio, nel messaggio destinato al Consiglio comunale, la Città spiega che « il costo totale del leasing ammonterebbe a 153,97 milioni su 27 anni, mentre il finanziamento tramite bond comporterebbe un costo complessivo di 119,06 milioni sullo stesso arco di tempo, con un risparmio stimato di circa 34,9 milioni. La comparazione è stata effettuata utilizzando l’importo netto di 103,92 milioni, «risultante dall’importo del credito richiesto per l’acquisto della struttura, dedotte le entrate già conosciute (sussidi e contributo straordinario del Cantone). Il risparmio evidenziato è imputabile principalmente al minor tasso di interesse associato al prestito obbligazionario (stimato all’1,04% al 4 dicembre 2024) rispetto a quello del leasing (stimato al 3,25% al 4 dicembre 2024)».

Detto in due parole: la Città diventerà subito proprietaria dello stadio. E tra un anno ripeterà questa mossa con il palazzetto dello sport. Come peraltro previsto dal contratto di partenariato pubblicoprivatofirmato con HRS.

«Non fermiamoci qui»

La via scelta dalla Città era stata caldeggiata con una mozione del 22 marzo 2024 dall’ex consigliere comunale del PLR Ferruccio Unternährer. «Sono molto soddisfatto. È bello vedere che la Città è tornata ad essere sicura di sé e con le idee chiare, senza paura di costruire un’opera così importante e diventarne subito proprietaria », afferma al Cdt. «Il sovrapprezzo del leasing sarebbe stato denaro sprecato». Secondo Unternährer, «in prospettiva futura non bisogna fermarsi qui». Insomma, è un’operazione da ripetere per altri stabili pubblici, magari quelli di cui la Città ha bisogno per necessità logistiche. Ma non solo. In particolare, l’ex commissario della Gestione si riferisce a un altro edificio che vedrà alla luce proprio a Cornaredo: la Torre Est, che la Città ha recentemente offerto come futura sede della Giustizia. «Se il Cantone dovesse accettare questa proposta, ritengo che quella del riscatto sarebbe una via da provare a percorrere». Ma, in generale, qual è il vantaggio di un’operazione del genere, oltre al prospettato risparmio di una trentina di milioni di franchi rispetto al leasing? «Uno degli aspetti critici dei conti di Lugano è che la Città ha pochi ammortamenti rispetto agli investimenti. Diventando subito proprietaria dell’opera, deve iniziare ad ammortizzarla. In pratica, in questo modo si disciplina l’ammortamento e conseguentemente anche l’autofinanziamento degli investimenti ».

Musica del futuro

L’operazione riscatto potrà quindi allargarsi anche alla Torre Est, futura «casa » dell’amministrazione comunale oppure della Giustizia? È presto per dirlo, ma è uno scenario che la Città intende valutare. «Uno scenario interessante » afferma il vicesindaco e capodicastero Cultura, sport ed eventi, Roberto Badaracco. «Va detto che la Città, diventando proprietaria, dovrebbe sostenere i costi di manutenzione, ma avremmo comunque un bel risparmio rispetto alla formula dell’affitto dai privati. Credo però che sia musica del futuro».

Dal canto suo, il sindaco Michele Foletti lo ritiene uno scenario possibile – l’accordo lo prevede – ma avverte: « È una mossa che va calibrata in base agli investimenti che la Città ha in programma di fare e all’indebitamento verso terzi. Non possiamo andare a prendere in prestito soldi all’infinito. Negli anni Lugano ha sempre pagato parte degli investimenti con il debito, sia emettendo obbligazioni sia accendendo prestiti con le banche, ma la soglia di indebitamento non deve essere eccessiva. Altrimenti perderemmo il rating di Moody’s e saremmo meno appetibili sul mercato dei capitali». In ogni caso, per decidere c’è tempo ancora qualche anno.

Critiche dall’MPS

Se da un lato il riscatto dello stadio è stato accolto favorevolmente, dall’altro non sono mancate voci critiche. Secondo l’MPS «tutta la vicenda conferma come la scelta degli accordi di partnership pubblico- privato sia stata puro veleno per gli investimenti pubblici».