Processo

Due anni e sei mesi per le malversazioni in casa per anziani

Le aveva commesse il segretario della Bianca Maria di Cadro tra il 2010 e il 2018, sottraendo oltre 600.000 franchi, di cui 225.000 nel frattempo restituiti
©Gabriele Putzu
Federico Storni
30.11.2023 11:40

Si è chiusa stamattina la vicenda penale riguardante le malversazioni commesse fra il 2010 e il 2018 da un impiegato - il segretario - della casa per anziani Bianca Maria di Cadro ai danni delle casse della struttura: l'uomo è stato condannato con la formula del rito abbreviato (che prevede un accordo di pena fra accusa e difesa, poi ratificato dalla Corte) a due anni e sei mesi di carcere per ripetuta appropriazione indebita, ripetuta falsità in documenti e truffa. Nel 2018 l'uomo, un 62.enne residente in Leventina, si era autodenunciato quando aveva compreso che sarebbe stato scoperto ed era stato incarcerato per tre mesi. Ora dovrebbe scontarne altrettanti, ma verosimilmente verrà trovata una misura sostitutiva (in questo senso la decisione spetterà al Giudice dei provvedimenti coercitivi). I restanti due anni sono invece stati posti al beneficio della condizionale.

L'inchiesta è stata "ereditata" dalla procuratrice pubblica Francesca Nicora e nell'atto d'accusa emerge che compiere malversazioni per l'uomo era diventata quasi quotidianità. L'inchiesta ha infatti ricostruito sull'arco di otto anni "almeno 3.053 registrazioni contabili fittizie" da parte dell'uomo (difeso dall'avvocato d'ufficio Marco Cocchi) che era incaricato della gestione e dell'allestimento della contabilità. L'anno più intenso è stato il 2014, quando si sono registrate 624 operazioni fittizie per un maltolto di quasi centomila franchi. In tutto ha sottratto oltre seicentomila franchi, 225.000 nel frattempo sostituti. A giudicarlo è stata la Corte delle assise criminali presieduta dalla giudice Francesca Verda Chiocchetti.

Quanto a come ci sia riuscito, l'atto d'accusa indica tre modalità: scontrini concernenti spese personali fatti passare come spese della casa anziani, ricevute di pagamento confezionate ad hoc indicanti cifre corrispondenti alla sue malversazioni e copie di fatture e ricevute di pagamento già contabilizzate alterate modificando o eliminando la data. La particolare accortezza era quella di caricare questi giustificativi fittizi sfruttando la differenza tra le reali entrate e spese della casa per anziani e quanto indicato a Preventivo. In altre parole "puntava" voci contabili in cui vi era ancora margine sulla base del bilancio preventivo.

I soldi sono stati spesi per beneficio personale. Di fatto, e ovviamente senza saperlo, la casa anziani gli ha finanziato, tra gli altri, prestazioni sessuali a pagamento, due anni di abbonamento allo Splash&Spa, l'abbonamento del telefono e di una palestra, massaggi shiatsu e sportivi, un intervento di chirurgia estetica e lo "stipendio" che dava a una vicina di casa che gli lavava i vestiti.

In aula, data la natura "rapida" della procedura, l'imputato ha riconosciuto quanto addebitatogli ma senza addentrarsi particolarmente nella fattispecie. Ha per contro affermato di aver intrapreso un percorso di cura mentale che gli ha permesso di capire le ragioni di fondo che lo hanno spinto a delinquere superati i cinquant'anni e a elaborare la sua colpa.