Ticino

Due cameriere molto speciali all'Hotel Splendide Royal: «La disabilità non è un limite»

La storia di Chiara e Fatima, due ragazze con la sindrome di Down assunte dal cinque stelle luganese: «Sono molto precise e professionali anche con clienti particolarmente esigenti, siamo fieri di loro»
© CdT / Gabriele Putzu
Mattia Sacchi
15.12.2024 06:00

Fatima cammina leggera, in un portamento che la fa quasi sembrare una ballerina che si esibisce in una danza mentre passa tra gli ospiti che stanno facendo colazione nell’elegante salone dell’Hotel Splendide Royal di Lugano. Pochi metri più in là, Chiara sta preparando i caffè al bancone, intrattenendo i clienti come la più scafata delle bariste. Una normale mattina, quella al cinque stelle luganese. Ma è proprio quella normalità a rendere tutto così speciale. Chiara e Fatima sono infatti due ragazze con la sindrome di Down. Una condizione all’apparenza limitante, eppure loro dimostrano di saper tranquillamente lavorare in un contesto frequentato da ospiti esigenti, collaborando con uno staff di professionisti altamente qualificati. Anche perché qualificate lo sono anche loro, con Fatima che ha completato il ciclo di orientamento della scuola speciale presso il Liceo 1 di Lugano e Chiara l’Istituto Alberghiero di Porlezza.

Fatima e Chiara a lavoro. © CdT/Putzu
Fatima e Chiara a lavoro. © CdT/Putzu

«Sono molto precise e professionali, entrambe hanno dimostrato di essere delle vere e proprie risorse per l’hotel – spiega Thomas Brugnatelli, general manager dello Splendide Royal -. La loro energia è coinvolgente: questo progetto è un’occasione di crescita non solo per loro ma anche per la direzione e il personale».

Il progetto a cui fa riferimento Brugnatelli è quello in collaborazione con Avventuno, associazione ticinese che sostiene in maniera attiva e concreta le persone con Trisomia 21, aiutando molti di loro a inserirsi nel mondo del lavoro. «Da 5 anni stiamo collaborando con successo con diverse realtà ticinesi, con tanti ragazzi che sono riusciti a trovare un impiego. È stato fantastico essere stati contattati dallo Splendide Royal per la possibilità di inserire delle figure per la sala», spiega Monica Induni, direttrice dell’associazione che proprio in questi giorni sta festeggiando i 10 anni di attività con la nuova sede di Via San Gottardo 61 a Massagno.

Chiara impegnata al bar dell'Hotel Splendide Royal. © CdT/Putzu
Chiara impegnata al bar dell'Hotel Splendide Royal. © CdT/Putzu

Una formazione professionale inclusiva dove nulla è dato al caso. «Prima di procedere allo stage formativo c’è stato un periodo di osservazione, dove assieme alla direzione dell’hotel abbiamo valutato la collocazione ottimale per entrambe le ragazze – prosegue Induni -. Ma ancora adesso la responsabile del progetto Angelica Jaeggli e la tutor Laura Cattarossi proseguono nel percorso di accompagnamento, con un confronto continuo per valutare le principali sfide e le future opportunità».

Fatima mentre prepara la tavola per le colazioni dell'Hotel Splendide Royal. © CdT/Putzu
Fatima mentre prepara la tavola per le colazioni dell'Hotel Splendide Royal. © CdT/Putzu

Di certo sia Fatima che Chiara si stanno dimostrando pronte a cogliere le opportunità, affrontando al meglio le sfide. «Ci sono tanti ospiti da tutto il mondo. Per questo, quando sono al bar devo essere sempre pronta a parlare in lingue diverse», spiega Chiara. «Inoltre in una sala del genere non basta fare bene il servizio, è importante farlo con le dovute maniere e il giusto atteggiamento», ribatte Fatima. La quale spiega come stia imparando molto anche dal punto di vista umano. «All’inizio, a causa della timidezza, era difficile parlare con i colleghi. Ma ho capito che devo imparare a gestire le mie paure e farmi coraggio: adesso interagisco molto di più e alcuni di loro in cucina mi fanno assaggiare delle cose buone per chiedermi cosa ne penso». Una timidezza che non ha la sua collega, più spigliata, che tuttavia ha vissuto momenti decisamente emozionanti: «Un giorno sono venuti a pranzo i miei genitori. Una bellissima sorpresa: sono stata molto orgogliosa di servirli mentre ero in divisa assieme ai miei colleghi».

Fatima e Chiara a lavoro. © CdT/Putzu
Fatima e Chiara a lavoro. © CdT/Putzu

Mancano ancora oltre 6 mesi al termine dello stage formativo, ma già si guarda al futuro. «Con l’associazione Avventuno faremo un bilancio e valuteremo il prosieguo di questo progetto che, comunque vada, ci sta rendendo molto orgogliosi», spiega Brugnatelli. «Questo non è mero esercizio di immagine bensì un reale percorso di inclusione – commenta Induni -, che dimostra come con i giusti strumenti ragazzi come Chiara e Fatima possano raggiungere risultati notevoli». Il risultato più significativo è però quello raccontato da Fatima: «Quando finisco il turno e rientro a casa in bus mi sento allegra e serena, consapevole di aver contribuito al risultato di squadra. E questo alimenta la mia voglia di imparare e fare sempre di più».

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