Due incontri per ricordare Cotti e «dare a Flavio ciò che è di Flavio»

«Politico fra impegno e lungimiranza ». Questo il titolo del doppio appuntamento in programma venerdì 12 e sabato 13 maggio a Locarno per ricordare Flavio Cotti, scomparso alla fine del 2020. Consigliere di Stato fra il 1975 e il 1983, membro dell’Esecutivo federale dal 1986 al 1999 e a due riprese presidente della Confederazione, Cotti è stato una figura di spicco della politica cantonale e nazionale. «Flavio Cotti è deceduto nel dicembre del 2020 in periodo di accresciute restrizioni pandemiche. È stato allora impossibile rendere adeguatamente omaggio al suo grande e proficuo lavoro nei Governi e nei Parlamenti a livello cantonale e federale. I due eventi del 12 e 13 maggiohanno in primo luogo lo scopo di tributare a Flavio Cotti gli onori che indubbiamente merita e che la pandemia gli ha negato», spiega l’ex consigliere di Stato Luigi Pedrazzini, coordinatore del Gruppo di lavoro che ha organizzato gli eventi. Il primo è la commemorazione ufficiale, prevista in due momenti distinti venerdì 12 maggio. L’inizio è alle 16 al cimitero, dove si esprimerà l’arciprete don Carmelo Andreatta. Alle 17, al Palacinema, seguirà la parte con le autorità, con interventi del sindaco Alain Scherrer, del presidente cantonale del Centro Fiorenzo Dadò, del presidente del partito nazionale Gerhard Pfister, del consigliere di Stato Raffaele De Rosa e del consigliere federale Ignazio Cassis. Saranno presenti anche gli ex consiglieri federali Adolf Ogi e Joseph Deiss. Al termine, avrà luogo una prolusione del giornalista Moreno Bernasconi dal titolo «La Svizzera di Flavio Cotti ».
L’appuntamento del sabato, con inizio alle 9 (sempre al Palacinema), sarà dedicato ad approfondimenti e testimonianze. «Oltre che un atto di giustizia, l’appuntamento vuole permettere un primo apprezzamento dell’enorme impegno politico di Flavio Cotti soprattutto in seno al Consiglio di Stato ticinese e al Consiglio federale. Anche se non possiamo ancora parlare di giudizio storico che per la sua messa a punto richiede un periodo di tempo molto più lungo e l’accesso a documenti oggi ancora classificati, certamente possiamo affermare che il lavoro di Flavio Cotti ha lasciato segni profondi e positivi, che è stato uno statista autorevole e lungimirante, un politico aperto, moderno e sensibile ai cambiamenti sociali», dice Pedrazzini. Dopo un intervento dello storico Lorenzo Planzi, la mattinata proseguirà con le tracce del lavoro in Consiglio di Stato: parleranno Remigio Ratti, Pierfranco Venzi, Ivo Eusebio e Sabrina Gendotti. Sulla parte relativa alla direzione del DFI a Berna, interrogati da Alessia Caldelari, interverranno Walter Fust, Philippe Roch, Thomas Zeltner e Livio Zanolari. Per la parte sul DFAE si esprimeranno (moderatrice Michèle Volonté) Peter Maurer e i già ambasciatori Raimund Kunz, Claude Altermatt e Dante Martinelli. Concluderanno l’evento le testimonianze personali di Tito Tettamanti, Alexis Lautenberg e Filippo Lombardi.
Uno sguardo retrospettivo o anche prospettico? «Il convegno vuole soprattutto “dare a Flavio ciò che è di Flavio” e non ha lo scopo di creare collegamenti e soprattutto giudizi con i tempi correnti», rileva Pedrazzini. «Abbiamo però voluto fare le cose seriamente, andare oltre la mera commemorazione e offrire così ai presenti un’occasione di arricchimento e di riflessione. In questo senso le giornate potranno avere uno sguardo retrospettivo o prospettico».
Qual è il messaggio che si può tramandare ai giovani? «Non abbiamo scelto casualmente lo slogan: “Flavio Cotti, statista fra impegno e lungimiranza”. Attraverso una prima rilettura della vita politica di Flavio Cotti è importante capire che il servizio politico richiede impegno, approfondimento, tenacia. Non può essere superficiale, non deve essere necessariamente spettacolare. Richiede poi, per lasciare un segno, la capacità della lungimiranza perchè il lavoro che facciamo oggi produce frutti, positivi o negativi, a medio e lungo termine». Secondo Pedrazzini, l’approfondimento del lavoro di Cotti può essere un’ispirazione anche per il partito (che ha abbandonato il referente cristiano nel nome) «per le sue visioni nei rapporti fra Stato e economia, per il suo impegno per il federalismo e il plurilin-guismo, per la sua attenzione “ante litteram” alla salvaguardia dell’ambiente, per la sua capacità di dare un posizionamento forte della Svizzera nelle relazioni internazionali».
Tutti possono partecipare
Il convegno su Flavio Cotti è aperto a tutti. Per ragioni organizzative è comunque necessaria l’iscrizione, comunicando la partecipazione all’indirizzo [email protected] e indicando se si presenzierà a entrambi gli eventi (aperitivo del venerdì e pranzo del sabato) o soltanto alla commemorazione (aperitivo) o alla mattinata di studio (pranzo).