Luganese

È arrivato il padel: primi campi a Savosa

È un mix fra tennis e squash e in Italia sta spopolando – In Svizzera si gioca solo oltre San Gottardo ma presto sarà possibile farlo anche in Ticino negli impianti realizzati dall’A-Club – Resta vivo l’interesse a creare un centro a Lugano da parte di un gruppo di appassionati che a breve incontrerà la Città
© CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
10.01.2022 06:00

Il padel ha messo piede in Ticino. L’A-Club di Savosa ha praticamente finito di realizzare tre campi e presto i luganesi appassionati di questa disciplina potranno giocare senza doversi sobbarcare lunghe trasferte in Italia o nella Svizzera interna. Parliamo di uno sport emergente che viene descritto come un misto fra il tennis e lo squash e che si gioca su campi di venti metri per dieci circondati da pareti di vetro, o altri materiali, sulle quali si può fare rimbalzare la pallina.

Finora, pur essendoci diversi praticanti, il nostro cantone non compariva sulla mappa europea del padel: quello costruito dall’A-Club è il primo impianto. «Abbiamo realizzato dei campi di ultima generazione, perfettamente riscaldati, con il manto testurizzato per favorire la velocità della palla e le pareti in vetroresina per limitare il rumore» spiega Simona Malagoni, direttrice del centro fitness e wellness di Savosa. Le superfici di gioco hanno preso il posto di quelle usate in precedenza per il calcetto e prima ancora per il tennis.

Ma com’è nata l’idea di puntare sul padel? «Il nostro settore - prosegue Malagoni - è stato massacrato dalle misure contro la pandemia. È stato il più colpito in assoluto, anche più della ristorazione. I gruppi che giocavano a calcetto faticavano a trovare le persone per le partite, in più questa attività era stata vietata per diversi mesi. Conosciamo molto bene il padel e sappiamo quanto sta crescendo, soprattutto in Italia. Per questo abbiamo deciso d’investirci. È un’attività che ha un pubblico molto ampio: può essere praticato a tutte le età e piace anche alle donne».

Non resta che prendere le racchette e incominciare a giocare, anche se il lavoro per l’A-Club è appena cominciato: «Ci stiamo attrezzando per creare una scuola di padel - continua la direttrice - trovando profili che possano collaborare con noi».

Sul tavolo delle autorità

Quello di Savosa non è l'unico progetto dedicato a questo sport. Come scrivevamo lo scorso ottobre, c’è un gruppo di colleghi e amici attivi in diverse società del Luganese, soprattutto nel settore del trading, che vorrebbe aprire un club a Lugano. Per questo gli appassionati avevano chiesto alla Città di poter prendere in affitto il padiglione Mac 7 del Centro Esposizioni, che secondo il loro piano avrebbe potuto ospitare quattro campi e uno spogliatoio.

Usiamo il condizionale passato perché l’autorità comunale preferirebbe altre ubicazioni: la necessità di avere una struttura fissa, nelle strutture al Campo Marzio, è vista come un potenziale limite a livello logistico. Il discorso è comunque aperto. «Incontreremo i rappresentanti del Comune nei prossimi giorni» spiega Giacomo Graziani, uno dei promotori del padel in città. «Siamo sempre molto motivati a portare avanti il progetto».

Alle origini del fenomeno

Nell’articolo di ottobre scrivevamo anche delle origini del padel: una storia singolare che vale la pena riproporre. La «paternità» di questa disciplina viene attribuita all’imprenditore messicano Enrique Corcuera.

Siamo a fine anni Sessanta e Corcuera, nel giardino della sua villa, ha un campetto che usa per il fronton, un altro gioco con racchetta. A un certo punto, per evitare che la vegetazione del parco invada il campo e che la pallina finisca nella proprietà del vicino, l’imprenditore fa costruire un muro attorno al rettangolo di gioco. I giocatori trovano naturale e divertente colpire la palla che torna indietro dopo aver sbattuto sul muro alle loro spalle, così nasce il nuovo gioco. A scrivere il primo regolamento ufficiale è la moglie di Corcuera, Viviana, ex miss Argentina, come regalo di compleanno per il marito.