È fatta: il Convento dei Cappuccini passa di mano

Svolta nelle trattative per la vendita del Convento della Salita dei Frati a Lugano. Il complesso lasciato sette anni fa dai Cappuccini, rimasti comunque proprietari, non diventerà un albergo. Tutt’altro: sarà un luogo che accoglierà progetti in diversi ambiti come formazione, ricerca, cultura e socialità. Le idee sono tante e andranno affinate, ma una cosa è certa: gli acquirenti. Si tratta di due storiche fondazioni di Lugano: la Fondazione Filippo Ciani, la cui data di costituzione risale al 1868, e la Fondazione Nerina Bellingeri vedova Gualdi. «Mosse dal comune interesse a preservare il Convento come patrimonio immobiliare e culturale del territorio», le due entità ne hanno costituita una terza ad hoc: la Fondazione Convento Salita dei Frati di Lugano, che diventerà proprietaria del terreno e degli stabili. Ne fanno parte Fausto Poretti, Fabio Stampanoni e, con il ruolo di presidente, Niccolò Lucchini. Nel frattempo si sono fatti avanti altri attori che potranno giocare anch’essi un ruolo chiave per il futuro del convento: la Città e alcuni privati - come hanno spiegato in una nota congiunta la neonata Fondazione e i Cappuccini, che avevamo contattato per avere conferma dell’accordo - si sono detti disposti a partecipare alla salvaguardia e al rilancio di questo luogo. Le modalità sono tutte da studiare. L’interesse comunque c’è.
Garanzie sulla biblioteca
«Salvaguardia» è una parola chiave del progetto. La nuova Fondazione ha infatti come scopo «la tutela del patrimonio storico ed immobiliare del Convento, la tutela e la gestione della biblioteca (incluso il suo patrimonio librario), così come del vigneto». La Fondazione Convento Salita dei Frati si è anche impegnata a garantire la protezione del patrimonio librario affidatole, dando continuità al lavoro svolto dall’Associazione Biblioteca Salita dei Frati con il Centro di Competenza del libro antico, sostenuto da contributi annuali del Cantone, della Città e di varie fondazioni.
Non solo proteggere
L’intenzione tuttavia non è solo quella di salvare e proteggere. Si vuole anche sviluppare, aggiungere valore. «Sono molte le idee ed i progetti nel campo della formazione, della ricerca, della cultura e della socialità che potranno essere promosse in futuro all’interno del Convento» scrivono sempre la Fondazione e i Cappuccini. Il tutto «nel massimo rispetto degli immobili esistenti, che necessiteranno di parecchi interventi volti a garantirne la sicurezza». Di più per ora non ci è dato sapere. «Oggi è troppo presto per dare indicazioni più precise. Saranno i prossimi mesi a dirci in quale direzione vorrà muoversi la nuova fondazione, i cui promotori sono animati da grande passione, entusiasmo e determinazione per salvaguardare e rilanciare questo prezioso bene luganese, che i Cappuccini hanno tramandato intatto nel corso dei secoli».
Un’operazione inevitabile
L’accordo raggiunto dai Cappuccini con la nuova Fondazione fa sfumare l’ipotesi che all’interno del Convento potesse trovare spazio un piccolo albergo. Quella era l’idea di altri privati interessati, che si erano manifestati prima dei nuovi acquirenti e con i quali i Cappuccini avevano iniziato a discutere. «La casa per noi è complicata da gestire - ci aveva spiegato in quell’occasione Mauro Jöhri, superiore dei Cappuccini in Ticino - Noi frati stiamo invecchiando e abbiamo anche bisogno di entrate che ci diano un certo sollievo. Viviamo di carità e di sussidi. Riuscire a concludere la vendita salvando la biblioteca per noi è molto importante». «La ragione della vendita - è stato ribadito ieri dalla Fondazione e dai Cappuccini - è legata al fatto che le vocazioni alla vita religiosa si sono fatte oltremodo rare, i frati invecchiano e diminuiscono di numero. I Cappuccini ticinesi vivono del loro lavoro, dell’AVS e saltuariamente di qualche offerta, per cui diventa impellente disporre di un capitale che possa permettere alla quindicina di frati, diversi dei quali in età avanzata, di poter sostenere le spese necessarie per cure e assistenza e quelle ricorrenti dei conventi».