«È frustrante non poter fare nulla»
«Vorremmo rientrare a casa, ma ci hanno detto che non è possibile. Dovremo rimanere fuori ancora qualche giorno». C’è apprensione nella voce degli abitanti di Indemini che nel cuore della notte hanno dovuto lasciare precauzionalmente le loro case a causa dell’incendio di bosco che divampa dalle prime ore di domenica sul Monte Gambarogno. La maggior parte di loro ha potuto trovare alloggio presso amici o parenti, mentre per 11 persone le autorità hanno aperto le porte del rifugio della Protezione civile a Quartino-Cadepezzo. Ed è proprio lì che incontriamo alcuni di loro. «È frustrante non poter fare nulla. Dobbiamo solo aspettare fiduciosi che le tante persone impegnante nelle operazioni di spegnimento riescano ad aver ragione delle fiamme» ci confida Peter Juerg, che risiede nel villaggio da quattro anni insieme al suo cane Zampa. «Avevamo evidentemente visto per tutto il giorno l’incendio sui monti - gli fa eco Helga Koch, isonese d’adozione da un trentennio - ma il fuoco era lontano. Siamo così andati a dormire e a mezzanotte siamo stati svegliati dagli agenti di polizia che ci hanno detto che dovevamo andarcene. Un’ora più tardi eravamo al rifugio della protezione civile». Come detto, sono state 11 le persone alloggiate per la notte. Nel frattempo, precisa il sostituto comandante della Protezione civile Locarno e Vallemaggia Patrik Arnold, altre 6 anno trovato una sistemazione alternativa. «Per la prima notte il rifugio può andar bene, ma considerato che queste persone dovranno rimanere fuori casa per più giorni si tratta ora, d’intesa con le autorità comunali, di trovare un alloggio più confacente».
Preoccupa il vento da nord
Durante la notte tra domenica a lunedì, l’estensione dell’incendio è aumentata in maniera importante. Lo ha ricordato il comandante del Corpo pompieri di Bellinzona Samuele Barenco durante il punto informativo tenutosi in mattinata all’Alpe di Neggia dove è stato installato il posto comando. Per combattere le fiamme è impegnata una trentina di militi della Città e del Gambarogno con l’essenziale supporto di sei elicotteri, quattro civili e due militari. «Lavoriamo sui fianchi dell’incendio per cercare di contenerlo» spiega ancora Barenco, aggiungendo che uno degli sforzi principali è quello di proteggere Indemini. Con il sopraggiungere dell’oscurità, la scorsa notte il volo degli elicotteri si è dovuto interrompere così che le fiamme si sono spostate verso il villaggio. Lunedì mattina distavano ancora diverse centinaia di metri, ma il timore è che il vento tempestoso annunciato dal pomeriggio possa spingere il fronte dell’incendio verso le abitazioni. «Stiamo lavorando per tenerlo al di sopra della strada» conclude il comandante dei pompieri di Bellinzona, ricordando che nel 1981 la stessa zona venne interessata da un incendio del tutto simile a quello che sta divampando da ormai due giorni.