E il futuro delle Ladies Lugano, ora, è nero

Nella vicenda che ha condotto all'arresto di Cesare Badila, il presidente delle Ladies Lugano sospettato di aver commesso una serie di reati finanziari nel corso di più anni, il club è stato vittima del 44.enne «solo» a livello sportivo, nel senso che l’uomo – che aveva rilevato la società e dato nuova speranza all’ambiente a inizio estate – non ha dato seguito a quanto promesso. Non ci ha, cioè, messo i soldi.
«Quando il vecchio proprietario ha deciso di gettare la spugna mi aveva chiesto di cercare nuovi investitori – ci dice la CEO delle Ladies Flavia Petrimpol – e lui (l’imputato, ndr.) si è fatto avanti dicendo che da tempo voleva acquistare una società sportiva. “Vi aiuto, vi finanzio”, mi ha detto: “tu pensa a fare la squadra”. Quello che mi ha chiesto io l’ho fatto, ma lui non ha fatto il suo. Mi aveva convinto il suo entusiasmo nel volere aiutare le ragazze e il movimento femminile».
A livello sportivo, per le Ladies il futuro è nero. La squadra c’è (ancora oggi si è allenata) , i soldi non più (sempre che ci siano mai stati). «Stiamo cercando di capire se possiamo iniziare la stagione o no. Fino a lunedì cercheremo di salvare il salvabile, di trovare dei finanziamenti. A questo proposito faccio un appello a qualche buonanima che voglia aiutarci: ci contatti!».
Da questo punto di vista l’Hockey Club Lugano ha già ribadito in una nota che ben difficilmente lancerà un salvagente: «La società bianconera continuerà come sempre a reclutare, allenare e crescere le bambine e le ragazze nell’ambito della propria sezione giovanile, restando nello stesso tempo aperta a valutare la partecipazione ad un progetto fondato su basi solide per una squadra unica nel Cantone».