È rispuntato il «Trittico», verrà battuto all’asta

Il «Trittico su tavole raffigurante il Giudizio Universale» è ricomparso. E si trova sempre in Ticino. L’ultima volta che si era parlato di quest’opera – attribuita al Beato Angelico – era l’aprile del 2022. L’occasione? Un’asta, annunciata a Balerna, a seguito di una procedura d’esecuzione. Ma che non andò mai in scena perché venne annullata. Ora, come detto, l’opera è riaffiorata. Il motivo è presto detto: l’Ufficio esecuzione di Mendrisio ha pubblicato l’avviso d’incanto. Il «Trittico» sarà battuto all’asta il prossimo 11 marzo, alle 10.30, ai Magazzini generali (Punto Franco), sempre a Balerna.
Per gli esperti d’arte, l’opera – ritenuta autentica – è di assoluto valore: il professor Rolando Bellini, nella documentazione allegata all’avviso di incanto, definisce il lavoro un «pezzo rilevante di uno dei più aulici Maestri rinascimentali».
Il «Giudizio universale», conosciuto anche come «trittico di Leonforte», che si trova in Ticino – stando alle informazioni che si possono reperire su portali italiani dedicati all’arte – è una copia realizzata, appunto, dallo stesso artista e dal suo atelier (ne esistono due sostanzialmente identici). Una particolarità che lo rende ancora più unico (l’originale, risalente all’incirca al 1450 si trova nella Gemäldegalerie di Berlino). L’opera che si trova custodita a Balerna è tecnicamente un fondo oro su tavola: quella centrale misura all’incirca 111 centimetri per 72, quelle laterali hanno una larghezza di circa 32 centimetri. La tradizione vuole che il quadro fosse stato regalato, verosimilmente nel 17.esimo secolo, da Papa Urbano VIII a Nicolò Placido Branciforte, fondatore di Leonforte, un Comune siciliano. Branciforte, come segno di riconoscenza al Santo Padre, fece costruire una chiesa – Convento dei Cappuccini – dove venne posto il quadro, poi regalato al figlio nella prima metà del Seicento. Nemmeno un secolo più tardi il «Trittico» passò alla famiglia Li Destri, che trasferirono l’opera al Castello Ursino di Catania. Fino ad arrivare al 1990, quando venne acquistato da un collezionista privato. Lo stesso che poi l’ha conservato, negli ultimi anni, a Balerna. Il fondo oro su tavola fu inoltre restaurato almeno tre volte: la prima non in epoca recente; la seconda attorno agli anni 60-70 del Novecento, la terza nel 2017 per mano dell’IFARC (Institute for fine Art Research & Conservation) di Lugano.
Come detto, non vi sono praticamente dubbi sul fatto che l’opera sia nata dalla mano di Beato Angelico (noto anche come Guido di Pietro o fra’ Giovanni da Fievole), vissuto dal 1395 al 1455. Epoca che seppe dare innumerevoli opere d’arte. Beato Angelico realizzò diversi capolavori: oltre al «Trittico» si annoverano gli affreschi del convento di San Marco, come pure quelli di una cappella del Vaticano commissionati da papa Eugenio IV. O ancora, su precisa indicazione di papa Nicolò V, fu chiamato a decorare la cappella Niccolina.
Base d’asta: 5.000 franchi
Tornando all’asta dell’11 marzo: un sopralluogo è previsto alle 10, mezz’ora prima dell’inizio delle chiamate. Prezzo minimo d’aggiudicazione 5.000 franchi e il rilancio minimo è di 1.000 franchi.