E se il lupo della Valle di Blenio fosse già andato via?

Sì, il Consiglio di Stato ha emanato un nuovo ordine di abbattimento per un lupo. Questa volta in Valle di Blenio. Le predazioni risalgono alla fine di agosto, tra il 27 e il 31 per la precisione, nel comune di Blenio a Lareccio e nel comune di Acquarossa in zona Piancabella. La novità, se vogliamo, è che a essere attaccati sono stati due bovini. Gli esami del DNA, giunti soltanto lo scorso 25 ottobre, hanno permesso di attribuire entrambe le predazioni all'esemplare maschio M187.
Sentito l'Ufficio federale dell'ambiente, il Consiglio di Stato ha dunque emanato l'ordine ai sensi dell'articolo 9bis dell’Ordinanza federale sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici. Altra novità: per l’esecuzione dell’ordine, l’Ufficio della caccia e della pesca avrà la facoltà di avvalersi dell’aiuto di cacciatori che dovessero rendersi disponibili.
Per capirne di più abbiamo rivolto alcune domande a Claudio Zali, presidente del Consiglio di Stato nonché direttore del Dipartimento del territorio. Innanzitutto, Zali ha ribadito il perché della decisione. «Semplicemente, perché ne erano date le premesse di legge. Di quella attualmente in vigore, quindi molto restrittiva. In questo caso, sono stati predati due bovini da parte dello stesso lupo: è un segno di non compatibilità con l'agricoltura e l'allevamento. Di conseguenza, il lupo diventa un animale vizioso e può essere ordinato l'abbattimento».
Dicevamo delle novità, fra cui appunto la possibilità di ricorrere all'aiuto dei cacciatori. «Ci siamo riservati questa facoltà, sì» ribadisce Zali. «Non è ancora certo che ne faremo uso, ma si tratta di mettere più uomini in campo. Finora, in passato, nei pochi casi in cui abbiamo cercato un lupo per la regolazione non lo abbiamo trovato. Devo dire che, anche in questo caso, purtroppo, non aiuta il fatto che le predazioni risalgano alla fine di agosto». Il problema, se vogliamo, è che «l'autorità competente a Berna, l'unica che può validare i test del DNA, ci ha fatto aspettare quasi due mesi i risultati. Il lupo potrebbe essersi allontanato».
Posto di trovare il lupo, come si può stabilire con certezza che si tratti di M187 e, quindi, che si possa abbattere l'esemplare giusto? Difficile, insomma, che l'animale giri con una bandierina sulla coda permettendo alle autorità di riconoscerlo. «Evidentemente – ha concluso Zali – non c'è nessuna garanzia di abbattere il lupo effettivamente responsabile delle predazioni. Se si procede tempestivamente, allora c'è una certa presunzione che lo stesso lupo sia ancora nei dintorni. A distanza di due mesi, invece, l'esercizio ha effettivamente dei limiti».