E se la nuova intesa fra Svizzera e UE favorisse l’aeroporto di Lugano-Agno?
Dopo mesi e mesi di discussioni e negoziati, il nuovo accordo fra Svizzera e Unione Europea è pronto. Un accordo «storico», secondo le parti, mentre la fine dei negoziati fra Berna e Bruxelles – i cosiddetti Bilaterali III – è stata salutata con pareri contrastanti da politica e mondo del lavoro. Molto, evidentemente, cambierà. Anche nel settore dei trasporti e, nello specifico, del trasporto aereo come sottolinea il portale specializzato aeroTELEGRAPH.
«La Svizzera – scrive il Consiglio federale al riguardo – è un Paese fortemente interconnesso nel cuore dell’Europa. L’uso dello spazio aereo elvetico è denso e intenso. Di conseguenza, anche il coordinamento internazionale è importante».
Detto in altri termini, la Svizzera ha bisogno di compagnie aeree competitive che la colleghino all’Europa e al mondo. Come Swiss. O Edelweiss. O, ancora, Helvetic. Di riflesso, sono necessarie buone condizioni quadro. La nuova intesa fra Berna e Bruxelles, leggiamo, consentirà agli attori svizzeri di partecipare al programma di ricerca SESAR 3, acronimo di Single European Sky ATM Research. Il programma si pone quale obiettivo la modernizzazione dello spazio aereo europeo. Tra le altre cose, scrive sempre aeroTELEGRAPH, SESAR 3 dovrebbe garantire che la capacità in Europa possa triplicare rispetto a oggi, che la sicurezza aumenti del 10% e che l’impatto ambientale per volo diminuisca del 10%. Attualmente, il programma è composto dalle compagnie aeree Air France, easyJet, KLM e Lufthansa, da operatori di 25 aeroporti e da 11 organizzazioni di sicurezza aerea.
Non finisce qui: Svizzera e UE, infatti, hanno negoziato anche i famosi diritti di cabotaggio. Ovvero, la possibilità concessa alle compagnie aeree di un Paese di accedere al mercato interno di un altro Paese. Sin qui, per dirla con l’Ufficio federale dell’aviazione civile, «i voli di cabotaggio in territorio svizzero» non rientravano «nell’accordo bilaterale sul trasporto aereo». La sola possibilità di effettuarli era legata a un’autorizzazione. L’orizzonte, appunto, cambierà. Riassumendo al massimo, i voli interni saranno aperti alle compagnie dell’Unione Europea. Certo, il mercato di per sé non è appetibile ed è legato esclusivamente ai collegamenti fra Ginevra e Zurigo operati da Swiss, fra l’altro non senza polemiche legate alle emissioni di CO2. In passato, però, il cabotaggio aveva rappresentato un ostacolo insormontabile per la compagnia tedesca Private Wings, che nel 2020 si era offerta di coprire i voli da Lugano per Ginevra e Zurigo. Il vettore, ricordiamo, non aveva ottenuto la necessaria licenza a operare da parte dell’UFAC, l’Ufficio federale dell’aviazione civile. Questo perché, altrimenti, sarebbe stato violato l’articolo 32 della Legge federale sulla navigazione aerea che regola il citato cabotaggio: «Nella misura in cui gli accordi internazionali non prevedano altrimenti, il trasporto professionale di persone o di merci per via aerea tra due punti del territorio svizzero è riservato, di regola, alle imprese svizzere». Questo ostacolo, dicevamo, è stato superato per non dire addirittura abbattuto durante le negoziazioni. Di per sé, una possibile buona notizia per Lugano-Agno, anche se eccezioni al cabotaggio finora erano comunque possibili (ad esempio quando una compagnia estera vola in territorio elvetico per conto di una società svizzera, come accadeva con Tyrolean Airways che offriva il volo Lugano-Zurigo per conto di Swiss).
Verosimilmente, sarà più appetibile il percorso inverso garantito dal nuovo accordo. E cioè, la possibilità offerta alle compagnie svizzere di accedere al mercato interno dell’Unione Europea. Swiss, parte del gruppo Lufthansa, potrebbe ambire a coprire tratte punto a punto in UE o, in alternativa, farlo per conto della casa madre. Ma il mercato degli Stati membri potrebbe fare gola anche a Helvetic, conclude aeroTELEGRAPH, anche perché già impostato come vettore a fornire aerei ed equipaggi in wet lease.