E se un domani potessimo personalizzare la nostra targa?
Da anni, oramai, le targhe «basse» appassionano. In Svizzera, ma non solo. Lo scorso luglio, ad esempio, la targa «ZH 24» è stata battuta all'asta per (quasi) 300 mila franchi. Roba da matti, verrebbe da dire. E attenzione, perché presto – leggiamo sul Blick – questo entusiasmo potrebbe abbracciare una dimensione nuova. L'USTRA, l'Ufficio federale delle strade, sta infatti valutando la possibilità di varare le cosiddette vanity plates, ovvero targhe personalizzate con una combinazione liberamente selezionabile di lettere e numeri. Così, almeno, si è espresso il Consiglio federale in risposta a una mozione del consigliere nazionale della Lega Lorenzo Quadri, che chiedeva appunto di autorizzare questo tipo di targhe.
La vanità, in ogni caso, c'entra fino a un certo punto. Nei cantoni molto popolati, Zurigo in testa, presto si esauriranno le combinazioni di cifre disponibili. Di qui, beh, la possibilità di ampliare l'orizzonte introducendo le lettere e, come detto, la possibilità di personalizzare la propria targa. Nella sua risposta, consultabile qui, il Consiglio federale ha ribadito che il «riassetto del sistema delle targhe» è «inevitabile» ma «non urgente» e che, comunque, è al vaglio dell'USTRA. USTRA che, interpellato dal Blick, non ha fornito grosse informazioni limitandosi a dire che queste nuove targhe sono previste per il 2027.
«La passione per i numeri di targa “speciali” è già oggi una realtà molto diffusa in Svizzera e non solo» aveva scritto Quadri nella sua mozione, depositata lo scorso 16 aprile. «Numerosi cantoni offrono la possibilità ai propri cittadini di acquistare, tramite asta o a prezzi fissi, dei numeri di targa particolari e tutti hanno letto di prezzi d’acquisto importanti per i numeri più bassi, con i record che superano anche i 100 mila franchi. Appare evidente che, se ne venisse data la possibilità, lo stesso interesse, se non addirittura superiore, sarebbe dato anche per delle targhe personalizzate (ad esempio con nomi propri, parole o sigle)». E ancora: «Questo approccio è già conosciuto da molti anni in Germania e Austria, come pure in numerose altre nazioni, a piena soddisfazione tanto dei cittadini che possono così ulteriormente personalizzare il loro veicolo, che delle autorità che possono beneficiare di maggiori entrate. Per ragioni di prudenza, si potrebbe delegare il controllo delle combinazioni alfanumeriche da vietare ai singoli cantoni, registrando a livello federale un semplice divieto generale di scegliere delle combinazioni contrarie ai buoni costumi, o che esprimano messaggi discriminatori o offensivi».
All'estero, in Austria e Germania in particolare, queste vanity plates esistono già. Con, evidentemente, le restrizioni auspicate da Quadri. Per dire: nei due Paesi non è possibile ottenere combinazioni che richiamino le SS o la Hitlerjugend. Da una decina di anni, ancora, la possibilità di ottenere targhe personalizzate è garantita anche in Belgio. Secondo VRT Nieuws, solo nel 2023 sono state vendute quasi 13 mila targhe di questo tipo. Non sorprende, di riflesso, scrive sempre il Blick, che alcuni automobilisti si siano dimostrati particolarmente creativi: un impresario di pompe funebri ha optato per la combinazione di lettere «AMEN». Il giochino, va da sé, sta facendo le fortune dello Stato: una targa personalizzata, infatti, in Belgio costa 1.000 euro. Tradotto: l'anno scorso le autorità hanno incassato quasi 13 milioni di euro.
Come avviene per le targhe «basse» battute all'asta dai singoli cantoni, anche le entrate delle vanity plates – chiosa l'USTRA – un domani verrebbero versate agli stessi cantoni. Il Ticino, riporta il Blick, avrebbe ufficiosamente già informato Quadri di essere interessato alla vendita di targhe personalizzate.