«È stata una decisione sofferta»
«In questi anni abbiamo continuato a investire denaro, ma senza vedere una vera prospettiva di cambiamento. Anche perché l’edificio di Bombinasco necessita di grandi lavori di ristrutturazione per garantire uno standard di accoglienza minima. Oggi, ad esempio, gli ospiti condividono i servizi igienici. Prima della pandemia abbiamo commissionato uno studio di fattibilità per interventi minimi, ed era emersa la necessità di investire almeno cinque milioni di franchi». In altre parole, secondo fra Martino, il Centro al Suu non aveva un futuro dal punto di vista finanziario, da cui la «sofferta decisione» della Fondazione Francesco di fare un passo indietro lo scorso settembre e dell’Associazione vivere insieme (AVI, che da quasi un trentennio gestiva la struttura) di gettare la spugna negli scorsi giorni. Come da noi anticipato, 17 persone perderanno il lavoro e una decina di ospiti - persone con disagi psichici lievi che risiedevano a Bombinasco da parecchi anni - dovrà trovare una nuova sistemazione.
Concentrati sulla masseria
Nell’articolo precedente non eravamo riusciti a contattare qualcuno dalla Fondazione Francesco - che nei piani sarebbe dovuta subentrare progressivamente all’AVI nel gestire il Centro - per capire i motivi del loro passo indietro, che ci sono infine stati illustrati dal direttore della Fondazione (e presidente dell’AVI) fra Martino: «Oltre alla questione del dover investire nell’edifico, l’altro grosso nodo riguardava la gestione corrente: per poter garantire uno standard minimo di presa a carico abbiamo dovuto consolidare l’équipe socioeducativa, aumentando le spese senza avere un ritorno immediato con l’aumento degli ospiti. Il tutto con le difficoltà dettate dalla pandemia».
La Fondazione non ha quindi ritenuto che ci fossero le condizioni per continuare e ha deciso, pur con amarezza, di concentrarsi sugli altri progetti che sta portando avanti a favore dei meno fortunati. Dal Fondo di solidarietà a Casa Martini a Locarno, passando per il restauro della masseria di Trevano. A questo proposito, precisa fra Martino, «è vero che ci stiamo concentrando sul restauro della masseria, ma non è per questo che abbiamo rinunciato a Bombinasco, anche se è chiaro che la futura gestione della masseria richiederà importanti risorse». Il restauro, «che rispetta i preventivi», dovrebbe concludersi in autunno. Federico Storni