La stagione 2025-2026

È tutta un'altra musica quella in arrivo al LAC

Presentato il primo «vero» cartellone musicale del centro culturale luganese dopo l'accorpamento della Fondazione LuganoMusica nella sua struttura – Rimane intatto il solido impianto concertistico del settore classico ma con tante aperture, soprattutto al jazz
© CdT/Gabriele Putzu
Mauro Rossi
09.04.2025 06:00

Cinquanta appuntamenti attraverso i quali «esplorare il concetto di musica come dissoluzione del tempo, come esperienza in cui tradizione e innovazione si incontrano, creando dialoghi inaspettati tra passato e futuro». Questa in breve sintesi ciò che proporrà la stagione musicale 2025/2026 del LAC,  che si aprirà il mese di settembre per concludersi a giugno 2026. Una stagione che segna un deciso cambio di passo rispetto al passato non solo in quanto è  la prima curata direttamente dal  centro culturale e dal  nuovo responsabile  musicale Andrea Amarante nominato dopo l’integrazione,  lo scorso settembre, della Fondazione LuganoMusica nella struttura,  ma soprattutto perché ridefinisce e rafforza il ruolo dell’arte sonora al suo interno.  «Il LAC non è un semplice auditorium per concerti sinfonici», è stato più volte ribadito durante la presentazione del programma. «È un laboratorio culturale che mette in dialogo la musica con le arti sceniche, la danza, le arti visive per ampliare lo spettro della programmazione. La costruzione della nuova stagione sposa le visioni del centro culturale e il percorso che ha intrapreso da anni, volto a coinvolgere un pubblico sempre più ampio, a dialogare attivamente con il territorio, superando i canoni tradizionali e aprendosi a nuovi formati e contaminazioni».

Concerti anticipati alle 20.00

Novità che saranno parecchie a partire da quella, passata un po’ in secondo piano durante la presentazione, ma fondamentale nelle dinamiche di frequentazione del LAC, ossia il cambio di orario di inizio dei concerti, anticipato alle 20.00: una scelta teoricamente interessante volta a favorire la pratica in auge in molte grandi città dove si è soliti cenare dopo i concerti, ma che si scontra con la realtà luganese fatta di ristoranti (tra l’altro inesistenti in prossimità della Sala) che chiudono la sera e del caotico traffico pre-serale  che non faciliterà certo l’arrivo di chi viene da fuori. Meno problematiche le altre innovazioni, soprattutto l’apertura del calendario ufficiale a generi diversi dal sinfonismo e dal camerismo che fino ad oggi lo ha totalmente contraddistinto.

Se infatti un grande spazio è  riservato ai grandi concerti sinfonici e ai recital, altrettanto è dedicato al jazz, alla musica contemporanea finanche all’elettronica. «In questo mio primo anno a Lugano mi sono accorto che la Città ha un pubblico non solo ampio ma molto diversificato, che il centro culturale deve coinvolgere il più possibile», ha spiegato Andrea Amarante, «con una programmazione “porosa” che accolga tutti i generi e tutte le generazioni».

Si parte con l’opera

Così, dopo un debutto – dal 15 al 21 settembre – affidato al dittico operistico La voix humaine di Francis Poulenc e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, nella lettura registica di Emma Dante e nell’interpretazione musicale dell’Orchestra della Svizzera italiana diretta da Francesco Cilluffo, la stagione si svilupperà proprio all’insegna della commistione  tra i generi, con un significativo appuntamento: tre concerti (17, 18, 19 ottobre) che celebreranno l’incontro tra il jazz e la musica sinfonica, tra la scrittura orchestrale e l’improvvisazione grazie all’ensemble del celebre contrabbassista Avishai Cohen e i Goteborgs Symfoniker che si esibiranno dapprima in un evento  sinfonico, poi proponendo jazz in versione orchestrale e infine regalando del jazz «puro» con l’Avishai Cohen trio.

Un fil rouge quello dell’interscambio e dell’intreccio tra generi musicali così da creare «corrispondenze e contrappunti tra epoche, stili e sensibilità diverse» (come ha specificato  Amarante), che caratterizzerà tutto l’arco della stagione che, sul fonte prettamente classico, prevede l’arrivo in esclusiva svizzera e italiana della Tokyo Philharmonic Orchestra diretta da Myung-Whun Chung (10 novembre); di Andras Schiff e l’Orchestra of the Age of Enlightenment (23 novembre), dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino con Zubin Mehta, per la prima volta a Lugano (7 febbraio 2026) e di Philippe Herreweghe alla testa dell’Orchestre des Champs-Elysees e del Collegium Vocale Gent (19 marzo). Del cartellone sono inoltre protagonisti artisti di assoluto rilievo come Lisa Batiashvili, Jean-Yves Thibaudet e Gautier Capuçon (30 ottobre), la Verbier Chamber Orchestra diretta da Gabor Takacs-Nagy (1. dicembre), I Barocchisti che celebreranno il  trentesimo compleanno e il novantesimo di fondazione del Coro della RSI eseguendo (il 21 febbraio) il capolavoro di Haydn La creazione del mondo, la Swiss Orchestra di Andermatt (7 maggio 2026) e, naturalmente, l’OSI che a margine della propria stagione si cimenterà (il 10 e l’11 dicembre) in quell’operazione che da anni la vede impegnata nell’inaugurazione del Locarno Film Festival: musicare dal vivo un film, nella fattispecie il leggendario Psycho di Hitchcock.

Tanti linguaggi moderni

Più legati alla modernità il recital Balagan con Noa Wildschut al violino, Pablo Barragan al clarinetto e Amadeus Wiesensee al pianoforte (12 aprile) e il suo intreccio di influenze popolari, esplorazioni timbriche e raffinata scrittura strumentale; quello del LuganoMusica Ensemble, storico gruppo nato in seno al LAC che riunisce i migliori musicisti presenti sul territorio (2 novembre) e quello del giovane virtuoso del pianoforte Hayato Sumino «Cateen» (14 dicembre), celebre per la sua capacità di fondere la tradizione pianistica classica con un linguaggio musicale moderno e coinvolgente. E a proposito di linguaggi moderni da segnalare la presenza della Chineke! Orchestra, diretta da Joseph Young con Njioma Chinyere Grevious al violino, in un programma dedicato alla tradizione sinfonica afroamericana (15 giugno) e tanto jazz: dal già citato Avishai Cohen alla cantante di New Orleans Ledisi che assieme alla Metropole Orkest renderà omaggio a Nina Simone (17 gennaio 2026), dal Manchester Collective (6 giugno), che mescola folk, jazz e musica contemporanea fino a FS: in viaggio con Paolo Fresu e Giovanni Sollima (9 maggio) in un inedito dialogo tra tromba e violoncello.

Avanti assieme a Jazz in Bess

Sempre in tema di jazz dopo il fortunato debutto questa primavera, proseguirà la collaborazione con il club Jazz in Bess con i concerti di Oded Tzur Quartet (23 ottobre) e Arcanum (27 novembre) in programma a Besso e il Tord Gustavssen Trio (25 febbraio) e l’Etenesh Wassie Trio (22 marzo) che si esibiranno al LAC.  Pure la voce umana e la sua capacità espressiva senza tempo sarà al centro di vari eventi tra i quali il concerto Di cosa vive l’uomo? con Costanza Alegiani e Peppe Servillo che celebrerà la teatralità e l’ironia delle canzoni di Kurt Weill e Bertolt Brecht (1. aprile); quello della Camerata Bern (29 aprile) che con la sua esplorazione musicale tra Hildegard von Bingen e Benjamin Britten creerà  un ponte sonoro tra il canto medievale e la modernità orchestrale e quello della cantante lusitana Mariza (1. febbraio) che ha dato nuova linfa alla tradizione  del fado.

La musica come racconto visivo sarà infine al centro del progetto Rodari Connection (13 febbraio) di Valentina Fin e Federica Furlani che coniuga narrazione e sperimentazione sonora ispirandosi alle celebri Favole al telefono di Gianni Rodari, reinterpretate attraverso suoni e immagini digitali e di Eravamo il suono (26 gennaio), ispirato al romanzo di Matteo Corradini che racconterà attraverso la musica la storia dell’orchestra femminile di Auschwitz.

Tanti momenti anche diversissimi tra loro (trai quali non vanno dimenticati quelli di Early Night Modern, l’apprezzata rassegna di musica contemporanea realizzata in collaborazione con Oggimusica che festeggerà dieci anni con ben otto appuntamenti in cartellone e quelli di EAR, progetto di Spazio21 del Conservatorio della Svizzera italiana dedicati alla musica acusmatica) a cui è possibile accedere anche con due differenti formule di abbonamento: quella denominata Classic che prevede l’accesso a 10 concerti selezionati e quella denominata Playlist che permette di scegliere almeno 5 concerti tra un’ampia selezione di generi. Info: www.luganolac.ch