«È un rischio oggettivo con cui i piloti sono costretti a convivere»
Quanto successo sui monti sopra Gordola, oggi, è oggetto di indagine. Rimane, a distanza di ore, lo shock per quanto accaduto. Volendo parafrasare le parole di Frapolli, l'uomo ai comandi dell'elicottero «era un pilota esperto e coscienzioso, con migliaia di voli all’attivo». Il velivolo, purtroppo, ha urtato i cavi dell'alta tensione precipitando al suolo e incendiandosi. Un incidente terribile.
«Alle nostre latitudini gli elicotteri sono utilizzati soprattutto per trasporti e missioni di lavoro o di soccorso a bassa quota» spiega Bruno Pellandini, pilota di aerei e collaboratore del Corriere del Ticino. «I piloti sono dunque chiamati a operare spesso a poche decine di metri sopra il terreno, cioè in zone in cui il rischio di impattare contro un ostacolo è maggiore. Non per niente negli ultimi anni a livello federale è stato fatto un censimento di tutti i cavi presenti sul territorio». Parliamo di fili a sbalzo, linee ad alta tensione, cavi di funivie e via discorrendo.
E ancora: «I piloti di elicottero conoscono molto bene il nostro territorio e prima di ogni missione, se necessario, verificano se nel luogo in cui sono chiamati a intervenire sono presenti ostacoli. Premesso che nel caso specifico spetterà all’inchiesta stabilire le cause esatte dell’accaduto, va detto che in passato sono capitati alcuni incidenti di questo tipo, cioè elicotteri che hanno colpito un cavo mentre volavano, nell’ambito di una missione, a bassa o bassissima quota. È un rischio oggettivo con il quale i piloti di elicottero, non solo quelli attivi in Ticino, sono costretti a convivere».
Purtroppo, chiosa Pellandini, «l’imprevisto e l’incidente sono alle volte dietro l’angolo e possono cogliere di sorpresa anche i più esperti. Va anche detto che in caso di problemi di carattere tecnico, il fatto di operare a bassa quota limita di molto il margine di azione per poter effettuare una manovra d’emergenza».