Sotto la lente

Ecco dove andare per sopravvivere alla canicola

Bellinzonese e valli: l’estate è oramai alle porte e nella regione sono numerosi i lidi naturali nei quali rifugiarsi per rigenerarsi - Vi presentiamo le principali spiagge, pozze ed oasi di frescura, dai laghetti alpini fino a Gudo, con i consigli per evitare che una giornata da sogno si trasformi in incubo
Il «Pozzon» di Osogna. © Keystone/Remy Steinegger
Alan Del Don
09.06.2021 12:14

Quella tragedia colpì tutto il Cantone. Perché quando muore un bambino se ne va un pezzo di cuore di ognuno di noi. Il 9 luglio 2018 un undicenne ticinese perse la vita cadendo da un’altezza di sei metri nel tentativo di tuffarsi nelle acque del torrente Nala, al «Pozzon» di Osogna. A nulla, purtroppo, valse il trasferimento in un ospedale specializzato oltralpe dove il ragazzo si spense dopo un paio di giorni. La notizia riaccese i riflettori sui pericoli legati ai bagni nei lidi naturali a Sud delle Alpi. Nel Bellinzonese e valli queste oasi di frescura nelle quali rifugiarsi nelle giornate di canicola sono numerose. È l’occasione, nell’imminenza dell’estate, di presentare le principali e ricordare le raccomandazioni della campagna «Acque sicure» promossa dal Dipartimento delle istituzioni in collaborazione con la relativa Commissione cantonale.

C’è anche il Parco fluviale

Il nostro giro d’orizzonte prende avvio dal Bellinzonese; e non può che partire dalla Spiaggetta di Arbedo, alla confluenza dei fiumi Ticino e Moesa, il luogo forse più frequentato nella nostra regione. Un ritrovo per tutte le età più che altro per rilassarsi e prendere il sole e per un fugace bagno, in quanto la corrente consente al massimo qualche bracciata. Percorrendo alcune centinaia di metri verso sud si arriva ad altre due spiagge: quella di fronte alla rotatoria di Arbedo (sotto il ponte stradale) e quella all’altezza della passerella rossa di Galbisio. Anche in questo caso le possibilità di nuotare sono ridotte all’osso.

Facendoci metaforicamente trasportare dalle onde giungiamo in un luogo che è una vera e propria new entry, ossia il Parco fluviale in zona Torretta a Bellinzona. I lavori si sono recentemente conclusi dopo un anno di cantiere. Si tratta di un’area naturalistica che attira viepiù giovani, famiglie ed escursionisti; da notare che l’accesso all’acqua è stato facilitato grazie alla realizzazione di una rampa. Altri lidi molto apprezzati sono quelli situati nei pressi della passerella ciclopedonale di Claro-Gnosca, nella valle di Sementina, alla spiaggetta di Preonzo nonché alle pozze del riale Progero a Gudo e in quello di Moleno.

Che meraviglia le cascate

Spostiamoci verso nord. In Riviera il «Pozzon» di Osogna la fa da padrone. Nei weekend è difficile trovare un angolo dove sdraiarsi sull’asciugamano. I ragazzi vi si recano per divertirsi e stare in compagnia. È una valle di pozze, d’altronde, quella che si snoda da Cresciano. Ne troviamo altre ad Iragna (Pozz Borgh), sempre ad Osogna (torrente Boggera) e a Lodrino (Pozz Cavai). Non sono fatte per nuotare, ma per rinfrescarsi dalla calura. Spettacolari, in tutti i sensi, sono le cascate di Santa Petronilla a Biasca. Sette le pozze dalle quali, in alcuni casi, si può godere di una vista mozzafiato sull’Alto Ticino.

E noi ne approfittiamo per perlustrare la Valle di Blenio, che è il distretto che presenta meno lidi a cielo aperto. Segnaliamo quelli in Val Pontirone (Malvaglia) e nei pressi di Motto dove corrono il fiume Brenno ed il riale Dongia. Non si può parlare della Leventina senza accennare alla cascata della Piumogna, con i suoi 43 metri di altezza una delle più incantevoli del Ticino. Oltre ai laghetti alpini (ma per tuffarsi... serve coraggio) si possono ricordare la pozza creata dal fiume Ticino nella Gola del Piottino e quella sotto il viadotto della Biaschina a Giornico.

Occorre prestare attenzione

Rispetto ai laghi, nei «paradisi» rigeneranti che vi abbiamo elencato si va più che altro per fuggire per alcune ore dalla canicola e non certo per emulare Flavia Rigamonti e Mark Spitz. Bisogna comunque prestare la massima attenzione perché – non ci stancheremo mai di ripeterlo – il pericolo è sempre dietro l’angolo. «Basta un attimo» è da sempre, non a caso, lo slogan della campagna «Acque sicure». Le insidie sono legate, in primis, alle forti correnti, ai sassi scivolosi, alle stesse acque fredde che causano improvvisi crampi, ai mulinelli, ai temporali, alle piene repentine provocate dagli impianti idroelettrici, ai vortici nelle gole profonde. I consigli? Osservare e rispettare la segnaletica ed informarsi sulla portata dei fiumi. E, aggiungiamo noi, armarsi di infinito buon senso. Perché un pomeriggio da sogno può sciaguratamente trasformarsi in un incubo.

Canyoning, disciplina molto praticata

Spendiamo, in conclusione, due parole su una disciplina che nei torrenti rivieraschi ha viepiù preso piede. Stiamo parlando del canyoning, molto praticato ad esempio nelle valli di Lodrino, Cresciano ed Osogna. Svizzera Turismo descrive il Ticino come «la mecca» del torrentismo. Che però, non di rado, è causa di incidenti gravi. Da un lato perché si scelgono percorsi che non sono adatti alle proprie capacità; dall’altro poiché non si verificano in modo scrupoloso le condizioni meteorologiche e la portata dell’acqua: «Un’attenta pianificazione riduce il rischio d’incidente». Maggiori informazioni e altri utili suggerimenti li trovate sul sito www.acquesicure.ch.

In sette anni 35 morti

Negli ultimi anni i decessi negli specchi d’acqua ticinesi sono leggermente aumentati. Nel 2014 le morti per annegamento erano state 2, poi salite a 5 (di cui quattro nei laghi) l’anno seguente, mentre nel 2016 il tragico bilancio era giunto a 7. Nel 2017 le vittime erano state 5; dodici mesi dopo ben 9. Si è infine scesi a 2 nel 2019, per poi risalire a 5 nel 2020. Dati che confermano quanto sia fondamentale proseguire con le campagne di sensibilizzazione e di prevenzione.