Lugano

Ecco i «caffè con l'agente»

La Comunale ha preparato una campagna per valorizzare il ruolo del poliziotto di quartiere – Ma i cittadini non possono inviare e-mail o messaggini
© CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
15.11.2022 06:00

Più conoscenza, più fiducia e più vicinanza (ma non troppa) ai cittadini. Parliamo degli agenti di quartiere e della campagna preparata dalla polizia di Lugano per valorizzare questa figura che, ormai da tempo, lavora a contatto con la popolazione. È nato tutto da un sondaggio sulla sicurezza condotto tre anni fa, secondo il quale solo quindici luganesi su cento conoscono il nome del loro agente di quartiere, mentre venticinque su cento lo conoscono solo di vista. E avere un rapporto più personale, sempre secondo il sondaggio, aumenterebbe la percezione della sicurezza. Così è nato il progetto «L’agente fra la gente», che non è solo comunicazione: negli ultimi anni il numero degli agenti di prossimità è salito da 23 a 29, in modo da essere presenti con almeno un effettivo in tutti i quartieri e nei Comuni di Muzzano e Sorengo, che hanno firmato una convenzione in tal senso con la Città. Eccoli qui: Eros a Barbengo; Ivan e Christian a Besso; Michel a Brè; Theodor e Christian (quello di Besso) a Breganzona; Claudio a Cadro e Villa Luganese; Lucio a Pazzallo, Carabbia e Carona; Michel (quello di Brè) e Giuseppe a Castagnola, Cassarate, Ruvigliana e Gandria; Christian, Jonathan, Isabella, Massimo, Matias, David e Giulia in Centro; Michele a Cureggia e Davesco-Soragno; Fabio a Loreto; Giorgio e Davide a Molino Nuovo; Eros a Pambio-Noranco; Tiziano e Andrea a Pregassona; Moreno a Sonvico e Val Colla; Nicola a Viganello; Fabrizio a Muzzano; Vladimiro a Sorengo; senza dimenticare il caposezione Andrea, i capigruppo Christian, Stefano e Raffaello e gli assistenti Giovanni, Giorgio e Flavio. Questi i nomi. I loro volti, insieme a qualche pensiero professionale e personale, si possono vedere sul sito della Città sotto «salute e sicurezza» e «polizia».

Il tassello mancante

Nomi, fotografie, citazioni, zone di competenza. Sugli agenti di quartiere si può sapere tutto, o quasi. Spicca infatti la mancanza di un numero di telefono (lavorativo, chiaramente, altrimenti il loro tempo libero andrebbe a farsi benedire) o un indirizzo e-mail per contattarli personalmente. Chi vuole parlare a quattr’occhi con questi poliziotti, in pratica, a parte alcuni momenti organizzati ad hoc per la campagna, deve «intercettarli» sul territorio. È una scelta precisa della Comunale, come confermato in conferenza stampa dal comandante Roberto Torrente. «È vero, non sono contattabili direttamente, perché per noi è importante concentrare tutte le segnalazioni», cioè farle convergere verso il comando, «in modo che siano tracciate». «Inoltre l’agente di quartiere lavora sul territorio, lo pattuglia a piedi, e se dovesse anche rispondere ai messaggi, il suo servizio perderebbe di efficacia». Così, però, di fatto, si perde l’opportunità di creare rapporti ancora più stretti con i cittadini e consolidare la loro fiducia negli agenti, che è quello a cui mira la campagna.

Meglio per tutti

Fare un lavoro di prossimità efficace, per Torrente, significa stabilire un legame con il territorio e poter giocare un ruolo preventivo, oltre che repressivo. Proattivo, non solo reattivo. Meglio per la polizia e meglio per la popolazione, «perché si rafforza la percezione di vivere in un ambiente sicuro e accogliente» come evidenziato dalla municipale responsabile della sicurezza Karin Valenzano Rossi.

Auto e manifesti

La campagna intanto, realizzata dalla Città insieme alla Mazzantini Associati, è pronta per essere lanciata. Si partirà il 21 novembre con i primi «caffè con l’agente», il cui calendario con i giorni e gli orari di tutti i quartieri è consultabile sul sito www.lugano.ch/caffe-agente. Non saranno momenti una tantum: l’idea è che questi incontri diventino regolari. Inoltre, gli agenti stanno incontrando gli alunni delle scuole elementari di Lugano per ascoltarli, conoscerli e farsi conoscere, affiancando il poliziotto che insegna educazione stradale. A proposito di strada: le auto usate dagli agenti di quartiere cambieranno livrea, per renderli più riconoscibili. Infine, a gennaio e febbraio, la campagna vedrà l’affissione in ogni quartiere di manifesti con i volti e i nomi dei relativi agenti. Così quando un cittadino li vedrà per strada potrà riconoscerli. Magari anche scambiare due chiacchiere su quello che succede nel quartiere. E farsi dare il numero di telefono. 

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