Verso il 14 aprile

Elezioni comunali, chiuse le liste: diverse sfide sono già lanciate

È scaduto il termine per presentare le candidature in vista del rinnovo dei Municipi e dei Legislativi ticinesi – A Lugano sarà duello tra Foletti e Chiesa – Arrigoni e Cavadini verso la riconferma a Chiasso e Mendrisio, mentre a Locarno si cerca il timoniere
© CdT/Chiara Zocchetti

Liste chiuse. Non definitive - lo saranno il 5 febbraio -, ma chiuse sì. E allora già possiamo giocare al toto-Municipi. Come sempre, ci sono sfide annunciate e altre, magari, soltanto apparenti, buone per qualche speculazione o per qualche titolo di giornale. Ogni elezione ha i suoi principali motivi di interesse. In questo caso, interessante appare la vigilia a Lugano, corsa al ruolo di sindaco compresa.

Lugano, sindaco ma non solo

Marco Chiesa, ricordiamo, ha sciolto le sue riserve una settimana fa, annunciando che sì, sarà in corsa per un posto in Municipio, pur precisando di non puntare alla carica di sindaco. «Michele Foletti - ha spiegato il democentrista - gode del sostegno della lista intera e sono certo che sarà il più votato sia per merito, sia per riconoscenza del lavoro che ha svolto con dedizione e competenza». La decisione di Chiesa di scendere in campo avrà verosimilmente un duplice effetto: da un lato, infatti, la presenza in lista di un peso massimo della politica nazionale renderà più concreta la possibilità di confermare i tre seggi di area, cioè quelli che verranno occupati insieme da Lega e UDC. Dall’altro, però, la sua candidatura complicherà la riconferma del compagno di partito Tiziano Galeazzi, subentrato in Municipio dopo la scomparsa di Marco Borradori. E se poi Chiesa dovesse ottenere più voti del sindaco uscente? Se lo scarto tra i due, a vantaggio del democentrista, dovesse essere consistente, sarebbe un problema per entrambi. Per Chiesa perché, in caso di rinuncia, si troverebbe nella condizione di contraddire il volere popolare. Per Foletti perché, di fatto, occuperebbe una poltrona non legittimata fino in fondo dai numeri.

L’altra grossa incognita luganese riguarda poi la sinistra, con il seggio che lascerà vacante Cristina Zanini Barzaghi. Il PS - che si trova anche orfano del sostegno dei Verdi - ha presentato una lista che rimane a metà del guado tra la volontà di rinnovamento totale e l’eredità del passato, schierando volti giovani accanto a personaggi presenti da decenni sulla scena politica come Raoul Ghisletta. Allo stesso seggio in Municipio, peraltro, punta anche il movimento Avanti con Ticino&Lavoro che, forte del risultato ottenuto alle Cantonali, potrebbe riuscire nell’impresa - per quanto ardua - di far entrare nell’Esecutivo la propria leader, Amalia Mirante, lasciando i socialisti a bocca asciutta.

E se per il Centro appare scontata la riconferma dell’uscente Filippo Lombardi, più combattuta potrebbe essere la sfida tra i liberali radicali. La poltrona del vicesindaco Roberto Badaracco - guardando esclusivamente i numeri - sembra essere quella più solida mentre alle sue spalle c’è chi descrive ancora aperto il confronto tra Karin Valenzano Rossi e Fabio Schnellmann. Nelle ultime due tornate elettorali, lo scarto tra i due era stato di poche centinaia di voti: otto anni fa a favore di Schnellmann e tre anni fa a favore di Valenzano Rossi. Entrambi i municipali in questi ultimi due anni hanno dovuto affrontare sfide complicate. Badaracco, tra le varie cose, quella del polo sportivo (vinta in votazione popolare) e quella del polo congressuale (ancora aperta). Mentre Valenzano Rossi, sempre tra i vari dossier trattati, il complicato caso dell’autogestione (anch’esso ancora aperto).

Allargando lo sguardo ai Comuni della cintura, il dato più saliente riguarda il gran numero di sindaci «storici» che hanno deciso di non ricandidarsi. A Massagno, per la prima volta in oltre 30 anni, in lista per il Municipio non ci sarà Giovanni Bruschetti e sarà interessante osservare se il Centro riuscirà a non perdere terreno. A salutare il loro timoniere saranno però anche Capriasca, Melide, Canobbio, Val Mara e Lamone.

Mendrisio, due poltrone per tre

E se i socialisti a Lugano sono chiamati a sostituire la loro municipale, lo stesso dovrà fare anche l’Alternativa di Mendrisio, dopo l’uscita di scena di Françoise Gehring. A differenza di Lugano, però, qui il seggio dell’area rossoverde non dovrebbe essere in pericolo, anche grazie a una lista forte che vede correre per un posto in Municipio due volti della politica cantonale come Claudia Crivelli Barella e Andrea Stephani. A traballare, per contro, è la terza poltrona del PLR, oggi occupata da Massimo Cerutti, uscito a gennaio dal partito dopo le polemiche legate alla gestione delle Aziende industriali di Mendrisio (AIM). Cerutti, rimasto nell’Esecutivo come indipendente, oggi è in corsa per il Municipio con l’UDC e potrebbe riconfermare il proprio seggio, strappandolo ai liberali radicali, oppure perfino sottraendolo al leghista Daniele Caverzasio. Tanto più che nel Borgo il Movimento di via Monte Boglia e i democentristi hanno deciso di correre separati dopo oltre trent’anni di alleanza. E se il PLR rischia di perdere un posto nell’Esecutivo, scontata appare invece la rielezione del sindaco, il liberale radicale Samuele Cavadini.

A Chiasso sarà rimpasto?

Senza storia sembra anche la conferma, a Chiasso, del sindaco Bruno Arrigoni. Il tema qui non sembra tanto essere la nuova composizione del Municipio, che dovrebbe veder confermata l’attuale distribuzione delle forze politiche in campo, quanto piuttosto l’attribuzione dei dicasteri. Già, perché con l’uscita di scena della PLR Sonia Colombo-Regazzoni dovranno essere riassegnati due dicasteri importanti e al tempo stesso impegnativi: territorio e sicurezza. E un rimpasto sembra inevitabile.

Infine, per il basso Mendrisiotto il prossimo quadriennio potrebbe anche rappresentare un punto di svolta in materia di aggregazioni. Infatti, tutti e cinque i sindaci - di Chiasso, Balerna, Vacallo, Morbio Inferiore e Breggia - impegnati nel progetto che dovrebbe portare alla creazione di un nuovo Comune saranno in corsa il 14 aprile per un nuovo mandato.

Locarno, caccia al sindaco

Fin qui il Sottoceneri. E dal Ceneri in su? Avete in mente il classico film natalizio «Una poltrona per due»? Ebbene, alle imminenti elezioni, nel Sopraceneri, potrebbe andare in scena il remake dal titolo «Una poltrona perduta». A giocarsi tanto, tantissimo, è soprattutto il PLR. I liberali radicali, in alcuni Comuni, si presentano senza uscenti di peso, che in certi casi occupano addirittura la poltrona più ambita, quella di sindaco. È il caso di Locarno, dove il timoniere-rocker Alain Scherrer non potrà più cantare «eh già, io sono ancora qua» come il suo mito Vasco Rossi. Lascia dopo quasi nove anni la guida della città; come lui si fanno da parte il collega di partito Davide Giovannacci e il vice del Centro Giuseppe Cotti. Se l’ex PPD punta più degli altri al raddoppio, le altre formazioni giocano sulla difensiva alla ricerca della conferma di Nancy Lunghi (Sinistra Unita), Bruno Buzzini (Lega-UDC) e Pierluigi Zanchi (Verdi), mentre il probabile futuro primus inter pares sarà Nicola Pini (PLR). Aggiungiamo, inoltre, il ritorno dell’ex municipale socialista Bruno Cereghetti in corsa con Avanti con Ticino&Lavoro.

Nella regione il partitone mette in palio la carica di sindaco anche a Minusio (dopo vent’anni si fa da parte Felice Dafond, alla pari dei suoi colleghi di Esecutivo e di partito Sergio Vela e Paolo De Giorgi), Ascona (Luca Pissoglio), Brissago (Roberto Ponti), Cugnasco-Gerra (Gianni Nicoli) e Terre di Pedemonte (Fabrizio Garbani Nerini). In un terzo degli enti locali il timoniere PLR non si ricandida. Una tornata storica come quella che andrà in scena a Muralto, con ben tre liste per il Municipio (con la rinascita dei liberali radicali) come non succedeva da anni: il sindaco Stefano Gilardi riuscirà a difendere lo scranno?

Una Bellinzona quasi fotocopia?

Altre poltrone, che il PLR non vuole perdere, sono in gioco nel Bellinzonese. Nella Turrita c’è quella lasciata libera dal vicesindaco Simone Gianini. Per il resto in città si va verso un Esecutivo fotocopia, con il sindaco Mario Branda e Henrik Bang per l’Unità di sinistra, Fabio Käppeli, Renato Bison e un terzo liberale radicale (Tiziano Zanetti o Patrick Rusconi?), Giorgio Soldini (Il Centro) e Mauro Minotti (Lega-UDC). Suscita curiosità, in quest’ultima alleanza, la candidatura del quasi ex comandante della Polizia comunale Ivano Beltraminelli (che andrà in pensione il 1. aprile): sul caso l’MPS ha già inoltrato un’interpellanza. Poche possibilità per il redivivo Noce dell’ex sindaco Brenno Martignoni Polti e per i Verdi e l’MPS che stavolta si presentano separati nonché per Più Donne con Avanti con Ticino&Lavoro e per HelvEthica. I liberali radicali corrono senza il timoniere a Riviera e Acquarossa, dopo gli addii di Alberto Pellanda e Odis Barbara De Leoni. Nel primo Comune Il Centro schiera l’ex sindaco PS di Iragna Dino Mele. Il PLR vuole invece riconquistare la guida di Lumino dopo la breve parentesi targata Nicolò Parente (Il Centro).

In questo articolo: