Essere mamma tuttofare, tra tante gioie e «dolori»
Mamme, strafelici di esserlo, ma quanta fatica! Già, il «mestiere» più bello del mondo è anche tra i più impegnativi. Forse il più impegnativo. Un «mestiere» che ogni anno, nel mese di maggio, viene celebrato con l’ormai classica festa della mamma. Una ricorrenza festeggiata anche a La domenica del Corriere, con una puntata un po’ diversa dal solito, lontana dalla politica, durante la quale – ospiti del vicedirettore Gianni Righinetti – si sono confrontate quattro madri attive in politica, e non solo: Natalia Ferrara, Sabrina Aldi, Karin Valenzano Rossi e Nina Pusterla.
Dal calendario ai piccoli gesti
Ognuna con la propria esperienza personale, le ospiti hanno raccontato «gioie e dolori» dell’essere mamma. Condividendo tutte, ad esempio, l’importanza di organizzarsi il più possibile per gestire tutto: famiglia, lavoro e politica. «Come si gestisce la quotidianità? Essendo stanchi morti! Si dorme poco e si organizza tantissimo», ha spiegato ridendo, ad esempio, Ferrara. «Ho l’abitudine di pianificare molto le mie settimane», ha aggiunto, spiegando poi l’importanza, in tutto ciò, anche dei piccoli gesti, come il lasciare un bigliettino a figli e marito prima di partire oltre Gottardo per lavoro.
Una narrativa da cambiare
Ma la festa della mamma è ancora sentita? «Innegabilmente è bello ricevere i pensierini che fanno i bambini a scuola», ha spiegato Pusterla. Anche se, ha aggiunto, «questa giornata corre il rischio di diventare un po’ commerciale. Ma ciò dipende da noi, da come la interpretiamo e che valore vogliamo darle». E sull’organizzarsi, Pusterla ha aggiunto: «Dal terzo figlio in poi è subentrata anche la creatività». E poi «occorre anche accettare che non sempre tutto andrà in maniera perfetta». Già, un principio, quest’ultimo, condiviso da tutte. «Prima ci si rende conto che la perfezione è lontanissima e meglio si vive», ha ad esempio affermato Aldi.
Durante la trasmissione, le ospiti si sono poi soffermate anche sul presente e sul futuro dei giovani. Un futuro fatto anche di grandi incertezze e incognite.
«Dal mio doppio osservatorio di mamma e capodicastero sicurezza – ha ad esempio affermato a tal proposito Valenzano Rossi – osservo una narrativa negativa che incombe in modo pesante sui giovani». Una generazione, di conseguenza, «meno spensierata» rispetto a quelle del passato.
Anche Pusterla, che lavora come docente alle scuole medie, dal suo doppio osservatorio si dice in qualche maniera preoccupata: «La mia preoccupazione maggiore riguarda la non visibilità di modelli alternativi a quelli molto spinti sui social network, che spesso fanno molti danni». E riguardo alla «narrativa negativa», Pusterla ha evidenziato che proprio questa narrativa, dettata da vari fattori, sta facendo crescere nei ragazzi e nelle ragazze molta ansia. Un sentimento sempre più preponderante tra i giovani e giovanissimi.
Chi i social li utilizza frequentemente anche in quanto genitore è Ferrara. La quale, interpellata da Righinetti a tal proposito, ha spiegato che raccontare la normalità di una famiglia attraverso queste piattaforme ha anche una sua utilità: «Purtroppo sento ancora oggi dire che non è possibile essere donna, avere una professione, una famiglia e fare politica. È vero, è difficile, ma è possibile. E raccontarlo (ndr. con i social) mi auguro che possa aiutare».
Tutto ciò senza dimenticare che, come ricordato da Aldi, «non esistono manuali» per diventare genitore, tantomeno per diventare mamma».