Eutanasia per animali sani, no al divieto
Nulla da fare per l’iniziativa cantonale presentata dalle deputate Tamara Merlo (Più Donne) e Sabrina Aldi (Lega) che chiedeva di vietare l’eutanasia di animali da compagnia sani. Il Gran Consiglio ha respinto la proposta approvando il rapporto di maggioranza della Commissione Costituzioni e leggi.
Citando il parere degli esperti sentiti in audizione (in particolare quello del veterinario cantonale e dell’allora presidente dell’ordine dei medici veterinari), il relatore del rapporto di maggioranza contrario all’iniziativa, Gianluca Padlina (Centro), ha ricordato che «la legislazione federale prevede già di porre la dignità e il benessere degli animali al centro». Per il deputato, dunque, «l’eutanasia di un animale è un passo che viene ponderato molto attentamente e entra in linea di conto solo quando la dignità e il benessere dell’animale non sono più garantiti». Inoltre, Padlina ha spiegato che «fortunatamente secondo gli esperti sarebbero limitatissimi i casi in cui l’eutanasia di un cane o di un gatto potrebbe essere stata decisa con leggerezza, considerato che i veterinari devono rispettare un codice deontologico». In Ticino, insomma, non è scontato sopprimere un animale da compagnia.
L’iniziativa cantonale era accompagnata da una petizione sottoscritta da oltre 30 mila firme a sostegno delle richieste contenute nell’iniziativa cantonale. La legge federale sulla protezione degli animali (LPAn) prevede infatti una pena solo per chi uccide un animale con crudeltà, ma nulla per chi esegue un’eutanasia su un animale sano. L’iniziativa chiedeva quindi che il Ticino si facesse promotore presso le autorità federali per vietare e punire chi pratica l’eutanasia su animali sani.
Come ricordato dalla relatrice di minoranza, Giulia Petralli (Verdi), anche secondo i rappresentanti delle associazioni attive in ambito di tutela dei diritti degli animali, la legislazione attualmente in vigore non è sufficiente per evitare l’uccisione di animali da compagnia sani. Durante l’audizione, come ricordato da Tamara Merlo, sono stati infatti portati alcuni esempi di eutanasie praticate da veterinari per ragioni non mediche come traslochi, divorzi o problemi di salute dei proprietari.
Alla fine, però, come detto la maggioranza del Gran Consiglio (con 42 voti a 30) ha seguito il parere del veterinario cantonale e dell’allora presidente dell’ordine dei medici, i quali hanno espresso una serie di perplessità e interrogativi sul divieto. Per i veterinari se la Legge sulla Protezione degli Animali (LPAn) venisse modificata come desiderato dagli iniziativisti e dai petenti, potrebbero infatti sorgere problemi. Ad esempio, i veterinari potrebbero esitare a procedere con l’eutanasia di un animale gravemente malato per paura di incorrere in sanzioni. In sostanza, dunque, la modifica legislativa potrebbe diventare un’arma a doppio taglio e danneggiare l’animale stesso.