Il caso

Fa caldo, ma le capanne non sono affollate

Dopo un'apertura che lasciava ben sperare, i pernottamenti nel Bellinzonese e valli sono ora in calo – I guardiani: «Con l'allentamento delle restrizioni sanitarie c'è chi preferisce andare all'estero»
Lodovica Casari
08.07.2022 14:18

Vacanze, bel tempo e temperature elevate: si cerca rifugio in montagna? Non è proprio così: le capanne alpine del Bellinzonese e valli sembrano aver visto tempi migliori. Almeno questo è quanto emerge da un sondaggio fatto negli scorsi giorni dal CdT presso alcune strutture. Franco Demarchi, guardiano della capanna Campo Tencia del CAS, situata in fondo alla Val Piumogna, ha osservato un aumento dei pernottamenti nelle ultime due estati quando la pandemia era, ancora più di oggi, il tema per antonomasia. «La gente non poteva andare in vacanza all’estero, e quindi cercava delle alternative in Ticino», ci dice. Il 2022 è iniziato col botto: le temperature miti hanno permesso di anticipare l’apertura del rifugio, e finché le scuole erano aperte nei fine settimana arrivavano molti escursionisti. Ora, tuttavia, i pernottamenti e i passaggi sono in calo: «Adesso che si può di nuovo partire la gente preferisce andare al mare», conclude amaramente Demarchi. La speranza è quella di invertire la rotta a partire da metà mese.

La pandemia, croce e delizia

Anche la capanna Brogoldone, sempre del CAS, ubicata a Lumino, ha aperto i battenti con due settimane di anticipo (il 1. maggio) rispetto agli anni precedenti. Il guardiano Michel Borner ci ha confermato l’aumento dei pernottamenti nei primi mesi di apertura: «Da quando esiste la capanna non abbiamo mai avuto così tanti pernottamenti in giugno, ma a luglio di colpo abbiamo avuto un calo». La capanna è comunque più frequentata rispetto alle scorse estati: i passaggi erano aumentati molto, ma non i pernottamenti, a causa delle difficoltà nel mantenere le distanze di sicurezza e ad applicare le varie misure di protezione conseguenti all’emergenza sanitaria. Piccola perla della capanna Brogoldone è la nuova «camera Molinera matrimoniale», quasi sempre occupata.

Riccardo Foti, guardiano della capanna Bovarina dell’UTOE, raggiungibile da Campo Blenio o dall’Alpe Predasca, afferma invece che i pernottamenti stanno iniziando a farsi importanti in queste settimane, e restano elevate le aspettative per i mesi di luglio e di agosto. Anche qui la pandemia non è stata del tutto sfavorevole: «Le alternative erano poche, anche chi normalmente non frequentava la montagna ha iniziato a farci visita», conclude Riccardo Foti.

La speranza

Rimane vigile nella Valle di Arbedo Nicola Riva, guardiano della capanna Gesero alla Biscia dell’UTOE, inaugurata negli scorsi giorni. Durante questa prima estate di attività l’obiettivo è di monitorare la situazione per capire dove e come migliorare l’accoglienza. «Per ora i pernottamenti sono pochi, abbiamo una piccola affluenza nei fine settimana, ma altrimenti, complice anche la chiusura della strada a causa dei lavori che allunga il tragitto per raggiungerci, anche i passaggi non sono molti». Pure in questo caso si attende un aumento di escursionisti a partire da questo mese. Nessun pienone quindi sulle montagne della nostra regione; la situazione rimane tranquilla e i guardiani restano in attesa di un miglioramento per le prossime settimane.

I consigli da seguire

Prima e durante le escursioni è bene sempre tener conto delle raccomandazioni fornite da «Montagne sicure». La scelta di un itinerario idoneo alle proprie capacità e di un’attrezzatura adeguata, così come evitare di lasciare il sentiero e il concedersi delle pause, sono i consigli principali da seguire. Per quanto riguarda le capanne alpine è inoltre importante ricordarsi di verificare se la struttura è aperta e custodita, di riservare il pernottamento e di comunicare eventuali rinunce o ritardi. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito del Dipartimento delle istituzioni https://www4.ti.ch/di/montagne-sicure/home.

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