Criminalità

Falso nipote, danni in Ticino per 1,5 milioni di franchi

In Svizzera quasi quattro persone su cinque sopra i 55 anni hanno subito un tentativo di frode negli ultimi cinque anni - Un quinto è cascato nella trappola - È quanto emerge da uno studio di Pro Senectute - Laura Tarchini: «Se chiedono denaro, appendete il telefono senza esitare»
©Gabriele Putzu
Francesco Pellegrinelli
03.10.2023 06:00

Sono numeri da capogiro. In Ticino, le truffe del falso nipote hanno prodotto - da gennaio ad oggi - danni economici per oltre 1 milione e mezzo di franchi. Cifre sbalorditive che crescono con una progressione allarmante se i considerano anche altre tipologie di truffe finanziarie, come per esempio la vendita forzata di merci o servizi non necessari; la falsa minaccia informatica; la vendita di merci a prezzi elevati; o le cosiddette truffe dell’anticipo, dove un malintenzionato si mette in contatto con una persona anziana dicendole che presto riceverà una grossa somma di denaro (frutto di un’eredità), ma che prima deve versare un anticipo per coprire le spese notarili o di bonifico bancario. A fornire una fotografia dettagliata della situazione è uno studio di Pro Senectute. L’esito, come detto, è per certi versi sbalorditivo, a cominciare dall’entità dei danni registrati a livello nazionale: negli ultimi cinque anni, una persona su cinque di età pari o superiore ai 55 anni ha subito un abuso finanziario. Nel 2023, l’ammontare delle perdite derivanti da questo tipo di abusi è aumentato di due terzi rispetto al 2018, passando da 400 a 675 milioni di franchi. Sorprendente è anche la frequenza con cui le persone anziane vengono a contatto con attività criminali: negli ultimi cinque anni, quasi quattro persone su cinque (esattamente il 78,2%) hanno subito un tentativo di frode.

Il motore del digitale

«La digitalizzazione ha aperto le porte a molti truffatori e a diverse tipologie di truffe online», commenta al CdT Laura Tarchini, responsabile comunicazione e marketing di Pro Senectute Ticino. «Molte persone si sono avvicinate al digitale durante la pandemia e ora vediamo gli effetti». I tentativi di arricchirsi attraverso la criminalità informatica negli ultimi cinque anni sono quasi raddoppiati. Una persona su due (tra quelle intervistate) ha rivelato di essere stato preso di mira da un tentativo di cibertruffa. Nel 2018 questa percentuale non raggiungeva il 30%. Nello stesso tempo anche il numero delle vittime è cresciuto (6,9% contro 4,2% nel 2018). Nella categoria della cibercriminalità troviamo la truffa sentimentale (un malintenzionato instaura via internet un legame affettivo con una persona anziana allo scopo di chiederle denaro); il falso annuncio (attraverso siti di vendita online come Anibis o Ricardo vengono pubblicati annunci fasulli; e il phishing (un impostore cerca di ottenere dalla vittima informazioni riservate, come password o dati bancari, fingendosi un soggetto di fiducia, come un istituto bancario).

Partita la campagna nazionale

Accanto alle truffe informatiche ampio spazio occupano poi le truffe telefoniche. «Proprio in questi giorni è partita una campagna nazionale di prevenzione», ricorda Tarchini. «È un problema che riscontriamo anche in Ticino». La più nota è quella del falso nipote, ma ne esistono numerose varianti: a volte l’interlocutore si presenta come un «medico» che afferma di dover operare il figlio infortunato della vittima, ma che per procedere ha bisogno di essere pagato anticipatamente. Un’altra volta si presenta come un «avvocato» che vuole far uscire dal carcere preventivo la figlia della vittima arrestata per aver investito un bambino o donna incinta. Altre volte, invece, si presenta persino come un «agente di polizia» che mette in guardia dalla presenza di ladri nelle vicinanze dell’abitazione della vittima e che quindi vuole passare personalmente a casa sua per «mettere al sicuro denaro e oggetti di valore». Lo schema delle chiamate è sempre lo stesso. Una presunta figura autoritaria comunica una notizia scioccante (ma falsa) che provoca nella vittima uno stato di stress. Il consiglio resta sempre il medesimo: interrompere senza indugi la chiamata e segnalare la truffa alla Polizia. «Quando arriva una richiesta telefonica di denaro, il consiglio è di appendere immediatamente e di informare la polizia», chiosa Tarchini. Grazie a queste segnalazioni, da inizio anno la polizia cantonale ha effettuato una decina di arresti. Di norma, si tratta di persone legate a gruppi con base in Polonia o Italia.

La fiducia tradita

Ma i danni finanziari maggiori - si legge nello studio di Pro Senectute - si riscontrano quando i reati sono commessi da persone di fiducia. Nella lista delle cinque forme di abuso più costose troviamo al primo posto i professionisti che sfruttano la propria posizione per sottrarre beni o denaro agli anziani. I danni finanziari registrati nel 2023 per questa categoria ammontano a 255 milioni di franchi. Più in generale, osserva Tarchini, «per gli anziani che presentano difficoltà nella gestione finanziaria, Pro Senectute Ticino propone un servizio di aiuto con un servizio fiduciario tramite persone volontarie». Nella lista delle frodi più onerose troviamo poi, in ordine, l’uso illecito di una procura o di un accesso a un conto bancario (216 mio); gli investimenti fraudolenti (47 mio); la fatturazione di un bene o di un servizio non ordinato (36 mio); la fatturazione di un bene o di un servizio a prezzi esorbitanti (28 mio). Queste truffe spesso avvengono per telefono, fa notare Tarchini. «Imprese o privati si mettono in contatto con persone anziane per vendere beni di consumo (ad esempio vino o prodotti sanitari) a prezzi esorbitanti». In questo caso, fa notare Tarchini, i venditori spesso comunicano il prezzo della rata mensile, facendo passare in secondo piano il costo complessivo. «Durante questi scambi telefonici basta pronunciare un «sì» per concludere l’affare. Il tempo per la disdetta è di due settimane, ma la merce spesso arriva a ridosso della scadenza, rendendo l’operazione di reso più difficile». Consigli? «Evitate di fare acquisti telefonici. Piuttosto fatevi portare da un familiare in un negozio».