FC Locarno, «tu vuò fa l'americano?»
«Tu vuò fa l’americano», come cantava Renato Carosone, ma sei di Verscio. E quindi hai i piedi ben saldi a terra, anche se il sogno a stelle e strisce è lì, dietro l’angolo. Quello di martedì 14 novembre sarà un giorno storico per il Football club Locarno del presidente Mauro Cavalli, alla testa del sodalizio da quasi due anni e mezzo. L’assemblea dell’associazione, in programma alle 20 nella sala del Consiglio comunale cittadino, dovrà esprimersi sulla creazione della società anonima per la gestione della prima squadra che milita in Seconda Lega Interregionale, campionato dove sta facendo benissimo. Tanto da essere momentaneamente al primo posto del gruppo 3 davanti, ad esempio, allo Zugo che può disporre di un budget di poco meno di un milione.
Dall'Ascoli al Campobasso
Perché questo cambiamento? Semplice: il North Sixth Group di New York, fondato da Matt Rizzetta, è interessato alle Bianche Casacche. È già proprietario dell’Ascoli (serie B italiana) e del Campobasso (in D) nonché di una squadra di Brooklyn. «Vuole entrare dapprima in società con una quota del 40%, per poi passare al 60 ed in seguito all’80», ci dice l’attuale timoniere. Il quale, come è comprensibile, quando si affronta l’argomento è - per sua stessa ammissione - «molto prudente. Voglio capire che intenzioni hanno e, soprattutto, se possono assicurare un futuro roseo» alla formazione verbanese.
La solitudine del timoniere
Quello che è certo, ora come ora, è che Mauro Cavalli rimarrà il presidente dell’FC Locarno. «Anche perché non c’è la fila per prendere il mio posto...», ci confida con il solito sorriso. Una fetta importante del futuro dello storico sodalizio, nato nel 1906, si scriverà fra una dozzina di giorni. «L’obiettivo è dare continuità alla gestione del club. Io mi sono lanciato in questa impresa ma non è affatto facile, mi creda. Se si vuole una squadra vincente bisogna investire. Ma il sottoscritto non è un milionario...», afferma Mauro Cavalli. Il quale aggiunge subito: «Dal punto di vista gestionale, allo stato attuale, vivo una situazione di preoccupante solitudine. Gli sponsor, quelli che possono fare la differenza, non ci sono più. Per fortuna che i rapporti con la Città sono ottimi».
Il gruppo dell’imprenditore italo-americano Matt Rizzetta potrebbe darvi una mano? «Sì, ma bisogna andare con i piedi di piombo. Ribadisco: per portare il Locarno in alto ci vogliono i soldi. Se li hanno e sono pronti ad investire, come sta ad esempio facendo Joe Mansueto nel Lugano, si può fare. Vediamo cosa deciderà l’assemblea».
I consigli dell'Angelo
Il Ticino, anche quello pallonaro, è piccolo. Ci si conosce tutti. Questo non vuol dire che si creano per forza delle amicizie, ma di sicuro possono nascere delle collaborazioni. Fra le prime c’è sicuramente quella fra il presidente del Football club Locarno Mauro Cavalli e l’ex timoniere bianconero Angelo Renzetti. «L’Angelo vuole una squadra che lotta, che dà l’anima sul campo. Da esperto qual è segue le Bianche Casacche e spesso mi scrive dandoci dei consigli tecnici. Ci aiuta sempre, ma non è interessato ad entrare in comitato. L’esperienza al Lugano è stata logorante. Credo che con il calcio vissuto in prima persona abbia finito», rileva Cavalli.
La Dea bendata e l’Europa
Un’altra amicizia è quella con Stefano e Gabriele Gilardi, già alla testa dell’FC Locarno. «Anche loro ci tengono eccome al nostro club. L’amore per le Bianche Casacche non è assopito del tutto. Chissà. Invidio l’ACB che ha scelto Gabriele quale amministratore unico: le competenze che ha lui le hanno in pochi». A proposito del sodalizio granata, con la famiglia Bentancur come sono i rapporti? «Li conosco entrambi, padre e figlio, Pablo e Pablito. Vado d’accordo con loro perché non ho peli sulla lingua. A Bellinzona si può fare bene, ma bisogna entrare in empatia con la piazza». Presidente, ha un sogno? «Vincere l’EuroMillions e portare il Locarno in Europa».