Fermato alla dogana di Chiasso e multato: «Quei 21 milioni di euro sono legittimi»
Riavvolgiamo il nastro: nel novembre del 2017, un uomo sul treno Zurigo-Milano era stato raggiunto dai finanzieri nella tratta Chiasso-Como. La domanda di rito: «Ha qualcosa da dichiarare?». La risposta: «Nulla» o, meglio, niente che superasse il valore consentito di 10 mila euro, come ricorda oggi Qui Como riprendendo il Giorno. In realtà, le cose non stavano effettivamente così tant'è che la vicenda, dopo anni, si è conclusa con una delle multe più care di sempre: quasi 21 milioni di euro.
Dopo la risposta negativa dell'uomo, i funzionari della Guardia di Finanza avevano deciso di approfondire i controlli. L'uomo, infine, era stato trovato in possesso di un titolo di credito obbligazionario emesso dal Regno di Romania nel 1929. A questo titolo erano allegati altri documenti. Dai quali risultava che il valore del credito, nel 2017, era arrivato a quasi 80 milioni di dollari americani, pari a 69,75 milioni di euro. Non finisce qui: l'uomo aveva altresì con sé un contratto di compravendita e altre scartoffie, da cui risultava l'apertura – avvenuta pochi giorni prima – di un conto in banca a Locarno.
Non avendo dichiarato né il titolo né gli altri documenti, l'uomo si era visto infliggere una multa di oltre 20 milioni di euro: 20.923.989 per la precisione. La faccenda era finita, evidentemente, in tribunale, dove l'uomo si era proclamato innocente poiché «avvisato dell’obbligo imposto dalla legge di dichiarare la disponibilità di solo denaro contante» e, quindi, non dei titoli. Dopo aver perso sia in primo grado sia in appello, ora è arrivata la sentenza – definitiva – della Cassazione. Sentenza che, spiegano il Giorno e Qui Como, reputa la multa (salatissima) legittima.