Ferrovia della Valmorea: il treno è in partenza

Se ne parla da anni, ma questa potrebbe finalmente essere la volta buona. Quei binari a cavallo del confine italo-svizzero che in alcune zone sono addirittura difficili da vedere perché ormai coperti dalla vegetazione dovrebbero infatti essere riattivati. Il condizionale è ancora d’obbligo ma nelle scorse ore un passo decisivo e di peso verso il ripristino della ferrovia della Valmorea è stato indubbiamente fatto. Lo definiamo di peso perché sul tavolo sono stati messi ben 10 milioni di euro. Serviranno per la riattivazione di parte della linea in disuso da quasi un decennio, era infatti il 2014 quando le corse turistiche tra Mendrisio e Malnate sono state interrotte. Quelle con la locomotiva a vapore organizzate dal Club San Gottardo nel distretto le ricordano ancora quasi tutti.
Sostegno dal territorio
I binari della linea coprono una distanza di 36 chilometri circa e collegano Mendrisio con Castellanza e varcano il confine in zona Santa Margherita, a Stabio. Al centro di questo progetto vi è però la riattivazione esclusivamente del tratto tra Mendrisio e Malnate Olona.
Il contributo di 10 milioni di euro per il ripristino è stato stanziato da Regione Lombardia, nell’ambito della manovra di assestamento al bilancio 2022-2024, che è stata approvata dalla giunta regionale nei giorni scorsi.
La notizia è certamente di quelle da festeggiare. Anche perché per la riattivazione della linea si sono mobilitati in molti, soprattutto dal lato italiano del confine. A partire dai sindaci dei Comuni toccati dal tratto ferroviario (una ventina) e dall’associazione Amici della ferrovia Valmorea. I primi, uniti, si sono impegnati a portare il loro sogno sui tavoli che contano. La seconda a inizio anno ha lanciato una petizione che è stata sottoscritta da oltre 1.800 persone.
L’obiettivo è turistico
La linea sarà riattivata per scopi turistici e storici. Quando succederà la ferrovia della Valmorea sarà l’unica ferrovia turistica internazionale in Italia, sconfinando appunto nel Mendrisiotto. Del potenziale da sfruttare – lo sostiene chi aveva caldeggiato il disegno sin dall’inizio – ci sarebbe però anche per il trasporto dei lavoratori pendolari. Il treno potrebbe in tal senso diventare una valida alternativa all’auto per molti lavoratori che ogni giorno si recano in Ticino, spiegano da tempo ad esempio i sindaci delle località italiane coinvolte. Per ora però la riattivazione a questi scopi sembra tuttavia un’idea accantonata.
Tra i Comuni interessati dalla riattivazione della linea anche c’è anche Cantello: «Siamo stati prontissimi ad appoggiare l’iniziativa fin da subito. Appena si è cominciato a parlare della possibilità di riattivare la ferrovia ci siamo dati da fare. Crediamo possa essere da traino anche dal punto di vista turistico, con la connessione anche con il Ticino», spiega il sindaco Chiara Catella. «Siamo soddisfatti perché è il primo passo verso il recupero turistico della ferrovia che in questi anni è stato fortemente richiesto dai Comuni interessati e dalle associazioni del territorio», reagisce invece Claudia Maria Terzi, assessore regionale alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile di Regione Lombardia che sottolinea anche come non siano previsti costi aggiuntivi per lo Stato italiano.
Il «no» del Cantone
Della possibile riattivazione della linea circa un anno fa si era occupato anche il Consiglio di Stato, sollecitato da un’interrogazione dei Verdi. Ma il Governo ticinese aveva spiegato di non aver intenzione di sostenere economicamente il progetto. «Il tracciato della vecchia linea ferroviaria della Valmorea non ha un potenziale d’utenza tale da giustificare una riattivazione per il servizio passeggeri regolare», si leggeva nella risposta. Anche il Cantone riconosceva tuttavia il potenziale turistico della linea.