Fiere dell'antiquariato: quaranta e non sentirle

Non tutto è antiquariato, ma tutto prima o poi lo diventerà. Nel frattempo, se siete appassionati di questo mondo, segnatevi in agenda – o sullo smartphone, a proposito d’intrecci fra antico e moderno – la data di domenica 11 maggio, quando dalle 9 alle 17 il nucleo di Mendrisio accoglierà la quarantesima edizione della fiera organizzata da Joschka Tomini. Sarà «un punto d’incontro» per tutti gli interessati – i promotori si attendono oltre diecimila visitatori – e «un ritrovo per acquistare, vendere o semplicemente ammirare la bellezza del passato fino al presente».
La Fiera dell’Antiquariato, Arte e Collezionismo darà spazio a più di centotrenta espositori provenienti da tutta la Svizzera e da oltre confine, dando così un tocco d’internazionalità. Un tocco in più, verrebbe da dire, perché un giro del mondo lo si può fare anche attraverso gli oggetti esposti. Nel mondo e nelle culture. «Le opere in vendita – spiega Tomini – sottolineano le tradizioni e la storia dei loro luoghi di origine. Molti pezzi unici, rari o introvabili rendono l’evento di grande attrazione, come quando si va a caccia di un tesoro perduto...».
Sulle bancarelle si troveranno argenti, gioielli, vetri porcellane, vinili, libri, sculture, arte popolare, tessitura, mobili, arte extraeuropea, giocattoli, ferri, oggetti di design del Novecento e dipinti dal sedicesimo al ventesimo secolo, realizzati anche da pittori ticinesi. Ringraziando tutte le autorità, enti e aziende che collaborano alla fiera – che normalmente si svolge due volte l’anno, con il prossimo appuntamento in programma il 21 settembre – i suoi organizzatori ricordano che l’evento si terrà con qualsiasi tempo e che ci sono ancora alcuni posti disponibili per esporre i propri oggetti (costo da 50 franchi, informazioni allo 077/409.34.07).
Eternamente attratti
Gli oggetti descritti in precedenza riassumono tutto quanto è passato sulle bancarelle della fiera nelle sue prime quaranta edizioni. Sarebbe bello sapere cosa verrà esposto nelle prossime quaranta. «Credo che tutti gli oggetti e le opere d’arte, comprese quelle contemporanee, prima o poi diventeranno vintage o di antiquariato» osserva Tomini. «Basti pensare come il collezionismo, ultimamente, sta abbracciando gli anni Novanta. Ogni elemento, di sicuro, sarà per sempre testimone della storia e della cultura del suo periodo».
Eterno, secondo Tomini, è anche il sentimento verso queste testimonianze. «La passione per le epoche precedenti non svanirà. Alcuni saranno più nostalgici e altri meno, ma un legame ci sarà sempre». Confortante, in questo senso, la composizione del pubblico della manifestazione momò. «È molto variegato, anche perché si possono trovare oggetti per tutte le tasche. Vedo anche tanti giovani, che comprensibilmente sono attratti dalle cose più moderne». Tomini, dal canto suo, è affascinato da due tipi di oggetti: «Le maschere africane, con le loro forme simmetriche e un po’ astratte che hanno ispirato un pittore come Picasso, e le vecchie serrature con le chiavi di una volta, alcune delle quali impreziosite da vere e proprie decorazioni».