Finalmente c'è la base pianificatoria, ma ora Savosa vuole andarsene
Non ha quasi avuto il tempo di festeggiare una notizia attesa da oltre un decennio, il Consorzio casa per anziani Cinque Foglie – composto dai Comuni di Comano, Cureglia, Porza, Savosa e Vezia - che già si trova ad affrontare una nuova tegola. Se la scorsa primavera, infatti, le modifiche pianificatorie necessarie per progettare la nuova struttura – che dovrebbe sorgere nel prato di fronte alla RSI a Comano – sono finalmente cresciute in giudicato, la scorsa estate il Comune di Savosa ha preannunciato l’intenzione di lasciare il Consorzio. Una decisione poi comunicata ufficialmente lo scorso novembre. Quindi i prossimi mesi, ancora prima che per progettare la casa per anziani, saranno decisivi per il futuro stesso del progetto: Savosa potrà effettivamente lasciare il Consorzio? E nel caso i quattro Comuni rimanenti vorranno proseguire l’avventura?
Parlano i due sindaci
«È da diverso tempo che il Consiglio comunale, tramite interpellanze e mozioni, ci chiedeva di uscire dal Consorzio - afferma il sindaco diSavosa Raffaele Schärer. - Abbiamo fatto diverse riunioni sul tema nell’ultimo anno e a novembre abbiamo formalizzato la richiesta. La nostra intenzione è continuare ad appoggiarci alla casa per anziani privata Villa Santa Maria, con cui abbiamo già una convenzione in essere». Diversi anni fa Savosa aveva peraltro proposto ai Comuni consorziati di acquisire la casa per anziani, ma la proposta era stata respinta giudicando l’operazione troppo onerosa. Quanto al perché della volontà di lasciare ilConsorzio, il sindaco cita i numerosi ricorsi inoltrati finora contro il progetto (e l’ombra di possibili ricorsi futuri) e le conseguenti lungaggini.
Comano è il Comune capofila del progetto, ed è stato il suo sindaco Francesco Moghini, intervistato dal bollettino del PLR di Cureglia, ad accennare al desiderio di Savosa di lasciare il Consorzio: «Da un lato siamo dispiaciuti da questa decisione, dall’altro la comprendiamo, perché è vero che sono passati oltre dieci anni da quando il Consorzio è stato costituito. Ci può stare che nel frattempo ci sia chi si vuole organizzare in altro modo». Premesso che Savosa lo lascerà, il Consorzio avrà un futuro? «Noi partiamo dall’idea di andare avanti, ma è chiaro che bisogna fare il punto della situazione. Su richiesta anche degli altri tre Comuni abbiamo commissionato una revisione dei costi e delle modalità di gestione nell’ipotesi che si prosegua a quattro. Un’operazione che contiamo di terminare entro luglio. Poi vedremo come si esprimeranno i Comuni interessati».
Non è facile dire addio
Come accennato, un conto è voler uscire dal Consorzio, un conto è riuscirci per davvero. A regolare la procedura sono lo statuto consortile e la legge sul consorziamento dei Comuni. Nessuno dei due parla esplicitamente della possibilità che un Comune lasci, quanto piuttosto dello scioglimento del Consorzio tutto. Per scioglierlo, serve «una decisione a maggioranza assoluta dei Comuni consorziati e dei voti del Consiglio consortile, riservata la ratifica del Consiglio di Stato». In altre parole: Savosa non sarà totalmente padrona del suo destino.