Finzi Pasca: “Nel mio cuore son già lontano da Lugano”

L'artista torna sulla diatriba tra la sua Compagnia e la Città: "I funzionari del LAC che avevo aiutato a scegliere sono gli stessi che ora mi dicono che per me non c’è spazio" - SONDAGGIO
Chiara Nacaroglu
17.09.2018 06:00

LUGANO - A distanza di mesi si torna a parlare del dilemma luganese di Daniele Finzi Pasca. Era il mese di marzo quando aveva fatto sapere che gli spazi e i tempi che vengono messi a disposizione della sua Compagnia al LAC non sono sufficienti per mettere in pratica una vera residenza artistica. Da lì aveva preso il via una diatriba tra Città e Compagnia, sfociata nella proposta dell'Esecutivo cittadino di creare una sorta di centro cantonale per il teatro sui terreni delle AIL a Breganzona. Un'idea questa che non era piaciuta a Finzi Pasca e che, ci ha confermato il titolare del Dicastero cultura Roberto Badaracco, è ancora al "primo stadio di valutazione". In occasione della mostra The garden of earthly delights: tesori dagli Archivi della Compagnia Finzi Pasca  abbiamo cercato di capire con il diretto interessato se qualcosa si è mosso e pare proprio di no.

"Penso che con il LAC ci siamo detti le cose che c'erano da dirsi: se non c'è spazio, pazienza", afferma Finzi Pasca. "Credo di aver aiutato tanto nel creare le condizioni affinché si aprisse un teatro - continua- e ora che il LAC c'è dovrebbe essere anche casa nostra, ma non è così. Per me non è mai stato facile aver voglia di essere figlio di questa città e sentire che c'è sempre da battagliare". Ma allora si sta ancora valutando di spostare la Compagnia in un altro spazio? «Non abbiamo bisogno di un altro luogo - spiega - io non capisco né Michel Gagnon (direttore del LAC, ndr.), né Carmelo Rifici (direttore di LuganoInScena, ndr.). Non so cosa pensino. Il problema non sono né i politici, né la Città, anzi. Quest'ultima era convinta che noi avremmo trovato il nostro spazio nel teatro, invece al LAC hanno paura che la Compagnia possa fare ombra agli altri perché siamo una pianta grande». E qui aggiunge un particolare: "Quando mi hanno offerto di dirigere il LAC, anni fa, ho rifiutato, proponendo di scegliere dei bravi funzionari e offrendo il mio aiuto nel cercarli. È un po' strano che poi i funzionari ti dicano che per te non c'è più spazio". Ma allora lascerete Lugano? "Nella Compagnia siamo divisi: io sono già via, nel mio cuore. Onestamente lo sono da un po'". 

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