Il ritorno

Fra Pipistrelli, asini sul palco ed infinite risate

Successo di pubblico per la rivisitazione della «Rivista di Arbedo», gruppo teatrale degli anni Settanta – Per l'occasione sono riapparsi anche i protagonisti del Cabaret della Svizzera italiana
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
12.09.2022 15:38

Tantissime risate, qualche lacrima e la consapevolezza che una comunità senza la sua storia e i suoi personaggi sarebbe un’anima malinconica. La «Rivista di Arbedo» è tornata ad emozionare, seppur per sole due sere, quelle baciate dal successo (300 persone) andate in scena nel weekend per l’organizzazione del locale carnevale. Dal 1968 al 1975 dei giovani del paese, diretti da Renato Agostinetti, salirono sul palco per mettere in scena in modo scanzonato spaccati di vita. Da quell’esperienza nacque poi il Cabaret della Svizzera italiana (nel 1976), che proseguì per trent’anni, dove confluirono alcuni promettenti attori arbedesi. Non è dunque un caso che siano proprio stati i Pipistrelli (in arte Franco Lazzarotto, Ezio Piccolo, Angelo Zanetti e Roberto Lenzi), unitamente a quella sagoma di un Paolo Ferrazzini e allo stesso Agostinetti (autore e regista), a far rivivere quel teatro amatoriale.

Il mito Sergio Filippini

Una specie di «mi ritorni in mente» alimentato in modo ironico dagli aneddoti raccontati per ogni componente dell’allora «Rivista», moltissimi dei quali purtroppo avranno sorriso da lassù. In sala, tra il pubblico, anche alcuni parenti dei protagonisti di quel particolare spettacolo teatrale nato in Italia alla fine degli anni Trenta. «Ci siamo divertiti e, credo, abbiamo fatto divertire il pubblico, considerando che alle rappresentazioni c’era sempre il pienone. Gli spunti arrivavano da quello che succedeva ad Arbedo, ovviamente, ma pure da qualche caso singolare capitato in Ticino o in Svizzera. Mi ricordo ad esempio che mettemmo in scena la decisione dell’esercito svizzero di rinunciare alla cavalleria. Ma, per motivi pratici, sostituimmo il cavallo con un asino, in quanto più facile da portare sul palco…», ha affermato Renato Agostinetti, deus ex machina sia della «Rivista» sia del Cabaret.

Altri particolari li ha aggiunti Franco Lazzarotto, dapprima attore ad Arbedo e poi Pipistrello dal 1977 al 2006: «Che bei momenti. Quando mi chiesero di far parte della ‘Rivista’ dissi subito di sì. Ho imparato da tutti, soprattutto dal compianto Sergio Filippini. Bastava che entrasse in scena e gli spettatori iniziavano a ridere. Non sorprende affatto la grande carriera che fece in seguito fra radio e televisione. Era un attore poliedrico».

Le gambe che tremavano

Che rinunciò però a far parte del Cabaret della Svizzera italiana. Una sorpresa per tutti. «Lesse il primo copione e rispose che non faceva per lui. Fu un peccato», ha svelato Renato Agostinetti. Il quale ha poi passato in rassegna alcuni dei momenti più esilaranti, anche del dietro le quinte. C’è chi in gruppo era un mattatore e poi sul palco gli tremavano le gambe; chi faceva gli scherzi ai colleghi-amici durante gli spettacoli; chi sapeva perfettamente a memoria il copione già dopo una sola prova («e anche le parti degli altri»). Un’esperienza unica, forse irripetibile. Ma mai dire mai.