Frontalieri in colonna, la rabbia dei sindaci italiani: «Riaprite tutte le dogane»
Con la riapertura parziale dei cantieri e la ripresa delle code in dogana ripartono anche le polemiche a cavallo del confine. Nella giornata di ieri, sono passati dai valichi ticinesi 20.124 veicoli. Rispetto alla scorsa settimana, si è registrato un +46% di ingressi, con un aumento sensibile in particolare presso alcuni passaggi, come Chiasso (+25% Chiasso strada, +26% Chiasso autostrada), Gandria (+96%) e Madonna di Ponte (+58%). Malgrado la riapertura dei valichi di Dirinella e Brusata, ieri mattina si sono formate lunghe code per via dei controlli.
Alcuni sindaci dei comuni di confine hanno immediatamente fatto sentire la loro voce, polemizzando contro la mancata riapertura di tutti i valichi. «Il comportamento dell’amministrazione federale delle dogane svizzere è intollerabile e disumano. È fonte di grave pregiudizio per i nostri lavoratori e per i comuni sconvolti da un traffico insostenibile», ha detto a Varesenews Andrea Pellicini, sindaco di Luino. «Qui è ancora tutto fermo fino al 4 maggio, mentre ogni giorno migliaia di frontalieri vanno a lavorare in Ticino con il rischio di ammalarsi e diffondere il contagio alle loro famiglie in Italia», dice Pellicini. «E allora perché non aprire anche i valichi di Cremenaga e Fornasette, quantomeno in determinate fasce orarie, evitando di costringere i nostri lavoratori a lunghe ore di coda e i comuni di Cremenaga e Ponte Tresa a subire gli effetti di inquinamento da gas di scarico devastante. Le relazioni di confine vanno condotte con buon senso e non con questa miopia macroscopica, figlia di un incomprensibile egoismo. Mi auguro che i parlamentari lombardi riescano a sbloccare la situazione facendo intervenire il ministero degli Esteri», ha aggiunto.
Dello stesso avviso anche il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino. «A seguito dell’annunciata ripresa di molte attività in Ticino, gli incolonnamenti lungo gli assi viari per chi proviene dal Luinese e dalla Valceresio sono insostenibili», ha affermato su Facebook. «Per rispetto dei nostri frontalieri – sottolinea Matromarino, che è anche presidente dell’Associazione comuni di frontiera – ho subito chiesto ai nostri rappresentanti politici e ai referenti ticinesi la riapertura almeno dei valichi di Luino Fornasette e Porto Ceresio».