Politica

«Garantire la ricostruzione emettendo delle obbligazioni»

Una mozione interpartitica di Quadranti e Genini (PLR) propone l’utilizzo dello strumento finanziario anche in chiave di rilancio turistico-economico delle regioni colpite dai disastri naturali
© Gabriele Putzu
Giona Carcano
25.07.2024 21:00

Emettere obbligazioni territoriali per finanziare la ricostruzione delle aree danneggiate dai disastri naturali, realizzare opere di prevenzione e preparare il Cantone a future emergenze. È quanto propone una mozione interpartitica di Matteo Quadranti e Simona Genini (PLR), firmata anche da Luca Renzetti, Alessandro Speziali, Alessandra Gianella (PLR), Paolo Caroni, Fiorenzo Dadò (Centro), Omar Balli, Sem Genini, Stefano Tonini e Andrea Sanvido (Lega). «La solidarietà dimostrata dalla popolazione ticinese, pur essenziale, non è sufficiente a fronteggiare i costi enormi e le sfide logistiche che queste calamità comportano», scrivono i deputati. «Le catene della solidarietà saranno sempre essenziali per l’aiuto immediato e diretto alle vittime, ma poi bisogna ricostruire e rilanciare». È dunque necessario un approccio strategico e strutturato per evitare che questi disastri naturali segnino il declino «di regioni preziose per tutto il Cantone». Oltre quindi alla solidarietà e ai mezzi della Confederazione previsti dal sistema federalista, si propone quindi l’emissione di obbligazioni «come un complemento alla solidarietà e una accelerazione all’intervento». Questo strumento, ribadiscono i mozionanti, «risulta interessante anche per altri scopi e obiettivi di grande portata per un vero rilancio territoriale e turistico, di promozione ed espansione economica per un Cantone che potrebbe essere precursore sia a livello svizzero ma anche, qualora si andasse anche su obbligazioni (BOND) digitali /IFG, a livello sovranazionale. Il tutto potrebbe infatti fungere da volano per un mantenimento di residenzialità sia per mantenere le persone giuridiche sul territorio e attrarne davvero di nuove».

L’idea non è nuova

L’idea delle obbligazioni territoriali, rilevano ancora i deputati, non è nuova: altri Stati, in seguito a disastri naturali, le hanno attivate (Giappone, USA, Italia...). A livello cantonale, inoltre, viene ricordato che l’emissione di obbligazioni non è nuova: «Era stata valutata e affrontata (ma poi congelata viste le condizioni di mercato, ndr) per il risanamento dell’IPCT. Il Cantone ha quindi la capacità amministrativa e legale per gestire questi strumenti finanziari. Si tratta ora di predisporre per tempo lo strumento e l’infrastruttura per poi essere pronti al momento opportuno, secondo il mercato, a far decollare l’emissione». I mozionanti sottolineano infine alcuni punti chiave da verificare, come la fattibilità legale e amministrativa dell’operazione, la sostenibilità finanziaria e il coordinamento.

Detto ciò, i firmatari propongono in via principale l’emissione di «obbligazioni Ticino» con un capitale iniziale di 300 milioni di franchi e una resa del 2% annuo su 75 anni. In via subordinata, invece, che sia valutata e approfondita l’emissione di obbligazioni Ticino prendendo in considerazione altre variabili come il capitale, la durata, la resa o altri scopi da perseguire.

In questo articolo: