Gesti volgari «rubati» inguaiano un municipale

Una querela, una segnalazione alla Sezione degli Enti locali. E poi ancora: una fototrappola, diversi video che ritraggono un municipale in atteggiamenti discutibili e delle questioni evidentemente aperte. Infine: la politica che chiede lumi e la parte in causa che risponde per le rime. Sono questi gli ingredienti principali della vicenda – anticipata da Tio e da Moneymag – che tiene banco in Valle di Muggio.
La fototrappola
Il caso è esploso dopo che una fototrappola, installata in un terreno riconducibile all’Albergo diffuso del Monte Generoso, ha immortalato più volte il membro dell’Esecutivo in questione. I video – noi ne abbiamo potuti visionare nove – ritraggono l’uomo che, a favor di telecamera, mima gesti quanto meno discutibili.
In un caso, ad esempio, lo si vede (e si sente) mimare il gesto di sputarsi sulla mano e riprodurre – iperbolizzando – movenze tipiche dell’autoerotismo. In un’altra occasione il gesto viene riprodotto utilizzando entrambe le mani. In un’altra ancora si sente: «Cornuto, ciao!».
La querela
Gesti che vengono reputati non accettabili, soprattutto da chi ricopre una carica istituzionale. Che lasciano intuire, allo stesso tempo, il fatto che vi siano delle questioni aperte, dei contenziosi rimasti irrisolti. Gesti, alla luce di quanto ripreso dalla fototrappola, ritenuti osceni. Ed è per questo motivo che il municipale è stato denunciato. Il presidente della Società Albergo diffuso Monte Generoso Claudio Zanini, da noi interpellato, ci conferma che una querela è stata inoltrata e, proprio per questo motivo, preferisce non rilasciare ulteriori dichiarazioni.
Dignità della carica
Ma c’è di più. La questione è infatti arrivata anche alla Sezione degli enti locali. Il caposezione Marzio Della Santa ci conferma che una segnalazione è giunta a Bellinzona. Una delle ragioni, abbiamo potuto apprendere, sta nel principio della dignità della carica. Gli articoli 199 e seguenti della Legge organica comunale riportano infatti che se un municipale è perseguito per questioni contrarie alla dignità della carica, il Consiglio di Stato può sospenderlo dalle sue funzioni. Qualora dovesse esserci una condanna (anche a una pena pecuniaria), il membro dell’Esecutivo può anche essere destituito.
Le domande
A volerci vedere chiaro è anche la politica. Negli scorsi giorni – il 2 e il 5 febbraio – sono stati depositati due atti. Davide Galli (PLR) e Giacomo Balerna (Il Centro), nell’interrogazione intitolata «Ingiurie e gesti osceni da parte di un politico di Breggia» chiedono al Municipio se sia stato messo al corrente della vicenda e delle accuse mosse prima che la notizia fosse comparsa sui media. Chiedono altresì se i video siano stati visionati e se le ingiurie e gli atti osceni ritratti siano ritenuti «sessisti e lesivi della dignità della donna». Inoltre: «In attesa che l’inchiesta faccia il suo corso non ritiene il Municipio, nelle sue facoltà decisionali, di dover salvaguardare l’immagine delle istituzioni, del Comune di Breggia e della sua cittadinanza?». L’altro atto è invece firmato Michele Mapelli (PLR) e Federico Cattaneo (Il Centro): «Il Municipio è a conoscenza dell’accaduto? Se si, come intende procedere?». Citando, in seguito, gli articoli già pubblicati nei quali si parla di comportamenti offensivi verso l’Albergo diffuso, domandano se questo atteggiamento fosse già accaduto in precedenza.
Sul tavolo del Municipio è inoltre arrivata anche un’interrogazione del gruppo Insieme a sinistra, di senso contrario rispetto alle altre. Secondo il consigliere comunale Rolando Panzeri, infatti, «il Municipio deve impedire che si strumentalizzi l’episodio ed evitare accanimenti per i quali si può venir a propria volta denunciati». Insieme a sinistra esprime quindi «ferma contrarietà a revocare al politico un dicastero oppure l’appartenza a commissioni o altri incarichi». Il gruppo chiede dunque al Municipio «se ritiene di voler sostenere, in forza della collegialità, e di voler tutelare il proprio politico coinvolto chiudendo la vicenda con le scuse pubbliche fatte e con la sua ricusazione volontaria in chiaro adempimento della legge?».
La replica: «Mero pretesto per delle vendette di valle»
«Difenderemo il municipale». Luca Maghetti, avvocato che tutela la persona al centro delle attenzioni, ha deciso di prendere posizione. Un testo, che riportiamo integralmente: «Come patrocinatori del municipale siamo sconcertati dal constatare la massiccia strumentalizzazione di una vicenda fondamentalmente da osteria, almeno nelle sue origini. Quello che è seguito ai gestacci, per i quali il politico si è scusato, è di gran lunga peggiore. Vediamo un imprenditore attivo in valle di Muggio che dà la vicenda in pasto ai media, ben sapendo dell’effetto ‘clava’ che questo oggigiorno ha, non limitandosi a seguire la via istituzionale vale a dire una querela al Ministero pubblico. Da parte nostra – continua l’avvocato Maghetti –, segnaliamo che con ogni verosimiglianza quella videocamera che riprendeva la pubblica via era illegale e l’uso che viene fatto di queste registrazioni è illecito e, verrà valutato, probabilmente anche coercitivo. L’interrogazione, del tutto esagerata, parla addirittura di mancato rispetto della donna, allorquando i protagonisti di questa vicenda sono solo due uomini. Oggi ogni piccolo refolo viene manipolato e gonfiato sino a creare un vero e proprio tsunami. Ad ogni buon conto difenderemo il municipale da questa che rimane una piccolezza, presa come mero pretesto per delle vendette di valle molto pesanti, nei suoi confronti, lui che ha sempre lavorato con zelo, nello stretto rispetto della legalità e per questo si è fatto dei nemici».
«Questi nemici – contrattacca il legale – sono saltati sul carrozzone e sono ben contenti di danneggiare una persona che invece deve restare al suo posto, assumendosi, come ha fatto, le proprie responsabilità, sia dinanzi al Municipio che al Ministero pubblico. Chi ha diffuso questi video dovrà però, a sua volta, assumersi le proprie responsabilità. Non vi è in effetti alcun interesse, tantomeno pubblico, a svelare una cosa privata tra l’altro raccolta, con ogni verosimiglianza, illecitamente, con il mero pretesto di filmare cervi, quando contro i cervi servono solo recinti elettrici».
Per l’avvocato non vi sono dubbi: «Sembra proprio che il vero obiettivo sia distruggere il municipale sia come politico, ma anche come persona; questo è gravissimo: se vi sono stati degli screzi istituzionali ora l’imprenditore, ha scelto, diffondendo a destra e manca il video, di farle pagare al politico, con una violenza che in realtà sembra dimostrare solo la sua prepotenza».