Gestione alle AIL? È acqua passata

Collina d’Oro si tiene stretta la «sua» acqua. L’intera gestione dell’acquedotto sarà infatti di competenza del Comune. L’esito delle urne parla chiaro: la maggioranza dei cittadini (il 65%) ha deciso che no, la gestione non deve passare interamente nelle mani delle Aziende industriali di Lugano (AIL). Con 930 voti contro 496, a uscire vincitore dalle urne è stato insomma il referendum lanciato lo scorso maggio da un gruppo interpartitico composto da Centro (PPD), PS, PLR, il quale aveva raccolto ben 720 sottoscrizioni (ne bastavano 389). A esprimersi sono stati sono stati 1.447 aventi diritto su 2.700.
Sconfessata, dunque, la tesi del Municipio, secondo cui, tra le altre cose, una gestione «casalinga» dell’acquedotto non era più sostenibile. Molto meglio una cessione globale della gestione alle AIL. Ma questa è ormai... acqua passata.
Soddisfazione e sorpresa
Soddisfazione, come ampiamente prevedibile, è stata espressa da Americo Bottani, membro del comitato promotore del referendum ed ex municipale di Gentilino. E non è mancata una certa sorpresa: «Una vittoria così importante non era prevista, soprattutto visto che avevamo di fronte due colossi della politica in Collina come PLR e Lega/UDC», afferma. «Il messaggio è chiaro: abbiamo i mezzi finanziari e il personale qualificato per gestire in casa l’acquedotto». A detta di Bottani, «nel 2004, al momento delle aggregazioni tra Gentilino, Montagnola e Agra è stato fatto un errore». Allora, ricordiamo, venne siglata una convenzione con le AIL, le quali per 17 anni hanno contribuito alla gestione dell’acquedotto assicurandone la sorveglianza, il servizio di picchetto, la pulizia e il controllo della banca dati della rete. «Già a suo tempo sarebbe servito un Ente autonomo sotto il cappello del Municipio, per gestire la struttura in modo professionale. Ora ci aspettiamo che il Comune faccia questo passo».
La collegialità
Il futuro passerà dunque da un Ente autonomo? «Ne discuteremo in Municipio», replica il sindaco di Collina d’Oro, Andrea Bernardazzi. E, con ogni probabilità, il confronto inizierà in tempi brevi: le AIL hanno infatti cautelativamente disdetto il contratto di collaborazione per la fine del 2022 a causa dei mutati scenari tecnico-economici. Ma per arrivare a una soluzione definitiva – prosegue il sindaco – «ci vorrà tempo». «Adesso vedremo di trovare una soluzione insieme a tutti coloro che hanno detto che Collina d’Oro ha la struttura per gestire interamente l’acquedotto. In ogni caso, sarà importante mantenere la collegialità e lavorare insieme: lo scopo finale è e resta il bene del Comune».
I due fronti
L’esito delle urne è per certi versi una sorpresa. La decisione del Municipio di cedere la gestione della struttura era stata confermata anche dal Consiglio comunale. Ma, come detto, PPD, PLR e PS avevano deciso di promuovere una raccolta delle firme contro quella che lo scorso maggio era stata definita «una decisione davvero inusuale, per non dire assurda visto che l’acquedotto, fortemente voluto dalle autorità degli allora comuni di Agra, Montagnola e Gentilino, che avevano dovuto affrontare il problema di una carenza di acqua, risolto con una decisione coraggiosa e lungimirante».
La maggioranza del Municipio di Collina d’Oro aveva replicato ricordando che il Comune avrebbe mantenuto la completa proprietà delle infrastrutture, «decidendo per conto proprio in merito agli investimenti e alle tariffe».
La scelta di affidare la gestione alle AIL era stata definita pratica in quanto «all’interno della nostra amministrazione non possediamo le risorse umane e le competenze necessarie alla corretta gestione globale dell’acquedotto».