Giudici ricorda Armando Zoppi: «Un segretario con la S maiuscola»

Ha suscitato molta commozione a Lugano, ma non solo, la notizia della scomparsa di Armando Zoppi. Segretario comunale dal 1982 al 2007, era stimatissimo in Città per il suo carattere, il suo impegno e le sue capacità. «Un vero uomo di Stato. Una grandissima persona» ci ha per esempio detto l’ex consigliere comunale Gianrico Corti. «Aver saputo della sua morte - ci ha spiegato l’ex sindaco Giorgio Giudici - mi ha lasciato disorientato. Anche perché la mente poi corre nei ricordi come in un film. Mi spiace molto». Giudici e Zoppi hanno lavorato fianco a fianco per moltissimi anni e l’ex sindaco conserva di quel periodo ricordi molto positivi. «Era una persona che amava la discrezione. Non ha mai cercato le luci della ribalta. Era intuitivo e sapeva sempre cosa andava chiesto e come andava chiesto. Era una persona straordinaria. Affidabile, fidata. Assieme, con il Municipio, abbiamo elaborato alcuni tra i più bei progetti di Lugano. Abbiamo pianificato il polo culturale per esempio e poi, quando ebbi l’idea dei poli cittadini, ci ha lavorato entusiasticamente. Ha lavorato al polo sportivo e degli eventi e a quello congressuale. Progetti che hanno rivelato la forza dell’amministrazione pubblica».
«Grande affiatamento»
Per Giudici insomma l’affiatamento che sindaco e segretario avevano ha permesso di ottenere grandi risultati. «Tante volte l’amministrazione, con i suoi collaboratori, sente che c’è una mancanza di obiettivi. Questi progetti invece hanno mostrato le grandi potenzialità che l’amministrazione aveva». E il più grande risultato ottenuto da Zoppi, secondo Giudici, è da cercare soprattutto nelle aggregazioni. «È il progetto più grande che abbiamo fatto assieme. Quando nel 2000 ho lanciato l’idea di portare avanti nel quadriennio il primo progetto aggregativo, Armando Zoppi è emerso nella sua grande capacità di regia. Devo dire che fondamentalmente è stato lui, capace di coordinare e motivare tutta l’amministrazione (che così si è sentita partecipe) a dare un contributo determinante al progetto. È stato davvero il perno, lavorando sempre nella discrezione».
«Aveva a cuore la città»
Quella discrezione che forse ha fatto sì che non tutti - soprattutto tra i non addetti ai lavori - abbiano capito l’importanza del suo compito. «Era veramente un segretario che aveva a cuore la vita del città - ha confermato Giudici - e che voleva sempre dare il meglio. Per me è stato un punto di riferimento insostituibile. Tutti hanno comunque percepito il suo ruolo di grande tessitore. E poi trovava soluzioni, era un grande trascinatore. Era un segretario con la S maiuscola. Ed era anche un grande sportivo. Ho sempre invidiato per esempio le sue corse in bicicletta. Mi spiace molto e abbraccio molto forte, in questo momento, sua moglie».