Giustizia: è polemica sugli alunnati giudiziari
Era il 13 dicembre 2022: il Gran Consiglio approvava, dopo due giorni di dibattito, il Preventivo 2023 con un disavanzo di 80 milioni di franchi e la certezza che all’orizzonte c’è una manovra di rientro, che implicherà giocoforza dei tagli nell’ordine di almeno 100-150 milioni di franchi. Forbici che, stando a quanto abbiamo potuto appurare, potrebbero toccare anche la Giustizia. O meglio, avranno un effetto su chi deve affrontare il percorso formativo biennale che lo porterà a sostenere l’esame finale di avvocato.
In una comunicazione datata 16 dicembre 2022, di cui siamo venuti a conoscenza in questi giorni, la Divisione della giustizia del Dipartimento delle Istituzioni ha infatti imposto alle Magistrature permanenti (Preture, Ministero pubblico, Giudice dei provvedimenti coercitivi, Tribunale d’appello, ecc.) uno stop alle assunzioni già per il 2024. E questo perché, verosimilmente alla luce della manovra di risanamento dei conti pubblici, i contingenti indicati per il 2023 (ossia il numero totale di alunni che possono essere assunti) ad oggi non possono essere confermati per l'anno a venire. Questi contingenti, va precisato, erano tuttavia già stati ridotti nel 2017, a fronte di un aumento salariale da 1.500 franchi mensili a 2.000 franchi lordi.
«Precedenza agli svizzeri»
Ma non è tutto: da Bellinzona è arrivato anche il «niet» all'assunzione di alunni giudiziari e/o amministrativi stranieri, quindi anche coloro in possesso di un permesso di domicilio C. Oltre a ciò, è stato vietato l'impiego di praticanti non retribuiti ed è stata sottolineata la necessità di dare precedenza agli alunni che hanno studiato in un'università svizzera. Ricordiamo che un aspirante avvocato deve svolgere un percorso formativo, ossia un praticantato biennale obbligatorio, di cui almeno un anno presso uno studio legale. I restanti 12 mesi vengono invece spesso svolti presso le Preture, i Tribunali o al Ministero pubblico per acquisire esperienza, richiesta anticipatamente dagli studi legali.
Ma che cosa ne pensa l’Associazione Giuristi Praticanti del Canton Ticino (AGP), che rappresenta proprio la categoria degli aspiranti avvocati, molti dei quali direttamente toccati da queste limitazioni? La risposta è giunta parzialmente in redazione in una nota stampa congiunta firmata dalla presidente, l'avvocatessa Michelle Aleo e dal vicepresidente, l'avvocato. Filip Cerimanovic. In questa nota viene indicato che l'AGP «non è rimasta e non rimarrà in alcun modo silente o passiva» a fronte di direttive «che non rispettano le normative in vigore», e che quindi «esigerà il rispetto e l'applicazione delle leggi».
Da noi interpellata, l'AGP ha indicato di essere sicuramente preoccupata dalle paventate riduzioni dei contingenti, dato che impedirebbero ai vari praticanti di organizzare il loro periodo formativo, come pure dal divieto ad assumere alunni stranieri. Quest'ultimo, a detta dell’AGP, non rispetterebbe né gli Accordi sulla libera circolazione delle persone (ALC), né tantomeno la Legge federale sulla libera circolazione degli avvocati (LLCA), come nemmeno le leggi cantonali sull'avvocatura (LAvv e RAvv).
Dalla nota, risulta inoltre che l'AGP ha già preso contatto con le diverse Autorità coinvolte, tra cui anche la Divisione della giustizia stessa, forte comunque anche del sostegno di «diversi magistrati» che pare non abbiano «condiviso i contenuti di questa direttiva». Il tema approderà anche sui banchi della politica dopo che ieri il PC ha inoltrato un’interrogazione al Governo, chiedendo di spiegare tale scelta.
«Budget da 600 mila franchi»
Aggiornamento delle 16.34 - Da noi raggiunta, la direttrice della Divisione della Giustizia, Frida Andreotti, spiega che i contingenti per il 2024 verranno definiti contestualmente ai lavori di allestimento del Preventivo 2024. «Come Divisione della giustizia abbiamo ritenuto le richieste di alunni giudiziari formulate dai magistrati per il 2024 nell’allestimento del Preventivo 2024 attualmente in corso per complessivi 600 mila franchi». In questo caso, le misure di risparmio all’orizzonte potrebbero, ma il condizionale resta d’obbligo, influire sul numero di posti.
Per quanto riguarda la «preferenza indigena», Andreotti afferma che «la padronanza del diritto svizzero e delle lingue nazionali – necessaria anche per la conoscenza della giurisprudenza – e sono indispensabili per poter offrire un buon servizio al cittadino. Inoltre, la maggior parte dei casi di praticanti stranieri domiciliati interessati ad un alunnato giudiziario con percorso formativo in Svizzera ha in corso una procedura di naturalizzazione, che viene ritenuta nelle richieste puntuali di assunzione». Rispondendo al rimprovero di disattendere il diritto superiore, la direttrice della Divisione della Giustizia replica che «innanzitutto non è obbligatorio compiere un periodo di pratica presso le Istituzioni cantonali per presentarsi agli esami di avvocatura. Inoltre, lo Stato non ha l’obbligo né di mettere a disposizione né di assumere praticanti. Nondimeno, si rammenta che per funzioni di pubblica potestà (come giudici, procuratori e agenti di polizia), la cittadinanza svizzera è un requisito base».