Processo

Gli euro falsi, spesi anche in Ticino, che valgono la cella

Condannato un napoletano che mise in circolazione del denaro contraffatto - Sul mercato nero una banconota da cento può essere comprata a dodici e cinquanta
(Foto Archivio CdT)
Federico Storni
15.07.2019 06:00

LUGANO/BELLINZONA - Quanto costa una banconota da cento euro? Dodici euro e cinquanta, se contraffatta. O almeno, questo è quando le pagava un trentaquattrenne napoletano condannato qualche giorno fa a Bellinzona dal Tribunale penale federale a due anni di carcere (di cui sei mesi da espiare) per aver messo in circolazione denaro falso in Ticino e in vari altri luoghi della Svizzera fra inizio novembre 2018 e inizio gennaio 2019, quando è stato arrestato nei Grigioni. Il processo si è tenuto con la formula del rito abbreviato (che significa che accusa e difesa erano d’accordo su imputazioni e pena), che la Corte ha poi confermato.

Gliele dava «Nicola»

L’uomo è stato arrestato il 9 gennaio, e gli sono state trovate addosso cinque banconote contraffatte da 100 euro. Altre 42 sono state rinvenute nella sua auto. Dove le avesse prese e se e quante ne avesse spese è emerso nel corso degli interrogatori e dalle risultanze istruttorie. È risultato che il 34.enne si recava con una certa regolarità a Napoli, dove da un certo «Nicola» acquistava le banconote contraffatte, solitamente in tagli da 100 euro (ma ne è stata rinvenuta anche una dal valore di 50 euro). Poi passava la dogana (una delle accuse a suo carico è anche quella di ripetuta importazione e deposito di monete false) e iniziava a spenderle in Svizzera. I viaggi ricostruiti dagli inquirenti sono almeno sette, e le prime banconote false sono state spese in Ticino.

Spese proibite in Ticino

Per capire come l’uomo si arricchiva possiamo prendere come esempio il suo primo tentativo acclarato di truffa (un altro dei capi d’accusa a suo carico) sul nostro territorio. Era inizio novembre 2018 e, in un distributore di benzina di Melano, il 34.enne ha pagato i 58.03 franchi del rabbocco di carburante con una banconota falsa da 100 euro. Di conseguenza la stazione di servizio si è ritrovata con un pugno di mosche mentre l’imputato con 41.95 franchi reali. Un guadagno netto per lui (tolto il costo dell’acquisto della banconota falsa) di circa 30 franchi. Lo stesso principio è poi stato ripetuto altre 25 volte in vari luoghi sull’arco di un paio di mesi e si è raffinato. Nel senso che l’uomo in seguito solo raramente con le banconote contraffatte ha comprato oggetti e servizi che costassero più di una trentina di franchi, per massimizzare i ricavi. In Ticino ha piazzato almeno 17 banconote false, di cui solo due è però noto dove siano state spese (la seconda in un distributore di benzina di Bironico per del carburante e una bibita, per un totale di 13.20 franchi). In tutta la Svizzera ne ha piazzate almeno 85, e il Ministero pubblico della Confederazione ha stimato che - oltre ai beni e ai servizi acquistati - si è procacciato denaro per un valore complessivo di almeno 6.900 franchi. Quasi mille franchi a viaggio, in altre parole. Deducendo inoltre quanto ha pagato le banconote false, si può stimare un guadagno netto di almeno 5.000 franchi. Guadagni vanificati dalle conseguenze dell’arresto. In seguito alla condanna l’uomo, tra spese processuali, l’onorario del suo difensore e il rimborso dei danneggiati, dovrà sborsare circa 25.000 franchi. In compenso, fra carcere preventivo ed espiazione anticipata della pena, potrà lasciare il carcere, avendo già passato sei mesi dietro alle sbarre.