Alta Vallemaggia

«Grande aiuto dall’esercito, ma da Berna ci aspettavamo di più»

Fiorenzo Dadò a ruota libera sui lavori di ripristino già effettuati e quelli ancora da mettere in cantiere in Lavizzara e Bavona - «Attendiamo gli esiti delle analisi idrogeologiche condotte dagli specialisti per sapere cosa e dove si potrà ricostruire: siamo fiduciosi, tuttavia non va esclusa qualche spiacevole sorpresa»
Viabilità e altri servizi essenziali sono stati ripristinati, ora si tratta di ricostruire. © CdT / Gabriele Putzu
Spartaco De Bernardi
17.10.2024 19:00

Centodieci giorni. Tanti ne sono passati dall’alluvione che ha causato morte e distruzione in Alta Vallemaggia. I lavori più urgenti per il ritorno ad una certa normalità sono stati portati a termine grazie all’aiuto di tutti: dalle autorità comunali di Cevio e Lavizzara a quelle cantonali fino a quelle federali che hanno dato via libera alla richiesta per l’intervento sussidiario dell’esercito, senza dimenticare i parecchi volontari. Molto è stato fatto, in particolare per ristabilire i collegamenti viari ed i servizi essenziali che nei primi giorni dopo l’evento meteorologico eccezionale erano stati interrotti. «Siamo moderatamente soddisfatti per quanto messo in atto fino ad ora. I Comuni hanno fatto e stanno facendo tutto quanto è nelle loro possibilità per ripristinare un territorio devastato», rileva Fiorenzo Dadò, granconsigliere, presidente cantonale del Centro e coordinatore del Comitato di crisi Vallemaggia, istituito lo scorso luglio per condividere con le autorità comunali e cantonali le decisioni riguardanti la fase di ripristino dei danni e poi quella della ricostruzione. Autorità cantonali che si sono sin da subito dimostrate molto vicine all’Alta Vallemaggia. Ed anche quelle federali, malgrado Dadò lesini qualche critica. «L’esercito ha fatto la sua parte e le comunità colpite gli sono molto grate. Ma da Berna ci saremmo aspettati qualcosa di più in tema di indennità per il lavoro ridotto e di primi aiuti finanziari».

La protezione dei villaggi

«Ora si tratta di concentrarsi sui progetti di ricostruzione di quanto è stato spazzato via dalla furia degli elementi», «Si tratta di intervenire per la protezione dei villaggi e per rimodellare il territorio della Bavona e della Lavizzara», precisa Dadò spendendo parole di apprezzamento per quanto intrapreso in questi tre mesi abbondanti dal Gruppo tecnico Vallemaggia dell’amministrazione cantonale guidato dal capo della sezione forestale Roland David. Gruppo tecnico che, con il supporto di specialisti, sta tracciando palmo a palmo il territorio così che si possano pianificare interventi risolutori e definitivi sulla scorta dei necessari approfondimenti idrogeologici.

I primi risultati in primavera

«I risultati di questi approfondimenti - prosegue il nostro interlocutore - sono attesi tra fine primavera ed inizio estate dell’anno prossimo. A quel punto si saprà cosa si potrà fare e cosa invece no». L’obiettivo delle due comunità di valle, rammenta Dadò, è quello di poter mettere in sicurezza e recuperare la maggior quantità di territorio possibile così da poter ricostruire quanto è stato distrutto dall’alluvione di fine giugno. «Siamo fiduciosi, ma siamo anche coscienti che possa esserci qualche spiacevole sorpresa», ammonisce il coordinatore del Comitato di crisi Vallemaggia. Tra le infrastrutture che si conta di poter ripristinare, la principale è senza dubbio la pista di pattinaggio di Prato Sornico, che soprattutto in inverno diventa un punto aggregativo per l’intera Vallemaggia e non solo, con in particolare giovani hockeisti che giungono da tutta la Svizzera per incrociare i bastoni sul ghiaccio con i loro coetanei dell’HC Rivers. Pista di pattinaggio che è stata irrimediabilmente danneggiata e per la cui ricostruzione si dovranno attendere gli approfondimenti citati da Dadò.

Si progetta il nuovo ponte

Altra opera in cima alla lista è evidentemente il ponte di Visletto, spazzato via dalla furia della Maggia. «L’obiettivo dichiarato dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali è che venga ricostruito entro la fine della corrente legislatura», rammenta Dadò, sicuro che il Gran Consiglio si adopererà affinché ciò sia possibile.