Il caso

Guess sui licenziamenti: «Informazioni incomplete e inesatte»

Il marchio di moda prende posizione dopo quanto emerso ieri sui tagli in seno all'azienda
©Gabriele Putzu
Red. Online
18.10.2024 13:20

Nuovo capitolo nel caso Guess. Ieri, lo ricordiamo, la Regione aveva anticipato il licenziamento di venti persone presso la sede luganese: un taglio che aveva fatto seguito alle denunce, da parte di alcuni collaboratori, di «minacce, mobbing, discriminazioni di genere e di natura estetica, molestie e continue ritorsioni». Le persone a cui è arrivata la disdetta di lavoro, aveva scritto sempre la Regione, sarebbero state prese di mira proprio per aver denunciato al presidente della Guess, alle risorse umane, ai sindacati e al laboratorio di psicopatologia cantonale una «situazione inaccettabile che si protraeva da diversi anni». Quanto accaduto ha spinto l'OCST a definire «inaccettabile» l'operato dell'azienda, mentre a livello politico Maurizio Canetta del gruppo PS-GISO-FA ha presentato un'interrogazione al Governo cofirmata da Fabrizio Sirica (Gruppo PS-GISO, FA) e Lisa Boscolo (Gruppo PS-GISO-FA).

Oggi, l'azienda ha preso posizione con un comunicato nel quale parla «di informazioni incomplete e inesatte circa il licenziamento di alcuni dipendenti, pubblicate senza alcuna preventiva verifica dei fatti con l’azienda stessa». Nello specifico, prosegue la nota di Guess, «nel corso del 2024 l’azienda, a seguito di segnalazioni ricevute da parte di alcuni dipendenti riguardanti asserite difficoltà legate alla condotta di un superiore, aveva immediatamente proceduto all’attenta verifica di quanto riferito».

Non finisce qui: «Sebbene l’azienda avesse comunicato ai dipendenti l’intenzione di adottare tutti i provvedimenti necessari, a partire da metà giugno i dipendenti in questione non hanno più ripreso l’attività lavorativa, nonostante l’effettiva assunzione dei predetti provvedimenti, compreso l’allontanamento definitivo del superiore. Anche alla luce di questa perdurante assenza, l’azienda si è trovata nella condizione di dover riorganizzare il dipartimento a cui i dipendenti in questione appartenevano, ponendo nel contempo regolarmente fine – tramite disdetta ordinaria – ai loro rapporti di lavoro. A fronte della diffusione di tali incomplete, non verificate e inesatte notizie, l’azienda sta valutando ogni azione a tutela dei i propri diritti, della propria immagine e onorabilità in tutte le sedi competenti».