I boschi della droga a due passi dal Ticino: «Roma faccia qualcosa»
Si riaccendono i riflettori sui boschi dello spaccio a due passi dal confine. Da anni occupano la cronaca del Varesotto e del Comasco, ma, dopo l’ennesima tragedia, la morte lo scorso 10 febbraio di un marocchino a Castelvaccana, per cui è indagato un Carabiniere della Compagnia di Luino, il grido di allarme ora giunge a Roma. Andrea Pellicini, ex sindaco di Luino e deputato di Fratelli d’Italia, ha presentato al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi un’interrogazione sul fenomeno dello spaccio nei boschi del Varesotto. Nel testo depositato da Pellicini si legge: «Venerdì 10 febbraio 2023, nel Comune Castelveccana, in provincia di Varese, un uomo di origine extracomunitaria ha perso la vita e, in relazione a questo fatto, la Procura della Repubblica di Varese ha aperto un’indagine per il reato di omicidio a carico di un Carabiniere della Compagnia di Luino, il quale, come emerge dalle cronache sulla stampa, avrebbe sparato colpi di arma da fuoco nell’ambito di un pattugliamento finalizzato al contrasto della cessione di stupefacenti. Il fatto ha portato ancora una volta l’attenzione su una piaga che da tempo affligge il nord della provincia di Varese, il cosiddetto Varesotto, costituita dallo spaccio di droga nei boschi di questo territorio da parte di criminalità extracomunitaria clandestina».
E continua: «In questi ultimi anni sono state tantissime le azioni messe in atto dalle Procure della Repubblica di Varese e di Busto Arsizio, nonché dalle forze di polizia dei Comandi provinciali, al fine di contrastare questo fenomeno che ha assunto proporzioni allarmanti. Si tratta infatti di boschi che si estendono per circa 50.000 ettari e che sono di fatto presidiati da un esercito di spacciatori extracomunitari organizzati, armati a difesa dei loro accampamenti, in cui nascondono la droga che vendono sul luogo a tantissimi assuntori di ogni età e categoria. Gli arresti e le condanne sono state molte, ma gli spacciatori extracomunitari hanno ormai un’organizzazione che prevede continui reclutamenti di stranieri irregolari e una sorta di infinito tournover. I sindaci hanno sempre denunciato l’occupazione dei boschi del loro territorio, anche perché la gente è spaventata e spesso è stata anche minacciata».
Pellicini prosegue: «Il Prefetto della provincia di Varese, molto attivo su questo fronte, ha più volte convocato il Comitato per l’ordine e la sicurezza, rimanendo sempre vicino ai sindaci e alla popolazione; ciononostante questo comportamento criminale appare in crescita esponenziale, con la conseguenza che gli uomini delle forze di polizia rischiano ogni giorno la vita per proteggere la collettività e per far sì che lo Stato non abdichi di fronte a questa invasione criminale del territorio varesino. Vi è però l’urgente e non procrastinabile necessità che questo fenomeno, unico nel panorama nazionale per vastità e pericolosità, venga smantellato attraverso uno sforzo straordinario da parte dello Stato. Si chiede di conoscere quali ulteriori azioni il Governo abbia messo in atto o intenda mettere in atto, al fine di debellare il fenomeno dello spaccio di droga sopra descritto attraverso la liberazione dei boschi del Varesotto dall’occupazione metodica da parte di queste squadre organizzate di spacciatori extracomunitari irregolari».
Negli scorsi giorni il Corriere della Sera ha dedicato un ampio servizio allo spaccio nei boschi del Varesotto, spiegando che i pusher, in prevalenza marocchini originari di Béni Mellal, si nascondono in un’area boschiva di circa 52 mila ettari, vivendo in grotte e tende, in attesa dei tossicodipendenti a cui vendono un po' di tutto, dall’hascisc all’ eroina. Il Giorno sottolinea come gran parte dei clienti, circa la metà, provenga dalla Svizzera e fornisce alcuni dati: «Negli ultimi anni le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre 330 chili di hascisc, 170 di cocaina e una cinquantina di armi comprese quelle da fuoco, effettuato un centinaio di arresti, ma i boschi bonificati, dopo poco, tornano in mano ai delinquenti».
E nel Comasco la situazione non sembra troppo differente. QuiComo riferisce di un’azione dei Carabinieri di Cantù nei boschi del Parco Pineta, un’area naturale che si estende per oltre 48 km² tra le Province di Varese e Como, iniziata la mattina di venerdì 17 febbraio 2023 e proseguita lungo tutto l'arco della giornata. I militari hanno controllato circa 10 ettari di bosco, individuando 12 bivacchi, poi smantellati e geolocalizzati. Oltre al materiale per confezionare la droga, sono stati trovati viveri e un machete.