I castelli diventano Fortezza
BELLINZONA - I tre castelli visti come un unicum, una vera Fortezza con la propria cinta muraria, illuminati e segnalati come si deve, maggiormente collegati e promossi, più attenti alla divulgazione del loro glorioso passato attraverso una digitalizzazione oggi quasi assente, quindi tramite colonne parlanti, cannocchiali, modellini interattivi, schermi tattili, tablet e un percorso da compiere con la guida di un’App così da scoprire per davvero tutte le ricchezze storiche e architetturali presenti. In sostanza, un’offerta più vicina alla popolazione e ai turisti, maggiormente godibile, che diventi finalmente un must in Svizzera e abbatta ampiamente la soglia psicologica dei 100.000 visitatori paganti. Mentre manca un anno al ventesimo del conferimento del marchio Unesco, per i castelli di Bellinzona si pensa in grande. Entro il 2024 si prevede di investire tra 7 e 9 milioni di franchi per rilanciare la meta turistica partendo dalla motivazione con cui nel 2000 la commissione del patrimonio mondiale riconobbe i gioielli della Turrita: «Un esempio straordinario di struttura difensiva tardo-medievale posta in un punto strategico».
Il progetto per la valorizzazione di questa offerta turistica è stato presentato oggi dalla Città insieme al Cantone, all’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino e all’Ente regionale per lo sviluppo. Il documento prende spunto dallo studio della ditta Erlebnisplan di Lucerna, ultimato nel 2015, e prevede la rivisitazione completa dell’offerta culturale e turistica. Vi hanno collaborato degli esperti esterni: la curatrice del Landesmuseum di Zurigo Denise Tonella e il professore universitario e titolare di una società di consulenza, con esperienza nella valorizzazione di monumenti Unesco, Patrick Cotting. A loro è stato chiesto di analizzare la situazione sotto il profilo della divulgazione e della messa in scena, oltre che nell’ottica della gestione. Obiettivi: far diventare i castelli di Bellinzona un’eccellenza del turismo svizzero e un punto di riferimento sul piano della divulgazione storico-culturale, raccontare la storia della città e del Paese, basare la governance su un apparato efficace e diretto (sarà probabilmente una nuova fondazione a occuparsene).
Le linee guida del progetto presentate oggi saranno approfondite nei prossimi 12 mesi così da sottoporre le relative richieste di credito al Consiglio comunale cittadino e al Gran Consiglio entro la metà del 2020. Non è ancora noto come l’investimento sarà suddiviso, ma il sindaco Mario Branda, a precisa domanda, si è detto oggi più ottimista per quanto riguarda la partecipazione concreta del Cantone, che per altro è proprietario della fortezza. Come detto, l’ultimazione delle opere è poi prevista entro il 2024.
I dettagli sono stati illustrati alla stampa dalla dottoressa Denise Tonella, secondo cui il patrimonio Unesco presente a Bellinzona va considerato nel suo insieme, come «Fortezza di Bellinzona» composta dai tre castelli ma pure dalla murata e dalla cinta muraria. Castelgrande è da sfruttare come spazio espositivo permanente privilegiando contenuti affini alla storia medievale; Montebello va fatto vivere come castello dello stesso pediodo, con offerte rivolte in particolare a famiglie, per mettere in evidenza la vita dell’epoca; infine Sasso Corbaro andrà valorizzato nella sua posizione dominante evidenziandone il ruolo strategico. Tra le altre cose si tratterà di sviluppare collaborazioni con il Politecnico di Losanna per ottenere tecnologie espositive all’avanguardia, quelle appunto che abbiamo citato all’inizio, tutti elementi che abbiamo l’abitudine di trovare in molte località turistiche ma non qui.
Il progetto contempla inoltre alcuni obiettivi infrastrutturali paralleli, che avranno tempi di sviluppo e attuazione contemporanei al progetto principale: un nuovo Visitor Center e InfoShop nel centro storico (verosimilmente al pianterreno della sede BancaStato in piazza Collegiata), una nuova accoglienza a Montebello (forse alla Casa del Vignaiolo), una nuova illuminazione della Fortezza e una nuova Segnaletica turistico-culturale e la valorizzazione del comparto di piazza Indipendenza e delle vicine mura, rivedendo completamente l’accesso alla Cervia, dove spariranno i parcheggi in superficie aumentando la capacità sotterranea. Insomma per la Fortezza di Bellinzona, come è adesso stata ribattezzata, è giunta l’ora di far splendere un passato glorioso attraverso strumenti e mentalità moderne.